sabato 24 settembre 2011

Femminicidio: Trovata morta Gabriela Arlene Benítez Ybarra, la studentessa desaparecida a Jalapa.

Per tre mesi i parenti della giovane e le organizzazioni cittadine avevano cominciato a cercarla immediatamente. 
Il procuratore di giustizia dello Stato di Veracruz minimizzò la vicenda dichiarando che Gabriela aveva abbandonato la sua casa stufa dei rimproveri della madre.

Ieri, 23 settembre, il corpo di Gabriela è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione con segni evidenti di violenza sessuale e mutilazioni. 
La minore è stata assassinata dopo essere stata a lungo oltraggiata sessualmente e seppellita nel Santuario de las Garzas, luogo dove sono state assassinate altre donne soprattutto minorenni i cui assassini sono rimasti tuttora sconosciuti.
 el sexenio

 
 

venerdì 23 settembre 2011

Colombia: Uccisa la giudice che indagava su un sottotenente accusato di stupro e di omicidio di tre bambini.

Sono intoccabili i militari in Colombia?

Ieri, 22 settembre è stata assassinata Gloria Constanza Gaona, la giudice istruttore di Saravena, Auraca (Colombia) che stava indagando su di un sottoufficiale dell'esercito per la morte di tre bambini e lo stupro di una di essi.
Diversi  altri casi nei quali vedono coinvolti membri delle Forze Armate, gli investigatori hanno subito minacce, attacchi, o molestie da fonti non sempre identificate ( o identificabili).
Anche se ciò non si verifica in tutte le indagini che vedono coinvolti militari o  sono accusati dei militari,eppur vero che in diverse occasioni chiunque abbia iniziato a processarli ha avuto problemi.

Questo ultimo caso si aggiunge agli altri in cui giudici, pubblici ministeri e testimoni che hanno avuto un ruolo contro i militari sono andati incontro ad un fatale destino.


Gloria Gaona Constanza


La giudice uccisa che si occupava  di processi per terrorismo e ribellione nella regione, aveva raggiunto notorietà quando iniziò ad occuparsi del caso di tre bambini uccisi lo scorso anno ad Arauca.

Nell'ottobre del 2010 due fratelli, rispettivamente di 6 e  9 anni e la loro sorella di 14 anni furono trovati morti in una fossa comune nel villaggio di Caño Tembladores. Il corpo della ragazza mostrava segni di violenza sessuale. Il padre dei bambini, Alvaro Torres, ha sempre  sostenuto  che l'assassino e stupratore faceva parte dell'Esercito e che poco prima dell'assassinio aveva ricevuto una visita sospetta da membri dell'unità militare di Tame. Il 3 novembre, un sottotenente della Brigada Móvil No. 5, Raúl Muñoz, confessò di avere avuto rapporti sessuali con la ragazza uccisa e con un'altra bambina,Flor Amarillo di 13 anni sostenendo che erano stati rapporti consensuali e che nulla aveva a che fare con l'omicidio. Dopo la confessione fu arrestato dagli agenti del CTI del procuratore.

Nel mese di dicembre, il Pm che aveva avviato l'inchiesta a fine ottobre, rinviò a giudizio Munoz davanti al Tribunale penale Circuito Saravena. Da allora  la giudice Gaona si occupò del caso. Respinse  la domanda degli avvocati della Difesa militare di applicazione della scadenza dei termini e li accusò di utilizzare tattiche dilatorie, alla fine due degli avvocati rinunciarono al mandato. Inoltre 'rimproverò' pubblicamente la difesa di usare "trucchi". Per questo pochi giorni fa aveva annunciato che avrebbe inviato copie dei fascicoli  al Consiglio Superiore di Giustizia affinché indagasse sugli avvocati di Mundoz, membri del Difesa Militare DEMIL.

Il Mediatore del Popolo, Volmar Perez, aveva chiesto che il processo venisse spostato in altro paese per motivi di sicurezza, ma la giudice Gaona non aveva segnalato minacce o chiesto una protezione. Il governo ha offerto una ricompensa di 500 milioni a chi fornirà informazioni sugli assassini,mentre Luis Eduardo Ataya, Governatore  di Arauca, ha dichiarato che è stato identificato già il killer responsabile.

Gli altri casi

Maria Stella Jara

E' stata la giudice che ha condannato a trent'anni di carcere il colonello Alfonso Plazas Vega nel giugno dell'anno scorso quando era giudice della Terza Sezione Penale Specializzata di Bogotá. Dopo questa sentenza sono aumentate le minacce cominciate nel 2009, quando il caso era arrivato a lei. Nell'agosto di quest'anno è stata costretta ad esiliare. Aveva denunciato  pubblicamente nel 2009  di essere vittima  di intimidazioni  per influenzarla nella decisione finale nel caso di Plazas Vega.  Degli sconosciuti avevano tentato di penetrare nella sua casa. Nel settembre dello stesso anno aveva  riferito che le intimidazioni erano divenute minacce. Ha ricevuto un epitaffio per il suo funerale e una lettera attribuita ad un paramilitare che le faceva le condoglianze per la sua morte e  quella della sua famiglia allegando una colonna dove criticava la sua parzialità nel processo.
Era inoltre apparso un rapporto falsificato nel quale un presunto testimone aveva dichiarato che una rete di narco-trafficanti aveva corrotto la giudice Jara affinché si pronunciasse a favori dei suoi membri. A gennaio del 2010 furono stabilite misure di protezione per la giudice e la sua famiglia che però sono diventate esecutive quando la giudice denunciò i suoi problemi di sicurezza in una pubblica udienza. inoltre la stessa Jara ha dichiarato che è dovuta ricorrere alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani per chiedere misure cautelari, dato che in Colombia nessuno credeva che la sua vita fosse in pericolo. Due settimane dopo la sentenza è esiliata in Germania da dove ha criticato la persecuzione che subisce il potere giudiziario.

I Procuratori dei falsi positivi.

Alla fine del 2008 si scoprì che dal 2003 alcuni membri dell'esercito camuffavano i civili morti come scontri con guerriglieri in maniera da aumentare le statistiche di efficacia e l'accesso a determinati benefici. Diversi organismi di controllo hanno cominciato ad investigare  e dal 2009 la Procura sta indagando su 943 persone e il procuratore 1043 casi. Nel marzo del 2010,Christian Salazar rappresentante in Colombia dell'Alto Commissario per i diritti umani presso le Nazioni Unite, ha presentato il  rapporto  del 2009 sulla situazione dei diritti umani in Colombia. La relazione indica che in quell'anno ci furono minacce di morte e la pressione sui pubblici ministeri e investigatori relative a cause di falsi positivi, così come dichiarato da alcuni soldati che hanno deciso di collaborare con il processo.

Ángela María Buitrago

Buitrago è stata la procuratora incaricata davanti alla Commissione di Giustizia dal 2005. Ha sbloccato  il processo e chiesto la condanna a trent'anni di Alfonso Plazas Vegas. Per la fermezza con la quale ha condotto questo caso, i media l'hanno soprannominata " la procuratora di ferro". Nel settembre dello scorso anno è stata sollevata dall'incarico per ordine del procuratore Guillermo Mendoza Diago nel momento in cui la Buitrago chiamò a deporre tre generali in pensione per l'omicidio del giudice Carlos Horacio Uran durante il ritorno al  Palazzo di Giustizia.
Mendoza Diago ha dichiarato che la giudice è stata sollevata a causa della sua inefficienza, perché aveva 54 indagini che non aveva toccato dal 2008 anche se si è scoperto che la congestione della sua attività non era maggiore a quella di altre procure.

Javier Giraldo

Nel 2005 un Comitato di procuratori dell'Unità nazionale dei Diritti Umani  si era recato a a San Jose de Apartado, Antioquia, due mesi dopo la strage nella quale vennero uccisi tre bambini e cinque adulti e fu ricevuto a colpi di fucile e fuochi di mortaio, mentre cercava di investigare sul fatto.
Inoltre la ex sindaca Gloria Cuartas e il sacerdote gesuita Javier Giraldo resero pubbliche le minacce alla loro vita dopo aver denunciato il coinvolgimento dei militari nel massacro.  Giraldo ha anche accusato nel 2008,il generale  in pensione Rito Alejo del Rio di complicità in almeno 200 crimini commessi dall'esercito nella zona di Uraba. Dal 2008 la Commissione interclessiastica di Giustizia e Pace della quale fa parte Giraldo subisce minacce. In più nel 2010 sono apparsi graffiti a Bogotà nei quali si chiede la morte di Giraldo acusandolo di "Curia marxista".

Jorge Lara

Nel 2002 fu assassinato a  Medellín il giudice penale militare Jorge Lara. Lara era capo responsabile dell'indagine sulla morte di sei bambini per un errore militare a Puerto Rico, Antioquia. Per due anni, l'esercito aveva accusato la guerriglia per l'uccisione di bambini, però tre mesi prima dell'assassinio di Lara i militari confessarono la loro responsabilità.


Kaos en la red

(Traduzione di Anita Lia Di Peri Silviano)



Gaona, la giudice assassinata

martedì 20 settembre 2011

Terremoti giapponesi

Una bella pagina di storia della libertà femminile.


Terremoti giapponesi

di Riccardo Venturi 

Itō Noe era nata il 21 gennaio 1895 a Imajuku, sull'isola di Fukuoka. La aspettava, come tutte le giapponesi, una vita di obbedienza assoluta ad ogni tipo di autorità in una società rigidamente gerarchica, codificata, ritualizzata. Giapponesi come geishe, come complemento portafigli, come prigioniere, come escluse; Itō è una deviazione.

Dotata di temperamento artistico, si iscrive alla scuola femminile di Ueno, a Tokyo; non le sarebbe del resto stato possibile fare altrimenti, in un'epoca in cui non esistono classi miste (né in Giappone, e né altrove). A 15 anni, mentre è ancora a scuola, sposa un tale Fukutaro, di vent'anni più vecchio di lei; costui si impegna a sostenere la sua formazione artistica e culturale, ma non è minimamente in grado di tenere fede a quanto sottoscritto. Del resto, Itō non era minimamente innamorata di lui; lo aveva sposato con la speranza di emigrare negli Stati Uniti. In seguito, confiderà alla sorella che, una volta arrivati in America, lo avrebbe immediatamente lasciato. Poco dopo il matrimonio, Itō stringe una grande amicizia con il suo insegnante di inglese, Jun Tsuji.

Jun Tsuji è a sua volta uno che ha preso un'altra strada, e assolutamente impervia. E' un anarchico dichiarato, e il primo traduttore in giapponese dell'Unico e la sua proprietà di Makusu Sutiruneru, vale a dire Max Stirner. Una sedicenne giapponese che si avvicina all'anarchismo è qualcosa di assolutamente impensabile nel Giappone dei primi anni del '900; l'amicizia con Jun Tsuji si trasforma in amore e impegno politico. Diplomatasi a 17 anni, Itō Noe entra nella Seitō-sha, una scuola artistica semiuniversitaria femminile; quasi immediatamente inizia a collaborare con la rivista di blanda avanguardia pubblicata dalla scuola, e che reca lo stesso nome.

A 18 anni e mezzo lascia il marito, che non è più nemmeno in grado di sostenerla economicamente; sei mesi dopo sposa Jun Tsuji, dal quale ha due figli. A vent'anni è già redattrice capo della rivista, alla quale imprime subito una svolta radicale. Da blanda rivista artistica femminile, seppure "tenuta d'occhio" e invisa alle autorità, Seitō diviene una pubblicazione di critica sociale radicale e femminista. Uno dei primi atti, è la traduzione e la pubblicazione di The Tragedy of Woman's Emancipation di Emma Goldman; nel frattempo, Itō ha conosciuto uno dei principali anarchici giapponesi, Osugi Sakae, che la aiuta nella traduzione e nella pubblicazione. Osugi è, a sua volta, il redattore capo della rivista libertaria Heimin Shinbun ("Giornale dell'uomo del popolo"), in sostituzione del suo fondatore, Sanshiro Ishikawa. Lo sostituisce perché Sanshiro si trova in carcere, fin dal 1908, per atti sovversivi e incitamento alla rivolta sociale. Nel 1916 la rivista viene chiusa d'autorità, e Itō Noe ne prende le difese dalle pagine di Seitō. 

Traducendo insieme Emma Goldman, Itō Noe e Osugi Sakae (che hanno rispettivamente, all'epoca, 21 e 30 anni) instaurano un rapporto basato sul libero amore, che trova coerentemente d'accordo anche Jun Tsuji. Nel Giappone tradizionale e conservatore, quello che piace tanto ai fascisti di casa nostra, la cosa provoca un autentico terremoto; lo scandalo si accresce ancora quando Osugi viene ferito a coltellate in una casa del thè dalla sua prima amante, Masaoka Itsuko, a sua volta militante femminista. Osugi era peraltro sposato; ma sua moglie, Hori Yasuko, era amica di Itō Noe.

Come è prevedibile attendersi, se lo scandalo non risparmia nessuno dei protagonisti, un accanimento ancor maggiore viene riservato a Itō Noe, per l'elementare fatto che si tratta di una donna. Invece delle cazzate sulla preparazione del thè, costei si dedica alla fondazione e alla crescita del movimento femminista anarchico giapponese; nel 1921 fonda un gruppo di donne socialiste a Sekirankai, e continua a tradurre le opere di Emima Goruduman e di Kuropotikin (Kropotkin). Il movimento anarchico giapponese assume ad un certo punto dimensioni tali da preoccupare seriamente le autorità; e quando le autorità sono preoccupate, la cosa fa rima con liquidazione.

Il 1° settembre 1923, Tokyo viene rasa al suolo da un terremoto che provoca oltre 100.000 morti; una delle primissime preoccupazioni del governo e delle forze armate giapponesi è quella di dichiarare ai superstiti che gli anarchici ne avrebbero approfittato per prendere il potere e rovesciare l'Imperatore. Nelle ore immediatamente successive al disastroso sisma, squadre della polizia militare vengono inviate non a prestare soccorso, ma a dare la caccia ai pericolosi sovversivi; una di esse raggiunge Itō Noe e Osugi Sakae.

La squadra è guidata dal tenente Masahiko Amakasu, che arresta Itō, Osugi e il nipotino di costui, un bambino di soli sei anni. Il 16 settembre, tutti e tre sono ammazzati di botte; i cadaveri vengono gettati in un pozzo, dove vengono ritrovati il giorno dopo. Succede qualcosa di difficilmente immaginabile fino a poco prima: pur nel caos del dopo terremoto, il Giappone intero insorge per l'assassinio dei due anarchici e di un bambino. Le autorità, prese alla sprovvista, sono costrette ad arrestare il tenente Amakasu, che viene condannato a dieci anni di carcere da scontare nel penitenziario di Chiba. Dopo soli due anni, però, Amakasu viene liberato, beneficiando dell'amnistia generale in occasione dell'ascesa al trono dell'imperatore Hiro Hito.

Il fatto viene definito, naturalmente, un incidente. Così, infatti, è passato alla storia: l'Incidente di Amakasu. Per fare fronte all'indignazione popolare, le autorità militari giapponesi ricorsero ad espedienti che è facile immaginare: mele marce, episodio isolato, tragica fatalità; vorrei dedicare tutto questo a chi si diletta, ancora oggi, a cianciare ammirato di Giappone tradizionale, di "codici d'onore", di Bushido e di Yukyo Mishima.

La storia sarebbe finita qui; ci sono però da dire due o tre altre piccole cose.

Il tenente Amakasu, una volta liberato, fu alla chetichella mandato in Francia a studiare; nel 1931 lo ritroviamo, con la sua bella faccina di merda da dalai lama, a Mukden, in Manciuria. Non è un posto a caso: proprio con un altro incidente (l'incidente di Mukden, appunto), il Giappone ne ha approfittato per invadere la Cina e per instaurare lo stato-fantoccio del Manchukuo. Direttamente alle dipendenze del locale capo dello spionaggio giapponese, Kenji Doihara, Amakasu si occupa della produzione e dello spaccio di oppio e del contrabbando di ogni sorta di generi nel resto della Cina. Ad un certo punto prende ad occuparsi di altre due cose solo apparentemente molto diverse l'una dall'altra: organizza la polizia nella nuova capitale del Manchukuo, Hsinking, e diviene il capo della Manchukuo Film, potentissimo strumento di propaganda.

Non è un caso se la figura di Masahiko Amakasu, il liquidatore extragiudiziale degli anarchici giapponesi, si ritrova quindi in un celebre film: sto parlando, naturalmente, de L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, dove è interpretato dall'attore Ryuichi Sakamoto. Lo stesso Amakasu, del resto, ebbe un ruolo decisivo nel mettere sul trono del Manchukuo l'ultimo imperatore della dinastia Qing, Aisin Gioro Pu Yi. Il 20 agosto 1945 Masahiko Amakasu si suicidò; nel film di Bertolucci si spara un colpo alla testa, mentre in realtà ingerì del cianuro di potassio.

Nel 1969, la vicenda di Itō Noe e Osugi Sakae era stata trasposta in un film che è considerato uno dei primi capolavori della New Wave nipponica. Diretto da Yoshishige Yoshida, si intitola Erosu purasu gyakusatsu, ovvero "Eros e massacro". Nel film, considerato all'epoca una sorta di terremoto in Giappone, due studenti svolgono una ricerca storica sui fatti, riflettendo soprattutto sulle tematiche del libertarismo e del libero amore. Ad un certo punto, i personaggi del passato e del presente si mischiano impegnandosi in quelle tematiche; Itō Noe ritorna, e assieme a lei una storia che ci presente un Giappone lontanissimo dai samurai e dai luoghi comuni.