lunedì 29 aprile 2013

Le donne,le grandi assenti nei libri di testo


 di Cristina E. Lozano






 I libri di testo servono e sono serviti sempre a trasmettere conoscenze, valori e modelli di comportamento. Ma qual è il ruolo che hanno in essi le donne? Sebbene la legislazione scolastica difenda l'uguaglianza, molto del materiale didattico continua a trasmettere stereotipi di genere relegando le donne ad una chiara marginalità. E' la conclusione della ricerca Presenza e trattamento della donna nei libri di testo : Invisibilità, trasversalità o miscuglio politicamente corretto realizzata dalla storica Judit Gutiérrez Sánchez e diretta dalla anch'essa storica María Jesús González Hernández, titolare della cattedra di Storia Contemporanea presso l'Università di Cantabria,che i suoi allievi sicuramente ricorderanno per la passione con la quale spiegava l'evoluzione del movimento suffragista femminile.

Gutiérrez Sánchez dà buona prova del diverso trattamento che ricevono le une e gli altri nei materiali scolastici. Nelle sue pagine, la presenza delle donne raggiunge solamente il 16,3( rispetto all'8,7% raggiunto dall'uomo), mentrela più recente ricerca da lei consultato dichiara che mentre essi appaiono con il nome proprio in una proporzione di 67 su 100, esse lo fanno solo del 7,6 per cento).

"Non si tratta di compiere una distribuzione paritaria della quantità, ma di includere le donne nel discorso storico. L'assenza della donna nel linguaggio,nelle immagini e nelle problematiche delle quali è la protagonista non è solo un fatto, ma si presume che sia normale. Quando appaiono è come un'aggiunta, una pezza, o 'quota'che sembra non collegarsi al resto del testo. E,a volte, neppure compare. Il contributo delle donne alla società è considerato di scarsa importanza e non è fondamentale  per la spiegazione che si sviluppa" -spiega la  ricercatrice. La quale ad un certo punto si domanda - così anche Rosa Peñalver Pérez - "come può insegnarsi la Storia, il Pensiero, la Letteratura, senza Ipazia di Alessandria,senza Maria l'ebrea, senza Rosa Luxemburg, senza Leonor Lopez de Cordoba, senza Mary Shelly senza Emilia Pardo Bazán, senza Virginia Wolf,tra la lunghissima lista di donne indiscusse al giorno d'oggi per qualsiasi manuale con un minimo di rigore storico e intellettuale ". E i dati non sono migliori riguardo alle illustrazioni: le donne appaiono spesso nelle immagini all'interno di una coppia o in un gruppo misto. E, per quanto riguarda le professioni ", il genere femminile è mostrato più spesso in ambito domestico,culturale-artistico ( più come consumatrici,che come produttrici), economico (in generale come realizzatrici di attività di consumo) e religioso, mentre il maschile si dedica alla politica,la cultura e la produzione scientifica.

"Si tratta di un'evidente separazione sessuata degli ambiti tra la sfera pubblica - più apprezzata- e quella privata collegata al domestico. Non è solo che gli uomini sono nominati nei testi in maggior misura rispetto alle donne, ma si trasmette che il loro specifico contributo alla costruzione del mondo è di maggiore rilevanza ", puntualizza Gutiérrez Sánchez.

Questa storica sa che i suoi futuri alunni e alunne troveranno nei libri non solo la conoscenza, ma anche riferimenti: "Durante l'adolescenza si cerca lo specchio dove riflettersi e nei libri di testo, per le ragazze, quello che c'è sono miraggi. O dobbiamo affermare che  una giovane di oggi deve identificarsi con una beata medievale come Santa Teresa di Gesù, una delle figure femminili che si ripete frequentemente nel materiale didattico?"

                                                                                                                           


Gutiérrez Sánchez riserva comunque un pò di spazio alla speranza."La legislazione -dichiara - la storica-  in tutti i settori legati all'istruzione sostiene l'uguaglianza, ma questo non si verifica. E' necessario che gli accademici si assumano la responsabilità"

 
E' possibile utilizzare materiali didattici non sessisti che completino le spiegazioni del testo e si possono eseguire attività.
La storica è convinta che i libri di testo sono migliorati nel tempo, ma che ancora c'è molto da fare: " Adesso non si usano più immagini, parole o frasi che sono denigratorie per la donna,ma non è abbastanza. Abbiamo bisogno di eliminare, gli esempi, le espressioni e i contenuti discriminatori e dobbiamo parlare della discriminazione esistente nei libri. L'uso del linguaggio le appare fondamentale: "abbiamo talmente interiorizzato il discorso maschile che a volte è dificile un linguaggio che includa con naturalezza la donna, che non comporti uno sforzo ulteriore.  Si può parlare di gruppo misti,le nostre risorse linguistiche lo permettono. In questo modo eviteremo due ordini di problemi:  l'esclusione del femminile e le confusioni causate dall'uso generico del maschile. Dobbiamo  finirla di giustificare l'uso del maschile  generico adducendo la scusa dell'economia della lingua".

Gutiérrez Sánchez è convinta che " devono essere affrontate nelle aule le spiegazioni delle divisioni dei ruoli che hanno causato la superiorità maschile nella storia e i movimenti emancipatori che hanno dato origine al femminismo". Dobbiamo far sì che il femminismo sia qualcosa di vicino e che si capisca, anche se tarderà ad essere condiviso nella società. Dobbiamo ottenere che il femminismo  sia una cosa naturale e che il femminile non venga valutato negativamente"- sottolinea.
Lei lo ha chiaro: "Se ci insegnano una visione del mondo senza donne, un mondo pieno di protagonisti maschili che fanno grandi scoperte e conquiste per l'umanità, ci stanno insegnando un mondo in cui la donna non conta. E non è giusto privarci della nostra memoria, della nostra identità e della nostrea storia, perché di questo si tratta: di giustizia"



pikara magazine

(libera traduzione di Lia Di Peri)