Vi dispenso dall'invitarmi a festeggiamenti vari per la caduta di qualche
bellimbusto di turno. Io non ho nulla da festeggiare né ho soldi da
buttare.
Fossero anche centesimi ( che mi mancano sempre per fare un
euro).
sabato 12 novembre 2011
mercoledì 9 novembre 2011
Il mito della donna Hembrista
da Vanessa Rivera de la Fuente
Nella mitologia
greca, una Gorgone era un feroce mostro femminile. Il suo potere era
così grande che chiunque avesse provato a guardarla,sarebbe stato
pietrificato,per questo la sua immagine era esposta in tutti i luoghi,
dai templi ai boccali di vino, per propiziarne la loro protezione. Si
diceva che esistevano tre Gorgone, Medusa, Steno ed Euriale e che
l'unica mortale tra esse,Medusa, aveva serpenti velenosi al posto dei
capelli.
Le Gorgone sono talvolta raffigurate con ali
d'oro,artigli di bronzo e zanne di cinghiale. L'unico modo per
ucciderla, era decapitarla.
Ripugnante,no? La stessa
sensazione crea nelle persone il mito moderno associato allo sviluppo
del femminismo: la Embrista. Essendo un mito " comme il faut" nessuno
l'ha mai vista, ma tutti e tutte ne hanno paura. E' la somma di tutte le
paure del patriarcato e delle stesse donne.
Comprendiamo: in una
società vanitosa, nessun vuole essere un mostro,tutte vogliono essere
delle eroine bellissime.Tuttavia,se analizziamo la questione in senso
stretto,né l'Embrista - né la femminista radicale - esistono come esseri
diabolici che si aggirano cercando di pietrificare gli uomini con i
loro sguardi.
Sono leggende metropolitane appartenenti alla mitologia patriarcale pastella nel brodo dell'ignoranza.
Caccia al mito
Su
Google il termine "Hembrismo" corrisponde per la maggior parte alla
definizione di opposto al sessismo". Così mal definito da provocare
molte polemiche. Volendo seguire la definizione,l'embrismo sarebbe
l'opposto del maschilismo( o machismo),ergo per sapere di che si tratta
riproduco come Wikipedia definisce il maschilismo :
Maschilismo
( o machismo) un termine che deriva dalla parola maschio ( o macho) ed è
" un comportamento di prepotenza degli uomini nei confronti delle
donne".
" Il maschilismo è l'insieme degli atteggiamenti,
comportamenti, convinzioni e pratiche sociali finalizzate a giustificare
e promuovere il mantenimento di comportamenti percepiti
tradizionalmente come eetrosessuali e anche discriminatori nei confronti
delle donne"
Grazie Wikipedia. Da ciò si deduce che, il
maschilismo sono i comportamenti, le idee e atteggiamenti socializzati
cioe di comune riconoscimento e ampiamente appresi, con un forte
appoggio della tradizione, quindi,accettati. Il maschilismo ( machismo)
ha poi, un sistema ideologico-simbolico che permette la sua
ri-produzione.
Se l'Embrismo è il contrario del
maschilismo sarà presuntivamente, " un insieme di atteggiamenti e
convinzioni in grado di giustificare e promuovere il mantenimento di
comportamenti percepiti come eterosessuali femminili e anche,
discriminatori nei confronti degli uomini".
Se quando
parliamo di maschilismo, ci riferiamo ad un modo di intendere le
relazioni di genere e,sua volta, un sistema che appoggia questo
concetto, per parte sua, l'Embrismo, sarebbe la risposta equivalente al
maschilismo...
Ma... dove si trova il sistema culturale, la
pratica sociale,l'appoggio della tradizione, la struttura di supporto
che consente la riproduzione del presunto Embrismo?
Come
spiega Beatriz Gimeno : Esiste un movimento, un'ideologia, un pensiero,
una teoria, un testo... che sostenga che gli uomini devono essere
sottomessi alla disuguaglianza così come c'è per noi donne? Che devono
essere spogliati dei loro diritti economici o politici, che debbono
guadagnare meno, che si meritano di essere oggetto di violenza da parte
delle donne, che debbono essere confinati in casa, lasciare il mondo del
lavoro, lo spazio pubblico?
Un altro elemento da
considerare: l'Embreismo contribuisce presumibilmente a mantenere
atteggiamenti eterosessuali femminili, tuttavia, quando qualifichiamo
qualcuna embrista lo facciamo perché questa donna ha dimostrato
comportamenti associati alla mascolinità: violenza, aggressività, senso
di competenza,brama di potere e così via. L'evidente contraddizione di
ciò conferma l''impronta maschilista alla radice del concetto.
Patriarcato: La Realtà
Bene,
dirà qualcuno " però ci sono donne che picchiano i loro mariti o
competono con altre donne o che pensano a favore degli uomini..."
Certo
che ci sono, ma non sono Embriste. Affermare che esiste l'Embrismo è
sostenere che esiste un sistema di dominio finalizzato a soggiogare gli
uomini, sostenuto dalle leggi, finanziato dal sistema bancario globale,
che controlla il potere politico e dei media per mercificare gli uomini e
utilizzare la loro immagine per vendere elettrodomestici; affermare che
esiste l'Embrismo è dichiarare che esiste una ideologia operante nella
società che promuove l'abuso e la discriminazione verso gli uomini: è
affermare che il Patriarcato si è invertito e trasformato in un
sistema di discriminazione contro l'altra parte dell'umanità.
Sappiamo
che non è così.Ciò che esiste è il Patriarcato. Le donne che sono
violente o competono per il potere senza scrupoli, probabilmente hanno
una logica patriarcale con il loro modo di vedere il mondo, però non
sono Embriste... sono molto semplicemente, patriarcali,oppressive,senza
solidarietà di genere. Sono in sintesi,le riporoduttrici del
maschilismo, come la maggior parte donne, consapevolmente o no.
Quando
esiste la violenza della donna verso l'uomo non è Embrismo: è
violenza,rivincita, sentimenti di vendetta. Non esiste la violenza
strutturale da parte delle donne sugli uomini. Il maschilismo ha
supporto culturale, ideologico, simbolico. Se affermiamo che l'Embrismo è
la risposta al Machilismo, dovremmo trovare un sistema che promuove
disuguaglianza trasversale per gli uomini a livello socio-culturale.
Dov'è questo sistema? Non esiste. Se esistesse non potrebbe funzionare,
perché chi presumibilmente dovrebbe amministrarlo, le donne, stanno
soffrendo violenza, discriminazione e sottomissione in vari ambiti della
vita a causa del patriarcato o cercando di liberarsi dall'oppressione
di quest'ultimo.
La Gorgona, nella sua formidabile
potenza, fu anche un'accorta protettora. Non tagliamole la testa, meglio
cominciare a usare la propria. L'Embrismo e l'Embrista sono miti
convenienti del patriarcato, per dividere gli oppressi, in questo caso
le donne,indebolendo così la loro forza. E' un prodotto della vecchia,
ma sempre efficace strategia del "dividi et impera",il racconto del
"Cuco" che non voleva figli perché non gli disobbedissero.
Non
dimentichiamoci che coloro che dominano,gli piace affermare che sono
dominati, mentre i dominati restano tali e vengono considerati nobili e
buoni, fino a quando non si ribellano, perché allora diventano,
criminali e pericolosi, inventando miti affinché il resto abbia paura
della propria libertà: l'embrista, la femminista radicale il nero
risentito, l'indiano ladro, ecc..
Alcuni miti sono inventati per
perpetuare la sottomissione dei molti a favore di pochi e fomentare la
paura del potere di autonomia e di azione che compete per diritto ad
ogni essere umano.
(traduzione di Lia Anita Di Peri Silviano)
martedì 8 novembre 2011
Messaggio di solidarietà dalla Organizzazione per la Libertà delle Donne in Iraq agli Occupy Wall Street
Compagni e compagne di Occupy Wall Street,
I popoli di
tutto il mondo vi stanno osservando, seguono le vostre notizie e sperano
che non solo mostriate la vostra rabbia frustrazione,ma che possiate
realizzare i vostri sogni.
Anche se la democrazia deve garantire a
tutti i popoli lo stesso peso nelle decisioni che riguardano la loro
vita, vi siete visti obligati a scendere nelle strade perché i politici e
i banchieri iprendono le loro decisioni a porte chiuse e affittano
eserciti di polizia , affinché vi rimandino di nuovo a casa, senza che
gestiscano nulla.
Mentre l'uno per cento multimilionario distrugge
i vostri lavori,la vostra salute e la vostra stessa vita, il suo
obiettivo rimangono le banche e non il benessere né il futuro di milioni
di persone innocenti. In tempi di crescita, queste banche si mantengono
grazie al vostro lavoro,che fornisce il lusso a quell'uno per cento,
mentre i loro fallimenti e la loro crisi economica sacrificano le vostre
basiliari risorse e i vostri diritti economici.
Questo 1% è lo
stesso che agì in favore della guerra in Iraq senza ascoltare le milioni
di persone che hanno mostrato,negli Stati Uniti e in tutto il mondo, la
loro opposizione.Con il pretesto della democrazia, quell'uno per cento
forma eserciti immensi per inviarlinon solo contro tutti i popoli del
mondo, ma anche all'interno dei suoi confini.
Una seconda ondata
di rivoluzione globale è cominciata quando il 99%( cioè la classe
operaia internazionale) ha rifiutato la tirannia, l'emarginazione e la
povertà alle quali i governi autoritari capitalistici obbliga ciascuno
di noi. Nonostante l'affermazione di essere rappresentativi, gli Stati
capitalisti fanno sì che il popolo paghi i fallimenti economici dei loro
sistemi politici,con la disoccupazione e i tagli governativi,mentre
salvano le banche con le stesse risorse che il lavoro della gente ha
creato. Evitare la povertà e la fame di miliardi di persone non è mai la
preoccupazione di queste cosiddette democrazie,ma la stabilità del loro
dominio politico. Inoltre, questo stesso uno per cento ricrea lo stesso
modello fallimentare di strutture politiche capitaliste e
"democratiche" nei paesi nuovamente invasi in tutto il mondo.
La
cosiddetta democrazia in Iraq, creata degli Stati capitalisti
occidentali,divide le riserve petrolifere irachene tra l'uno per cento
politico e un immenso esercito di nuova creazione ben addestrato per
schiacciare le manifestazioni di Piazza Tahir in Iraq( attive dal 25
febbraio) con munizioni di guerra, tortura e percosse. Mentre la quasi
totalità degli iracheni stanno ribollendo dalla rabbia in attesa delle
opportune condizioni per rivendicare ciò che è di loro, seguendo con
entusiasmo i vostri progressi dell'iniziativa di occupare Wall
Street,perché il nostro nemico è uno sia statunitense o iracheno. Questo
nemico è quell'uno per cento di sfruttatori senza scrupoli.
Nonostante
i programmi statunitensi di ritiro dall'Iraq siano stati diffusi in
tutto il mondo, noi siamo sicure che le basi militari USA rimarranno
intorno alle nostra città, pronte ad attaccare e schiacciare ogni
rivolta popolare quando ritengo necessario. Anche se gli Stati Uniti
hanno posto iracheni a mantenere i sistemi di disuguaglianza e la
repressione in Iraq,continuerà a mantenere il suo arsenale militare
completamente custodito in previsione del peggiore scenario.
E'
questo che la nostra recente istallata democrazia ci garantisce: la
povertà, la diseguaglianza, la repressione del dissenso e la mancanza di
libertà civili per la grande maggioranza delle persone, soprattutto
donne.
I popoli di tutto il mondo si sono levati per respingere la
cultura della guerra, così come la "democrazia" dei ricchi. E' arrivato
il momento politico nel quale la ricchezza sia uguale per tutti, in
altre parole un sistema socialista, dove le regole del libero mercato
non può far morire di fame miliardi di persone, mentre alcuni si
riempiono le tasche. Che un tale movimento possa essere collegato a
livello globale è qualcosa che sfugge ai sogni più sfrenati della
maggior parte dei visionari, ma il 2011 ha dimostrato che esso è a
portata di mano. e il vostro movimento Occupae Wall Street ha svolto un
ruolo di primo piano.
Se uno spietato uno per cento
pianifica ed organizza la fame e la guerra,il restante 99% ha la
responsabilità della creazione di un mondo migliore, fondato sui valori
di umanità,uguaglianza e prosperità per tutt*. In questo mondo le
decisioni non saranno riposte nelle banch mondiali,né nei capitalisti,
né negli uomini di Stato che li rappresentano,ma nei rappresentanti
diretti della classe operaia.
Fare rivendicazioni a questo uno
per cento non è la soluzione è il momento di una seconda fase. Dopo aver
occupato le strade è il momento di entrare nei castelli e nei palazzi
di questi uno per cento e rivendicare ciò che è legittimamente vostro
per iniziare una nuova era fondata sulla pace internazionale, l'equa
divisione della ricchezza e l'umanità.
Siamo con voi
tutti e tutte e continuiamo a resistere al dominio dell'uno per cento
in Iraq, in Siria, in Tunisia, in Egitto e nel mondo intero.
Viva la lotta dei 99% e abbasso l'1%.
Yanar Mohammad Organizazzione della Libertà delle Donne in Iraq.
domenica 6 novembre 2011
"Levanta la cabeza, eres un libio libre"...
La Comunità nera sfollata prende le strade di Tripoli.
"
Siamo arrivati fin qui per dire alla gente che ci trattano come cani.
Preferisco che mi uccidano qui, non sarò la prima né l'ultima morta",
grida Hamuda Bubakar al suo arrivo alla Piazza dei Martiri, nel centro
della capitale libica.
Questa
giovane di 23 anni è una dei duecento sfollati arrivati alle caserme di
Tarik Matar,alla periferia di Tripoli. Come tutti i suoi compagni/gne,
Bubakar è anche nera.
" Abbiamo vissuto più di due mesi in quelle
baracche" spiega Aisha che preferisce non dare il suo nome completo. "
Martedì notte i ribelli di Misurata hanno portato via sette dei nostri
giovani. Non sappiamo più nulla di loro" continua questa donna di 40
anni.
Molte donne degli accampamenti sono state rapite e violentate nelle ultime settimane- ha aggiunto.
Nella piazza il già pesante traffico si congestiona definitivamente, e gli animi dei soldati che custodiscono la piazza si scaldano.
" Dovremmo ucciderli tutti qui stesso,così come abbiamo fatto a Misurata", esclama un giovane vestito con mimetica, prima che i suoi compagni lo zittiscano.
Un'ora dopo, la pressione dei miliziani sostenuti da decine di clacson impazienti riesce a sciogliere i manifestanti.
" Ci chiamano gheddafisti, ma ci odiano anche per il colore della nostra pelle. " Tutti i neri della Libia stiamo soffrendo per questa ragione" si lamenta Rahman Abdulkarim mentre si appresta a ripercorrere il lungo cammino. Rivedrà tra poco, gli immensi quartieri di cemento a sud di Tripoli. Le baracche sono oggi le case di mille sfollati bastioni gheddafisti come Bani Walid a 150 km. a sud-est di Tripoli - Tawergha o anche di Abu Salim, l'ultimo distretto nella capitale libica a cadere nelle mani dei ribelli.
(...)
" Molti arrivano dopo aver trascorso giorni vivendo in spiaggia, la maggior parte ha paura di camminare per la strada, racconta il volontario Abudheer, che riferisce siano 27.000 il numero dei tawerghesi sfollati principalmente tra Tripoli e Bengasi, la seconda città della Libia.
Lo scenario di persone assemblata nella baracche circondate da filo spinato sul quale stendono i vestiti si ripete a Tarik Matar.
Nella stanza che divide con altri otto membri della sua famiglia Azma mostra una foto di chi manca. Il 13 settembre suo fratello Abdulah fu fatto uscire dalla macchina nella quale viaggiva con i suoi tre figli e la sorella in un posto di blocco alla periferia di Tripoli.
L'ultima cosa che abbiamo saputo di lui ce l'ha detta l'autopsia : Lesioni multiple causate da oggetti solidi e flessibili in tutto il corpo, in particolare, testa e torace"
Di fronte a questo antecedente,i familiari dei sette giovani rapiti martedi scorso, temono uguale destino.
Mabrouk Mohammad, anch'egli sfollato nel campo di Tarik Matar, dedica ora la sua vita per coordinare l'ingresso di cibo e rifornimenti per il plesso, molti delle quali arriva attraverso iniziative private.
" Abbiamo bisogno di sicurezza nel luogo dove siamo oggi e che quelli di Misurata ci facciano tornare nelle nostre case, senza paura di ritorsioni" dichiara davanti alla porta della caserma- supermercato un ex professore di educazione fisica.
Ma tornare alla natale Tawergha è un sogno che, la maggior parte, ha smesso di accarezzare.
Non riescono neppure a garantire la loro permanenza in un posto tanto precario come questo.
(...)
Web Islam
(traduzione di Anita Lia Di Peri Silviano)
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