Accecata da Wikileaks e da un certo antiamericanismo di base, la sinistra riproduce gli abituali argomenti per mettere in discussione le denunce di violenza sessuale.
da Beatriz Gimeno, filosofa, femminista lesbica, attivista diritti LGBT.
Da una parte abbiamo la persecuzione nordamericana di Wikileaks,che
deploro. Le pene che gli Stati Uniti riservano a coloro che vengono
considerati " nemici"sono sproporzionate e le punizioni che applica
giudizialmente e extra-giudizialmente a quelle persono sono disumane. La
situazione del soldato Manning dà l'idea di ciò che spetterebbe ad
Assange se dovesse finire in quel paese. Gli Stati Uniti non offrono in
questa direzione nessuna garanzia, quello che è certo però è che per
adesso non hanno chiesto l'estradizione di Assange e, di fatto, gli
sarebbe stato più facile chiederla al Regno Unito se questa fosse la sua
originaria intenzione. In ogni caso è vero che la Cia ha le braccia
troppo lunghe e che per gli Stati Uniti, il rispetto del diritto
internazionale è discutibile. Per cui è logico che Assange ha paura di
finire negli States.
Tuttavia il caso ha una pendenza totalmente
oscurata dai media e, quel che è peggio,da tutti gli opinionisti e
anche da tutta la comunità di Internet. Il caso è quello che due donne
hanno denunciato Assange per reati sessuali e la giustizia svedese le ha
chiamate a testimoniare. Non c'è un'accusa di stupro, come spesso si
dice - ma un reato sessuale minore. Si dice anche che il reato per il
quale l'accusa vuole interrogare Assange non sarebbe rubricato come
crimine nella maggior parte dei paesi democratici. Però non tutti i
paesi hanno purtroppo, una legislazione ispirata dal femminismo nei
confronti di tali questioni. La Svezia è un modello e un esempio: il
fatto che non venga dichiarato reato in molti paesi, non significa che
non debba esserlo o che la legislazione svedese non abbia importanza.
La
questione è che Assange aveva (presumibilmente) relazioni sessuali
consensuali con due donne. Con entrambe si è comportato da machista per
sua stessa ammissione. A quanto pare non voleva usare il preservativo con nessuna delle due, ma entrambe lo hanno costretto a indossarlo se voleva fare sesso. Lo ha messo,
però nel primo caso, l'ha rotto di proposito, il che mi ha fatto
apprendere che si tratta di una pratica abituale tra i machi svedesi
afflitti dalle "rivendicazioni femministe". Ci sono anche siti che
spiegano come fare, come rompere il preservativo durante il rapporto,
così da imporre la volontà del macho contrariato su quella di lei. Nel
secondo caso, ha fatto sesso con il preservativo, ma dopo è ritornato a
penetrare la donna senza preservativo, mentre dormiva e, quando, lei lo
ha scoperto e ha protestato,egli ha usato la forza.
Le due donne
erano indecise se denunciarlo o no, perché, come in qualsiasi altro luogo, i reati sessuali sono sempre la parola di una contro l'atro e sono
anche crimini molto difficili da provare. In Svezia, come in altre
parti,le donne che denunciano questo tipo di aggressioni, vanno incontro
solitamente ad un verdetto pubblico poco favorevole.
La vittima di
uno stupro può chiedere che si faccia giustizia o può soccombere
trasformata in colpevole; il fatto è che non si sa mai e c'è sempre un
rischio. A quanto pare, le due donne si sono contattate su internet per
denunciare insieme. Finora è ciò che esse hanno dichiarato ed è il punto
sul quale la procura vuole interrogare Assange.
Non sono
ingenua e non mi sarebbe costato nulla credere che tutto è frutto di
una montatura della Cia, perché la Cia è capace di questo e, purtroppo,
di molto più e ne abbiamo le prove.Però allo stesso tempo nulla mi costa
credere che ciò che esse hanno denunciato sia la verità. Le stesse
dichiarazioni di Assange, che afferma di essere sessista e dichiara che
la Svezia " è l'Arabia Saudita del femminismo"non mi ispirano molta
fiducia. In più,egli non ha negato la versione delle due donne, ma ha
dichiarato che le loro proteste non gli sembravano importanti. Ciò che è
sicuro è che sono propensa a pensare, anche se è un parere
personale,che se tutto sarà un complotto politico, sarà stato montato su
un reato importante, perché secondo i giuristi svedesi che hanno avuto
la possibilità di leggere, ci sono moltissime possibilità che se Assange
si presenti, non sia né giudicato, né tanto meno condannato. Mi pare
davvero strano un complotto così fragile, ma a questo proposito posso
solo azzardare la mia opinione, che vale quanto qualunque altra.
Ciò
che è evidente a chiunque è che le donne che accusano Assange non hanno
più alcuna importanza, se mai l'hanno avuta. Avvicinarsi al caso di
Assange su Internet è entrare nel regno della misoginia. Compresi quegli
ambienti di sinistra che ho visitato,non leggendo nulla che mettesse in
dubbio che esse sono due bugiarde o che tutto fosse una montatura degli
Stati Uniti. Nulla di diverso da quello che si dice sempre delle donne
che denunciano abusi sessuali.
La quasi universale convinzione che
questo è un complotto rispecchia perfettamente la rapidità e facilità
con le quali sono screditate le testimonianze delle vittime di reati
sessuali. Le numerose personalità che hanno preso posizione a favore di
Julian Assange , senza menzionare minimamente i reati sessuali,dimostra
che lo stupro è per molta gente (la maggior parte uomini), un reato
minore,che si dimentica facilmente, quando concorrono circostanze " più
importanti".
Denunciare una violenza o un abuso sessuale è
qualcosa che con molta facilità può rivoltarsi contro la vittima stessa
se questa capita male o non si concorda sull'imputazione .E' un reato
grave o meno secondo chi ci tocca come denunciante e aggressore (vedi Strauss-Kahn, che, si, non ci piace). Lo stesso presidente Correa ha pronunciato gli argomenti di sempre: "Perché non l'ha denunciato prima?"
"Perché ci sei stata e poi non volevi ?" vanificando così la
possibilità di dire prima si e dopo no, o, che si verifichi uno stupro,
un un abuso nel corso di una relazione consensuale. Nessuno ha criticato
queste parole, che non sono tanto diverse da quelle pronunciate dal
senatore nordamericano che ha parlato di violazioni " legittime e illegittime".
Accecati da Wikileaks, da un certo antiamericanismo
molto dilagante, con il sostegno politico della sinistra in Ecuador,
tutte quelle tematiche che nulla hanno a che fare con esso, poche
persone si sono fermate a pensare a ciò che ripetono fino alla nausea i
giuristi svedesi e molti giuristi indipendenti: che la Svezia è uno dei
paesi più garantisti con i diritti degli imputati, talmente garantista
che figura al primo posto dei diritti fondamentali tra i 66 paesi del
Rule of Law Index 2011 ( indice dello Stato di Diritto); che l'avvocato
delle denuncianti è Claes Borgström, il mediatore ( difensore) per
l'uguaglianza di genere dal 2000 al 2007 e che ha dovuto ricordare che
le sue clienti "non hanno commesso nessun crimine, che sono le vittime" e
ha considerato " incredibile e un abuso della figura dell'asilo"
l'azione dell'Ecuador e che in tutti i casi è molto improbabile che la
Svezia estradi Assange, perché la legge svedese vieta l'estradizione per
reati politici e lo spionaggio è considerato tale per la legge svedese;
che Amnesty International si è chiaramente pronunciata perché Assange sia giudicato considerato che la legge svedese è completamente
garantista e le possibilità che i giudici svedesi possano essere
influenzati dalle pressioni politiche è pari a zero. Amnesty
International ha anche dichiarato che il caso che dovrebbe impegnare
seriamente la solidarietà internazionale è quello del soldato
Manning,privato dei più elementari diritti umani e garanzie processuali.
Ma Assange è uno showman, mentre il soldato Manning è un soldato statunitense che non sembra molto intelligente.
Io
non so se Assange sia o no uno stupratore, questo lo decideranno i
tribunali, però la posizione più ragionevole e fondata, che tiene conto
delle denuncianti e della situazione generale è quella di Amnesty
international: la legge svedese è affidabile, i reati di cui è accusato
non hanno nulla a che vedere con Wikileaks, Assange pertanto dovrebbe
rispondere dei suoi presunti reati sessuali.
Pikara Magazine
(traduzione Lia Di Peri)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.