Mentre arrivano notizie di abusi contro le donne da ogni angolo dal pianeta, mentre il governo spagnolo ha attaccato il diritto al aborto ed ha disposto tagli alla sanità indebolendo ulteriormente la salute riproduttiva delle donne, c’è un’oasi, o in questo caso un’isola, dove i diritti della donna avanzano. Lentamente ma senza sosta, si consolidano gli esistenti e si portano a termine ogni giorno campagne e azioni per eliminare le discriminazioni residuali.
L’epoca coloniale
Le
donne latinoamericane, come tutte le donne del mondo, sono state occultate o
denigrate dalla storia ufficiale. Tuttavia, ritroviamo documentazioni
attraverso giudizi, i tribunali della “sacra inquisizione”, i distinti processi
nei quali furono vittime e, attraverso di essi ci rendiamo conto delle gravi
condizioni in cui vivevano, come tentarono di costruire una controcultura
differente alla quale furono in principio predestinate (1).
A
Cuba, dai tempi della colonia, la donna creola, spesso colta e benestante,
aveva potere su schiave e schiavi e sulle sue tenute o proprietà. Queste donne
che, per via della loro ricchezza, non erano destinate ai compiti domestici,
trovarono il tempo di sviluppare interessi culturali; da lì sorsero le donne
istruite che nei secoli XVIII e XIX condizionarono molto la storia dell’isola
di Cuba. Una di esse sarà Gertrudis Gómez proprietaria delle Piantagioni di
noccioli, romanziera romantica, che nacque in Cuba e visse nell’isola fino
all’anno 1836. Sviluppò un’importante opera letteraria. In una delle sue prime
memorie, sottolinea l’esperienza di arrivare ad una città come Coruña e
sopportare che le dicessero di non sapeva fare niente, perché non sapeva
cucire, né cucinare, giacché non sviluppò nessuno dai compiti destinati alle
donne.
D’altra parte molte schiave che
facevano parte della servitù, fuggirono trasformandosi in così dette “donne
selvagge”, si rifugiarono sui monti sole o accompagnate da uomini.
Questi sono i due mondi nei
quali si sviluppa la condizione femminile cubana, secondo gli studi della
professoressa Luisa Campuzano (2).
La lotta anti coloniale
Con
questi precedenti, le donne cubane parteciparono attivamente alla lotta
anti-coloniale ed esposero già in quel momento la loro rivendicazione del
diritto al voto, al divorzio, il diritto al lavoro, eccetera. Questa guerra,
provoca una grande emigrazione, soprattutto negli USA, dove le donne cubane
dedicano molto lavoro all’ indipendenza dell’isola.
L’indipendenza
Quest’attiva
partecipazione femminile, si vedrà plasmata nel conseguimento di una serie di
diritti. Da 1917 le donne a Cuba acquisiscono tutti i diritti giuridici in
relazione col suo patrimonio; possono possedere proprietà e inoltre possono
venderli e amministrarli senza autorizzazione le proprietà di genitori o dei
mariti. Inoltre, dal 1918 si riconosce il diritto al divorzio.
Si
promulga in largo anticipo, rispetto al resto del mondo, una legge sulla
maternità, una legge che regola il lavoro femminile e che stabilisce uguale
salario per donne e uomini per lo stesso lavoro.
Si
creano una moltitudine di organizzazioni femminili, alcune operaie, perfino le
donne nere attraverso di esse intervennero attivamente in politica. Dopo il
trionfo della rivoluzione contro il dittatore Gerardo Machado, nel 1934, la
donna cubana ottiene, tra gli altri, il diritto al voto.
Nel
1939 si realizzò il Terzo Congresso Nazionale delle Donne nel quale riescono
finalmente a riunirsi tutte queste organizzazioni, presentando un fronte che
organizzerà tutta una serie di proposte e che struttura un programma che
troverà riflesso nella 1a costituzione cubana del 1940 che fu uno dei documenti
più progressisti nel mondo, nella prima metà del secolo XX. La stessa
Costituzione, benché di carattere borghese nella sua essenza, dispose
l’uguaglianza di tutti e di tutte le cubane davanti alla Legge, dichiarava
illegale e punibile ogni discriminazione per ragione di sesso, razza, colore o
classe e qualunque altro attacco alla dignità umana, stabiliva inoltre il
suffragio universale, ugualitario per tutta la cittadinanza. Proclamava
l’uguaglianza dei diritti tra i coniugi nel matrimonio e la pienezza della
capacità civile della donna sposata senza che avesse bisogno di licenza o
autorizzazione maritale per dirigere i suoi beni, esercitare liberamente il
commercio, l’industria, le professioni, il mestiere o le arti e disporre del
prodotto del suo lavoro. Riconosceva anche il diritto della donna all’impiego e
a ricevere uguale salario rispetto agli uomini per lo stesso lavoro. Conformemente
ci fu la proscrizione dei latifondi. Questi e altri postulati purtroppo non si
materializzarono e si creò un’incongruenza tra i diritti proclamati e quelli
praticati (3).
La lotta per una Cuba indipendente e socialista
Nella
lotta rivoluzionaria, durante la prima metà del secolo XX, la donna cubana non
si limita a lavori di retroguardia o ruoli tipicamente femminili, ma viene
incorpora attivamente nella lotta politica e nella guerrigliera e rientra a fa
parte della direzione politica.
Negli
USA molte donne cubane lavorarono attivamente per l’ottenimento di fondi e
l’appoggio politico alla lotta rivoluzionaria. Dentro Cuba, nella
clandestinità, formarono il “Fronte Civico delle Donne Martianas” e condivisero
la lotta sindacale, politica ed armata. Il 26 Luglio del 1953,
nell’assalto alla Caserma Moncada, partecipano in prima linea Haydée Santamaría
e Melba Hernández (4). In questi anni le donne soffrirono molto per i loro
ideali, subirono la repressione più terribile, erano stuprate, torturate, imprigionate
e, molte di esse, assassinate.
Posteriormente
si costituisce il Movimento 26 di Luglio (5) che non è identificabile solo con la
guerriglia della Sierra Maestro, ma è un movimento politico e militare che
mette radici in tutto il paese. Molte donne fanno parte del movimento nelle
città, ma partecipano anche attivamente alla guerriglia. Nella Sierra Maestro
si creerà il “Plotone Femminile Mariana Grajales” (6), del quale faranno parte tredici
donne, tra le altre Celia Sánchez Manduley, Delsa Esther Puebla Viltre, Vilma
Espín Guillois, Haydée Santamaría e Melba Hernández, tutte con un passato nella
lotta politica e sociale (7).
La Rivoluzione
Al
trionfo della Rivoluzione, si legifera ampiamente per consolidare
l’eliminazione di qualunque tipo di discriminazione, e soprattutto per
proteggere i diritti dalla donna. Quando viene promulgata la prima legge,
quella della Riforma Agraria, il primo titolo per le proprietà delle terre è
concesso simbolicamente ad una contadina nera, figlia di immigranti haitiani collocati
nella zona più povera del paese, l’oriente dell’isola.
L’incorporazione
della donna al lavoro salariato è massiccia e questo porta conseguentemente
alla creazione di tutta una serie di servizi sociali come asili, case di cura
per le persone anziane, etc., per coprire tutti i compiti di cura che il
patriarcato impone alle donne.
Nel
1960 si fonda la Federazione di Donne Cubane (FMC) che raggrupperà le 800
associazioni femminili che esistevano già dal trionfo della Rivoluzione. Il suo
compito è riuscire nel pieno esercizio dell’uguaglianza dei diritti per la
donna in tutti gli ambiti e i livelli della società (8). Una delle sue prime
creazioni è quella delle “Case di Orientamento per la Donna e la Famiglia”, con
squadre multidisciplinari nelle quali, tra le altre cose, attualmente si lavora
per contrastare la violenza di genere.
Oggigiorno,
la Federazione coordina programmi tra diverse istituzioni governative e non
governative su salute, educazione, i diritti delle donne contadine, le scienze
e le ricerche, l’educazione sessuale e la pianificazione familiare.
Nel
1975 si promulga il Codice di Famiglia vigente che impone l’uguaglianza dei
diritti tra l’uomo e la donna, tanto nel matrimonio quanto nel divorzio, in
relazione a figli e figlie, etc. (9). Nonostante, manchino molti aspetti da legiferare,
per esempio offrire anche all’uomo la licenza di paternità, si stabilisca come
per la donna di condividere il compito di cura del bebè dal primo anno di vita.
Nel 1979, Cuba fu il primo paese al mondo a firmare la “Convenzione
Sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro la Donna” e
il secondo a ratificarla. Fino al 2011, solo 185 paesi l’avevano ratificata,
mentre Stati Uniti e Sudan del Sud, l’avevano firmata ma non ratificata. Solo
otto paesi tra cui l’Arabia Saudita, gli Emirati, l’Iran, la Somalia, il Sudan e
il Vaticano non hanno ancora firmato la convenzione. 10)
Le sfide attuali
Tuttavia,
il machismo e la discriminazione non sono del tutto spariti con la
promulgazione delle leggi; è necessaria un’analisi di genere sulle ragioni di quest’oppressione
e politiche più attive contro di esse.
In
Cuba, tutti i diritti riferiti alla tutela della salute e la dignità della
donna sono riconosciuti, la salute sessuale e riproduttiva è garantita, come l’educazione
sessuale e la pianificazione familiare, la maternità è retribuita per un anno, …….)
e i dati degli organismi internazionali sulla mortalità infantile e sulla
mortalità materna dimostrano i progressi compiuti in questi ultimi anni.
Il
“Comitato di Esperte” per l’eliminazione della discriminazione contro la donna
delle Nazioni Unite considerò, nel suo 15° periodo di sessioni, che la
“legislazione cubana relativa all’uguaglianza tra uomini e donne è una delle
più progredite in tutta l’America Latina “. 11)
Le
politiche sociali e le strategie di sviluppo economico del governo
rivoluzionario cubano, dal 1959, ebbero come obiettivo fondamentale
l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione e sfruttamento per motivi
di classe, razza e genere. Da allora, si sono progettate ed implementate
politiche pubbliche il cui proposito strategico è sempre stato quello
cancellare le barriere culturali, ideologiche, psicologiche, economiche e
sociali che tennero sempre le donne in condizioni di subordinazione e
marginalità.
Uno
degli esempi più importanti, soprattutto nell’attuale situazione di crisi
economica, è quello delle “Commissioni di Coordinamento dell’Impiego
Femminile”, dirette a migliorare la partecipazione lavorativa delle donne ed
evitare, tanto le discriminazioni nella contrattazione come nella permanenza
nel lavoro. Le commissioni sono integrate con la FMC, la CTC, Centrale di Lavoratori
Cubani e il Ministero di Lavoro e Previdenza sociale. Grazie alla sua gestione,
migliaia di donne ebbero accesso all’impiego, in forma diretta o attraverso
modalità di corsi di abilitazione.
Anche
lo stato, creando questa nuova fonte di impiego, pensò di proteggere questi
lavoratori col regime di previdenza sociale. Per proprio conto le donne che
lavorano comunque possono contare sulla protezione nella maternità, nell’invalidità
totale, temporale o permanente, pensione o morte del marito. Tutto questo è
riportato nel Decreto-legge. 278 del 30 di settembre 2010.
Negli
ultimi anni, una nuova generazione di donne si è incorporata a questa lotta con
nuove visioni, nuovi atteggiamenti e nuove idee. Dalla Federazione di Donne
Cubane, FMC, e altri organismi, si analizza e si propongono politiche per
offrire un nuovo impulso, dalla prospettiva di genere (13); alla lotta contro
la discriminazione nell’accesso a determinate professioni o luoghi di potere tanto
in politica, come nell’imprenditoria o nell’amministrazione, all’eliminazione del
sessismo nel linguaggio (14); alla lotta contro la violenza maschilista (15);
all’impulso di nuove politiche educative, campagne affinché il lavoro domestico
sia condiviso per tutte e tutti i membri della famiglia; alla valorizzazione
dell’immagine della donna nei mezzi di comunicazione (16), eccetera.
È fondamentale il lavoro realizzato dal CENESEX (Centro Nazionale di
Educazione Sessuale), nella
lotta al machismo, al sessismo, al diritto alla diversità sessuale (17). In
questo campo bisogna ricordare che a Cuba, negli anni 80, si realizzano
operazioni di ri-assegnazione del sesso (cambio di sesso) e che queste sono
gratuite e a carico dello stato (18). Anche nell’agenda legislativa del 2012
del parlamento di quel paese, si descrive il dibattito destinato a studiare la
legalizzazione dell’unione tra persone dello stesso sesso, il suo
riconoscimento nel nuovo Codice di Famiglia e i loro diritti patrimoniali e
personali (19).
Con
l’attuale crisi economica mondiale, le donne sono le più danneggiate con la
perdita d’impiego e la loro precarizzazione. La riduzione della spesa nelle
politiche sociali, per esempio i fondi di aiuto a persone dipendenti, obbliga
le donne a ritornare al ruolo di badanti e balie. Le prime misure che ha
adottato il governo del PP in Spagna vanno direttamente all’attacco dei diritti
sociali ed economici acquisiti dalle donne e nel ricollocarle sotto il dominio
della morale cattolica nella vita pubblica e nella vita privata, riattaccando,
per esempio, il diritto all’aborto.
Tuttavia
a Cuba, a dispetto dei vari problemi trascinati per decadi per via delle
pessime conseguenze create dal blocco economico e da alcuni errori governativi,
e ora dalla crisi economica mondiale, i diritti sociali si conservano e questo
succede a priori. Chi più trae beneficio dei diritti acquisiti e conservati
sono proprio donne. Si difendono in tutte le province, le “Commissioni” di
Impiego Femminile, si dà molta importanza alla conservazione dell’impiego
femminile, godono di speciali protezioni le madri single, le donne disabili, s’incoraggia
la partecipazione delle donne nelle cooperative agricole e nei lavori di
artigianato. In sintesi come migliaia di donne gridarono per strade, “Senza
Donne non c’è Rivoluzione” e “La Rivoluzione Sarà Femminista o non Sarà.”
Di Maddalena
Celano
1) molte di queste affermazioni
sono raccolte in “Io con la mia vivacità; testi di conquistatrici, suore,
streghe e altre donne della colonia”, della saggista Luisa Campuzano e
Catharina Vallejo.
2) delibera “Equità di genere a
Cuba”, per Luisa Campuzano http://www.cubainformacion.tv/index…
3) costituzione di 1940:
http://www.cubanet.org/ref/dis/40_1.htm Donne con diritti. Un avvicinamento
dalla legislazione cubana: http://vlex.com/vid/mujeres-diritto…
4, in questa intervista) Melba
conta come fu possibile la partecipazione di queste due donne nell’assalto al
Moncada http://www.sierramaestra.cu/index.p…
5)
http://www.ecured.cu/index.php/Movi…
6) Mariana Grajales è la madre
dei Maceo (eroi dell’indipendenza cubana) inoltre, lei stessa partecipò a
quella lotta, morendo in esilio nell’anno 1803.
http://www.ecured.cu/index.php/Mari…
7) plotone Mariana Grajales:
donne in prima linea di combattimento: http://www.lademajagua.co.cu/index….
8)
http://www.eurosur.org/FLACSO/mujer…
9)
http://www.gacetaoficial.cu/html/co…
10)
http://www.un.org/womenwatch/daw/ce…
11) relazione del Comitato per
l’eliminazione della discriminazione contro la donna nel suo 15° periodo di
sessioni. CEDAW. 31 Gennaio di 1996
12) Pensa per proprio conto nel
lavoro: http://www.mujeres.co.cu/articulo.a…
13)
il genere è un elemento costitutivo delle relazioni sociali e
contemporaneamente una macchina sociale che segna la sessualità, la divisione
sociale del lavoro e tutte le relazioni sociali (Joan Scott.) Il genere si
costruisce socialmente e storicamente, non in maniera isolata, ma continua a
delinearsi in articolazioni con altre relazioni sociali come la classe, la
razza, l’etnia che operano in tutti gli ambiti della vita delle persone,
Carolina Aguilar. 2001.
14) Androcentrismo, violenza e
sesso nel linguaggio popolare cubano: l’Eredità schiavista.
http://www.cubainformacion.tv/index…
15)
http://www.eumed.net/libros/2011a/9…. Violenza di genere: mancanze per
camminare: http://www.cubainformacion.tv/index…. Mascolinità cubane contro la
violenza di genere: http://www.cubainformacion.tv/index…
16) una cubana convinta che
rimane ancora da fare se di Genere e Comunicazione si tratta:
http://www.cubainformacion.tv/index…. Genere e Comunicazione: Sfide in un nuovo
sguardo: http://www.cubainformacion.tv/index…
17)
http://www.cenesexualidad.sld.cu /
18)
http://www.cubadebate.cu/noticias/2…
19)
http://www.cubasi.cu/index.php?opti…
Altre informazioni e fonti
http://www.cubainformacion.tv/index…
http://www.sierramaestra.cu/derecho…
Cuba, quarto nel mondo per
numero di parlamentari:
http://www.mujeres.co.cu/elecciones…
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