Il manifesto è stato firmato da 160 economiste femministe di tutto il mondo e stabilisce i punti chiave di fronte alla crisi complessiva.
Noi,economiste femministe riunite a Barcellona, in occasione della 21a Conferenza annuale dell'Associazione Internazionale di Economia femministe (IAFFE), considerando che negli ultimi decenni il neoliberismo ha prodotto molteplici crisi in diverse parti del mondo, e che questa crisi globale si muove dalla periferia al centro è ora colpisce l'Europa, dichiaramo che:
Le proposte avanzate per l'Eurozona si basano sulla riduzione dei salari, l'erosione dei diritti dei lavoratori e il benessere e risorse sociali, con il pretesto di migliorare la competitività, controllare l'inflazione e ridurre il debito pubblico. Ma in realtà, queste proposte sono un attacco classista diretto ed aggressivo alle condizioni di vita, delle donne, uomini, bambini e bambine.
Rifiutiamo tanto le spiegazioni dominanti attuali della crisi globale,quanto le proposte politiche avanzate per superarla.
Rifiutiamo le strategie economiche che continuano la propensione della distribuzione del reddito e la ricchezza a favore del settore finanziario e dei grandi capitali, che privano le persone delle cure necessarie e dei mezzi per condurre una vita sostenibile.
Rifiutiamo un sistema economico che sfrutta il lavoro domestico e di cura non pagato delle donne per sostenere il funzionamento del sistema economico, basandosi su di esse per assorbire i drammatici costi della crisi.
Crediamo che la soluzione alla crisi attuale richieda azioni immediate per controllare i mercati finanziari, ripristinare e ampliare la spesa sociale al fine di garantire le condizioni di vita, stabilire imposte progressive ed attuare una politica monetaria non deflazionistica.
E' urgente anche che il rispetto per l'ambiente e la cura delle persone diventino responsabilità sociale e pubblica.
Noi crediamo che la crisi attuale è il risultato di conflitti strutturali nella riproduzione, distribuzione e riproduzione sociale. La sfida è quella di affrontare questi conflitti in modo da creare una profonda trasformazione, affinché l'economia non sia al servizio di coloro che si appropriano dei benefici e dei proventi finanziari, ma sia posta al servizio di una vita dignitosa e sostenibile per tutte e tutti.
Seguono firme.
Barcellona, 28 giugno 2012
Rebelion
traduzione di Lia Di Peri
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