mercoledì 14 marzo 2012

Che cos'è il Patriarcato?

Il Patriarcato è una forma di organizzazione politica, economica,religiosa e sociale basata sul concetto di autorità e leadership del maschile, nella quale si ha il predominio degli uomini sulle donne, del marito sulla moglie,del padre sulla madre e sui figli e figlie e della discendenza paterna su quella materna. Il Patriarcato è nato dall'insediamento del potere storico da parte degli uomini, i quali si sono appropriati della sessualità e riproduzione delle donne e del suo prodotto, i figli e le figlie, creando allo stesso tempo un ordine simbolico mediante i miti e la religione che lo hanno perpetuato come unica struttura possibile. Il Patriarcato è il costrutto primario sul quale poggia l'intera società attuale.

L'ordine patriarcale crea un'impostura fondata sul principio dell'Assoluto Maschile (Unico, Solo) che esclude le donne. Per questo  ciò che è stato riportato, scritto e interpretato  nel passato del genero umano è solo un'annotazione parziale, che ha omesso la metà dell'umanità. Anche le donne hanno "fatto la storia", quantunque non ci sia alcuna traccia di essa, al di là di quello che attualmente le donne hanno riscattato. Le donne sono state sistematicamente escluse dal compito di elaborare sistemi di simboli, filosofie scienze e diritto.
Va sottolineato che attualmente esistono diversi gradi di oppressione patriarcale sostanzialmente differenti a seconda dell'evoluzione e sviluppo di ciascuna società nella storia, che trovano parallelismo nella maggiore o minore accettazione e rispetto della " Dichiarazione dei Diritti Umani" approvata e proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948.

Nelle analisi sul Patriarcato esistono quattro caratteristihe importanti da rilevare:

1 - Il Patriarcato non è SCRITTO nelle nostre società.
Essendo una istituzione iscritta ma non SCRITTA così come lo sono il Codice di Hammurabi, i Dieci Comandamenti, il Corano o le Costituzioni dei paesi moderni, esso non prevale nella memoria collettiva universale. In altre parole, la sua esistenza è invisibile e, pertanto,si inibisce alla memoria e al lavoro educativo.
In questo modo la parola e il concetto " Patriarcato" è escluso dal linguaggio comune. Quasi mai affiora sulla bocca di filosofi, politici, ecc., proprio perché non fa parte della convenzione.

Il Femminismo è l'antitesi del Patriarcato, ma non è il contrario dell'Androcentrismo, anche se il concetto è ampiamente diffuso.
Il Femminismo è un movimento sociale e politico differente dal progetto patriarcale, e cerca un cambiamento del paradigma globale con alternative di sviluppo umano e di libertà tanto per le donne che per gli uomini. E' evidente che sia in questo secolo come negli ultimi decenni del secolo scorso è stata una delle tra le più grandi rivoluzioni di tutti i tempi,socialmente, politicamente e culturalmente. Oltre ad essere stata l'unica che si è prodotta in modo incruento.

2 - La mascolinità è EGEMONICA o Oggettivazione del dominio maschile

L'universalizzazione dell"io" maschile è uno dei fondamenti del dominio patriarcale. La sua mascolinità egemonica afferma la sua oggettività.
L'uomo si presenta come un termine neutro, oggettivo, soggetto universale, fagocitando la donna. Nel processo di formazione di questo ordine, l'uomo ha creato un mondo a sua immagine, che genera a sua volta, la patologia sia dell'"uno" come dell'"altro" polo della differenza sessuale. Questa svalutazione simbolica delle donne in relazione all'"Altro" è diventata una delle metafore fondamentali della maggior parte delle civiltà del mondo. Il concetto di virilità e di lignaggiosi si collega al concetto di "Onore" versus " Verginità nella donna". La maggior parte dei crimini contro le donne hanno questa origine.
Un problema attuale e universale come l'abuso sulle donne e i crimini di "onore" non si risolveranno definitivamente senza estirpare prima la radice del nucleo che li genera. Tutto ciò senza disprezzare le politiche preventive e l'applicazione delle leggi che su queso tema sono in corso e sono necessarie.
Attraverso le " sopravvivenze culturali" questa sottomissione delle donne si vede come naturale e ri-torna quindi invisibile. Questa naturalizzazione è stata istituzionalizzata e normativizzata.
La violenza simbolica e strutturale che si trasmette nella società patriarcale come "inavvertito culturale" o " inconscio collettivo" attraverso la Filosofia, i Miti, le Religioni, la Scienza serve a legittimare la presenza universalmente riconosciuta delle sue strutture sociali, produttive e ri-produttive fondate sulla divisione sessuale. La somma totale di norme e valori che dominano in una data società integrate nelle sue istituzioni, si traduce nelle relazioni umane.

3 - Si UNIVERSALIZZA il nucleo primario della relazione gerarchica.

Il Dis-ordine nella prima gerarchia uomo-donna genera il nucleo delle altre patologie sociali. La classificazione tra " superiore" e "inferiore" tradotta in "uomo" e "donna" si estende mimeticamente ad altri gruppi basandosi sulla differenza gerarchizzata dell'"uno" contro l'"altro".

La prima discriminazione è pertanto la matrice che permette le altre discriminazioni e, a sua volta, in tutte queste si ri-trova la prima. Infatti, in ogni classe o gruppo antagonista,la donna è oppressa dall'uomo.
La sua azione predatoria fa sì che l'ordine patriarcale si ramifichi oltre l'indicibile.
Essendo il Patriarcato , una società Agonistica (di lotta e competitività) la sua ricerca è diretta verso un'egemonia di ordine piramidale.

4 - Il Patriarcato  NON E' INAMOVIBILE

Il Patriarcato giace inscritto nella civiltà umana da migliaia di anni. Si è avuto  prima della formazione della proprietà privata e della società di classe. Nasce a partire da un'epoca determinata, dopo le società anteriori chiamate da alcuni storici "matriarcali" che non erano il contrario del patriarcato, anche se del loro studio non ci se ne occupa in questo momento, ci dobbiamo riferire ad esse per contrastare l'idea di un patriarcato astorico,invisibile,eterno, immutabile e, pertanto, inamovibile. Il Patriarcato essendo una convenzione culturale e sociale è soggetto a revisione, riforma o sostituzione con altro costrutto culturale e sociale.
Se vogliamo cambiare e sostituire questo Ordine Patriarcale e tirare fuori dall'invisibilità la logica del dominio che assimila sia il dominatore che il dominato è necessario fare due passi importanti: Nominarlo/Riconoscerlo secondo la sua Esegesi, che in pratica consentirebbe:

1) l'accettazione della sua esistenza/ passando dall'essere INSCRITTO a SCRITTO;

2) La  SPIEGAZIONE e divulgazione per la sua eliminazione ( aggiunta al testo dell'autora)


Mujer del mediterraneo

Fonte: Breve spiegazione del Patriarcato

(traduzione di Lia Di Peri)











                                                                                             
                                                                        


domenica 11 marzo 2012

Il capitalismo rende la donna più vulnerabile alla violenza.

Durante la sua partecipazione al seminario Sul femminicidio a La Casa Encendida (Madrid) a fine febbraio, Rosa Cobio, docente incaricata di Sociologia di Genere all'Università di A Coruña ( Galizia) è stata intervista sulla definizione di femminicidio e della sua esistenza in Americana Latina ed in Europa.

di Elena La Porta

- Si dice che il femminicidio sia ancora una  categoria in costruzione. Qual è la sua posizione in merito?

- Rosa Cobo:  Il femminicidio è un concetto coniato dalla teoria femminista per visibilizzare una realtà che esiste in diversi contesti e nelle diverse società. Da qui l'utilità di questa categoria, che dà conto di un tipo di violenza contro le donne che non era stata identificata dal punto di vista analitico né dal punto di vista politico.

Il femminicidio è un tipo di violenza sessuale contro le donne, che si  accompagna spesso alla crudeltà e tortura. Allo stesso tempo, questo tipo di violenza è frequentemente impersonale,in quanto gli aggressori solitamente non conoscono le loro vittime, semplicemente le aggrediscono e uccidono perché sono donne e perché ricevono una qualche utilità nel farlo.

In situazioni di conflitto armato,in più, le violenze, torture e le uccisioni hanno l'obiettivo di distruggere il tessuto sociale delle comunità del nemico. Le donne vengono considerate oggetti di transazione delle lotte tra gli uomini di entrambi le parti. Nella misura in cui esse rappresentano simbolicamente la proprietà indiscussa degli uomini, torturarle e ucciderle mira a distruggere una proprietà fondamentale di questi uomini,disgregare la comunità e rompere il patto sessuale che afferma che ogni uomo sarebbe il padrone indiscusso di una donna.

- A livello internazionale si parla più dei femminicidi nei paesi come il Guatemala o il Messico. Ritiene che esistano femminicidi in Spagna o in Europa?- RC.: Credo che esistano oggettivamente femminicidi nei paesi europei ,perché ogni volta che si uccide una donna dopo aver esercitato contro di lei, violenza sessuale, tortura, crudeltà e spersonalizzazione siamo di fronte ad un femminicidio. Da questo punto di vista, non sarei d'accordo a chiamare femminicidio  tutti gli omicidi di donne da parte degli uomini nel contesto di una relazione di coppia. Ora, se ci atteniamo alle caratteristiche di cui sopra possiamo dire, senza dubbio, che esistono femminicidi nei paesi più ricchi del mondo.
Per quanto riguarda la Spagna è evidente che il concetto non è consolidato. Probabilmente, l'essere il femminicidio una realtà  molto meno rilevante nel nostro paese, il femminismo non ha sentito la necessità di dargli un nome e, forse, per questo non ci si è appropriati di questo concetto.

Verso una qualificazione giuridica internazionale del femminicidio.

 - Ritiene necessario qualificare internazionalmente il femminicidio?

- RC.: Il femminicidio è una categoria utile per l'analisi femminista e per la pratica politica, ma sarebbe una tipologia molto meno efficace se non si traducesse in un reato penale. Le violenze estreme contro le donne devono essere punite e le società debbono prendere coscienza che queste brutali aggressioni, meritano di essere punite.

- Quale impatto ha la crisi globale del capitalismo sulla violenza contro le donne?

- RC: Non sono sicura che si debba parlare di crisi del capitalismo, ma piuttosto di crisi degli Stati e, in particolare, di crisi indotta degli Stati del Benessere. Il capitalismo sta avendo il suo momento storico migliore, perché si è sbarazzato delle politiche redistributive keynesiane, che sono state imposte dopo la Seconda Guerra Mondiale. La voracità del capitalismo neoliberista sta iniziando a rompere  la propria idea di soggetto, in quanto il soggetto Moderno si caratterizzava per avere più diritti che doveri; oggi assistiamo ad un processo inverso: i diritti si riducono e gli obblighi aumentano.

In questa situazione, chi ha i diritti meno consolidati, come le donne, sono coloro che devono sopportare maggiori obblighi così come la riduzione dei diritti e risorse. Le donne sono la maggioranza dei salari di povertà, dei part-time, del lavoro nero... Questi elementi rendono la donna più vulnerabile davanti alla violenza da parte dei settori dominanti della società,che in questo caso sono gli uomini.

Feminicidio.net

(traduzione di Lia Di Peri)