Campagna: "Mai più violenza contro le donne" su Facebook.
L'organizzazione 'Estudios de Género en
América Latina' è stata testimone dell'epidemia di violenza contro le
donne che si produce quotidianamente su facebook : battute che
discriminano le donne, che giustificano gli attacchi alla loro
integrità fisica, alla loro dignità, alla loro salute mentale, ai loro
diritti sessuali e riproduttivi compreso il rischio per la loro vita.
Se iil social network è la rappresentazione stessa della nostra vita
quotidiana dei nostri paesi, lo è anche perciò che nel mondo sta
accadendo in direzione dell' eliminazione del la violenza contro le
donne, chiamando i mezzi di comunicazione ad assumersi l'obbligo sociale
e politico di fronte a questa sfida.
Per questo l'Associazione
Estudios de Género en América Latina' ha deciso di lanciare in vista del
25 novembre, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza
contro le Donne, la Campagna " Mai più violenza contro le donne" su
Facebook, il social network più importante del mondo, che ha attualmente
una quantità enorme di utenti, soprattutto giovani in età scolare.
... Chiediamo a Facebook di implementare misure di protezione virtuali
contro le molestie alle donne, le violenze sessuali, le naturalizzazioni
della violenza contro le donne e qualunque pubblicazione che si
proponga di riprodurre, naturalizzare o giustificare queste violenze,
così come gli atti stessi di violenza contro le donne in questo
social-network. Inoltre, chiediamo a Facebook di includere nelle sue
politiche di gestione, l'ottica di genere.
Le organizzazioni e le
persone che vogliono aderire alla campagna possono farlo: condividendo
l'immagine pubblicata nella pagina dei fans, così come apporre la loro
firma su::
http://petition.avaaz.org/es/petition/No_mas_Violencia_Contra_las_Mujeres_en_Facebook
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sabato 10 novembre 2012
domenica 4 novembre 2012
Una scuola di empowerment?
Dialogo tra Elena Simón e Marcela Lagarde
Marcela Lagarde, antropologa femminista ed Elena Simón, analista di genere e scrittora sono state invitate dalla Federación de Asociaciones por la Igualdad de Género Guadalhorce Equilibra (Malaga, Spagna) per discutere sull'empowerment delle donne e le scuole che servono a questo fine.
Qui di seguito alcune loro riflessioni.
Marcela Lagarde |
L'empowerment secondo Marcela Lagarde è il "processo di trasformazione con cui ogni donna, poco a poco o a passi da gigante, non è più un oggetto della storia, della politica,della cultura, né oggetto degli altri e diventa protagonista, soggetto della sua vita. In altre parole, è un processo attraverso il quale ogni donna si potenzia,si qualifica e sviluppa la consapevolezza di avere diritto ad avere diritti, a fidarsi della propria capacità nel raggiungere gli obiettivi. Questo processo è necessario se si tiene conto della continua perdita di potere delle donne e delle difficoltà che incontrano per sentirsi valorizzate e riconosciute".
Elena Simón: Una scuola di empowerment serve per conseguire quell'influenza che manca alle donne nel mondo, tanto nelle piccole, come nelle grandi cerchie. Detto in modo radicale, per sovvertire il patriarcato, per togliergli terreno sotto i piedi,perché la cultura femminista - che è una cultura di giustizia,di equità, di uguaglianza e di libertà - impregni settori sempre più vasti. Una scuola è utile anche perché,per combattere le discriminazioni abbiamo bisogno sia di potenziamento personale, che collettivo.Non si può farlo in solitudine - nonostante a volte,nelle notti insonni e di disperazione, pensiamo a come combattere domani in modo più forte di ieri. Ciò presuppone un eccessivo logoramento individuale, che le scuole di empowerment alleviano, nel trovare metodi congiunti e permettendo di imparare insieme.
Marcela Lagarde: Una scuola di empowerment ha la funzione di insegnare femminismo e promuovere la partecipazione politica e sociale delle donne. Per questo è necessario che le studentesse acquisiscano una coscienza femminista e che siano più presenti nella vita pubblica locale,nelle associazioni di quartiere, della comunità,sport,cultura e, naturalmente, nei partiti politici.
Elena Simón: Negli ultimi anni abbiamo pensato che fosse essenziale fare numero o essere presenti,ma abbiamo anche continuamente osservato che molte donne, femministe comprese,sono al potere senza potere, come cinghie di trasmissione degli ideali del partito politico alle quali appartengono o affette dalla sindrome di Victoria Kent che consiste, come sappiamo, nel mettere al centro gli interessi degli altri prima dei nostri. In politica ciò significa che il partito viene prima del femminismo e che gli interessi di chi ci facilita l'accesso a posti di responsabilità sono sacri e vengono per primi. Tutte le donne del mondo, tuttavia,sono immerse nel depotenziamento patriarcale. Ci sono molte donne potenziate a livello personale, ma senza potere a livello collettivo.
Sono del parere che dovrebbero chiamarsi "scuole femministe di empowerment" perché, in realtà, sono luoghi dove si insegna e si apprende femminismo e,di conseguenza,si incentivano processi di potenziamento. In più non ci sarebbe nessun dubbio al riguardo: parliamo di dove veniamo,dove siamo, ciò a cui aspiriamo,che vogliamo trasformare il mondo e la nostra vita.
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Elena Simón |