domenica 16 agosto 2015

Perché gli uomini uccidono le donne?

Coral Herrera Gómez





Gli uomini uccidono le donne in tutto il mondo, perché sono stati educati e continuano a essere educati, in modo che risolvano i loro conflitti mediante la violenza; per questo la maggior parte di loro la usa per tutta la loro vita per ottenere ciò che vogliono o per risolvere i loro problemi.


Gli uomini uccidono le donne perché si credono i padroni delle loro compagne dei loro figli e figlie, della sua casa, della sua auto, del suo cane. Si sentono molto superiori e come proprietari fanno ciò che vogliono con loro.
Gli uomini uccidono le donne perché sono stati educati fin dall’infanzia per essere i Re assoluti della famiglia e dittatori in casa. I bambini imparano che i veri uomini sono sempre rispettati, obbediti e adorati e che, solo per essere uomini godono dell’amore incondizionato ed eterno, specialmente se gli/le altr* dipendono dalle loro risorse economiche.


Gli uomini uccidono le donne, perché in televisione siamo rappresentati come oggetti di possesso
che possono essere comprati e venduti, che possono essere violati e maltrattati, che provano abitualmente piacere nell’obbedire e assoggettarsi e che sono qui per soddisfare i desideri di qualsiasi uomo che possegga denaro. E come qualunque oggetto se non serviamo o non obbediamo, ci possono distruggere impunemente, perché la stampa lo chiamerà “ crimine passionale” e spiegherà “le sue ragioni”.
Gli uomini uccidono le donne perché la maggior parte non sa gestire le loro emozioni e vivono prigionieri della loro sofferenza, delle loro paure, del loro dolore, dei loro traumi, delle loro insicurezze, dei loro brutti ricordi, delle loro carenze affettive e dei loro più intimi problemi. Quanto più paura e dolore accumulano più drammaticamente si pongono. Quanto più insicuri si sentono più violenti sono.

Gli uomini uccidono le donne perché sono machisti : credono che nel mondo alcune persone siano migliori di altre e nessuno più di loro si colloca dalla nascita in cima alla gerarchia socio-economica e gli si regala una serie di privilegi: migliori salari, posti politici e imprenditoriali più alti, la proprietà di tutte le terre del pianeta è nel loro possesso (oltre l'80%). Essi governano in maggior misura rispetto alle donne, essi sono i padroni delle banche, delle imprese, dei mezzi di comunicazione; essi hanno i beni e le risorse che danno potere sugli altri e in particolare, sulle donne. Noi siamo per i machisti, come gli animali: un oggetto che si vende, si compra, si affitta, si scambia come bestiame, del quale si gode, si sfrutta, si mutila e si maltratta.


Gli uomini uccidono le donne perché la nostra cultura amorosa è patriarcale e si fonda sull’egoismo,sulla sofferenza, sulla disuguaglianza, sulle relazioni verticali, sulle lotte di potere. Il capitalismo romantico ci fa egoisti, il romanticismo patriarcale perpetua i miti romantici ed esalta il dolore come via per raggiungere l’amore. Il romanticismo patriarcale si basa sulla doppia morale sessuale, sul piacere della sofferenza, sulla dipendenza emozionale femminile, sulla violenza di genere, sull’odio come forma di relazione , sullo schema del dominio e sottomissione o su quella del padrone e dello schiavo.  Gli uomini si sono convinti che le donne sono buone o cattive e continuano ad avere paura della nostra libertà e autonomia, della nostra sessualità ed erotismo, perché non sanno come rapportarsi a noi come eguali. Sono stati educati a sentirsi adorati, rispettati e necessari, non per costruire relazioni egualitarie.
Gli uomini uccidono le donne perché non sopportano le sconfitte.  Non sanno gestire una rottura sentimentale, non gli hanno insegnato che la gente può liberamente seguire il proprio percorso, che nulla ci appartiene,che tutt* siamo liberi di unirci e separarci.  I bambini che sono educati patriarcalmente alla competitività più spietata non hanno gli strumenti per interagire sul piano dell’uguaglianza, hanno necessità di sentirsi vincitori e per questo una rottura sentimentale la vivono come un fallimento. Non dispongono di strumenti per superare il dolore, non possono parlare con nessuno per non sentirsi deboli o perdenti, non hanno nessuno cui rivolgersi quando si sentono disperati, perché si preoccupano più di dare un’immagine di forza e potenza. Non possono sfogarsi, non sanno chiedere aiuto e la televisione non smette di inviare loro messaggi di legittimazione e normalizzazione dell’uso della violenza quando si è costretti a difendersi o difendere le loro proprietà.




Gli uomini uccidono perché gli eroi maschili ammazzano e sono pieni di gloria. Il dio della nostra epoca è un dio guerriero, un maschio mitizzato per la sua forza e violenza. Nella pubblicità, nei fumetti, nei film, nei videogiochi, si rende culto ai guerrieri assassini siano essi androidi o cavalieri medievali.  Tutti i nostri eroi raggiungono i loro obiettivi mediante la violenza, per questo i film si sviluppano fra proiettili, bombe, frecce, colpi, pugni, machete e scene di tortura e dolore. La maggior parte dei film nelle sale cinematografiche rappresentano maschi alfa, armi e sangue, urla e violenza. In tutti, l’eroe esibisce la sua forza, il suo coraggio e la sua capacità di annientare chiunque nel suo cammino… gli effetti speciali e la musica della spettacolare fiction aumentano il suo potere seducente sugli spettatori e spettatrici, che ammirano la sensualità della violenza patriarcale e la poesia del virile sacrificio.


Gli uomini uccidono le donne perché sentono di aver sacrificato molto per essere quello che sono e che ciò gli dia il potere sulla vita di altre persone.  
Ai bambini insegniamo che se vogliono essere eroi e avere potere e fama , se vogliono essere il numero uno, se vogliono essere i migliori in tutto, devono sacrificarsi per ottenerlo. Il premio è molto seducente: se sei un macho patriarcale vincente avrai l’ammirazione e il rispetto di tutti gli altri machi e molte donne sospireranno per te e per la tua bellezza, per il tuo coraggio, il tuo potere, le tue risorse. Il sacrificio, però, è terribile: dovranno mutilarsi emotivamente, imparare a non piangere in pubblico, imparare a nascondere la loro vulnerabilità, a non esprimere emozioni e apparire freddi come un iceberg. Essi possono scatenare la loro rabbia o la loro frustrazione ma non emozioni come la tenerezza, l’affetto, la tristezza, la paura o l’amore. Queste sono cose da donne, queste persone imperfette, deboli e vili alle quali nessuno vuole somigliare.

Gli uomini uccidono le donne perché anche gli altri uomini uccidono le donne e perché nella guerra tra i sessi, le donne sono le nemiche.  Il sacrificio patriarcale comporta abbandonare il mondo delle donne per diventare un “vero uomo”, abbandonare il nido materno e unirsi solo ai propri pari, vale a dire, ai maschi che dimostrano di essere tali. Per non scendere nella gerarchia sociale gli uomini devono fornire costante prova della loro mascolinità per non essere paragonati alle donne, ai bambini agli omosessuali. Per evitare di perdere l'onore o di essere preso in giro nell'ambiente maschile, i giovani devono dimostrare costantemente la loro virilità: l'obiettivo è di guardare e sentire all'opposto di una donna. Da giovanissimi, gli si insegna a proteggere la loro libertà e a difendersi dall'enorme potere sessuale delle donne. Gli uomini machisti credono che innamorandosi perdano il loro potere, per questo hanno bisogno di sentire che controllano i loro sentimenti, che non si lasceranno manipolare dal nemico e che possono ucciderlo se non riescono a dominarlo. Se il nemico non si sottomette, si uccide, come in tutti i film e i racconti patriarcali, come in tutte le guerre tra i popoli.

Gli uomini che uccidono le donne per prima cosa sono terroristi: seminano il terrore in casa per anni e instaurano una sorta di guerra in cui lui è l’unico soldato armato. Essi impongono le norme e le fanno rispettare, esigono obbedienza e sottomissione, prendono decisioni e stabiliscono punizioni, pretendono che una o più donne soddisfino le loro necessità di base(sesso, cibo, igiene, cura e coccole, discendenza). Gli uomini machisti vogliono essere rispettati, ammirati, obbediti e hanno bisogno di sapersi necessari e imprescindibili, per questo esigono amore eterno e incondizionato, per questo vogliono essere i padroni assoluti, per questo credono di meritare il perdono quando si comportano male.

Gli uomini uccidono le donne perché godono di impunità e perché alla pubblica opinione non sembra così grave che, un uomo, ammazzi la “sua donna”,per questo pubblicano la notizia nella sezione “avvenimenti”, nonostante non sia un evento straordinario, perché le donne muoiono ogni settimana. Per perdere questa impunità è necessario che gli uomini condannino la violenza di genere e che i governi smettano di girarsi dall’altro lato, come se fosse una cosa da poco.

Gli uomini uccidono le donne perché non chiedono aiuto né lavorano per smettere di essere violenti e dominanti. Né i governi sembrano preoccuparsi per la quantità di adolescenti che dominano e maltrattano le loro compagne né per i bambini che sono assassinati in ogni femminicidio né per i bambini che riproducono il comportamento violento dei loro padri con le loro partner quando crescono. Né le istituzioni né la società puntano a insegnare la cultura del buon trattamento e l’uguaglianza agli uomini e i Media ci bombardano con immagini violente. Solo quando gli uomini fanno molto danno e causano molto dolore gli si offre la terapia o il carcere o entrambi.
Proposte per porre fine  al terrorismo machista e alla violenza di genere.

Io credo sia essenziale porre l’accento sulla responsabilità che hanno gli uomini per la violenza in tutto il mondo, chiedere che imparino a relazionarsi in altri modi e a comunicare per risolvere i conflitti senza violenza .  Essi non possono più rinviare il lavoro su di sé per de-patriarcalizzarsi e acquistare strumenti propri per affrontare la vita senza paura e senza violenza.
Gli uomini devono disporsi in mucchio, muoversi e unirsi al cambiamento che si avvicina : l’uguaglianza e il femminismo giunsero per affermarsi e i progressi sono inarrestabili. Sono sempre più i gruppi di uomini egualitari e anti-patriarcali che hanno cominciato a lavorare individualmente e collettivamente ma sono ancora una piccola minoranza (che ammiro).

La velocità con cui stiamo cambiando, implica che gli uomini debbano adattarsi e mettere da parte la tradizione dei privilegi machisti e il sogno molliccio di possedere una serva – moglie che lo esaudisca devotamente e all’infinito.
Devono smantellare tutto il patriarcato individuale e, collettivamente, imparare a fare autocritica amorosa,imparare a esprimere le loro emozioni, a comunicare orizzontalmente e trattare le donne come uguali, rinunciare a sentirsi superiori o inferiori gli altri, sbarazzarsi dalla necessità di vincere, conoscersi meglio e lavorare per essere persone migliori. I compiti che gli uomini hanno davanti sono molti e vari ma quanto prima iniziamo a detronizzare il macho alfa, prima la finiremo con gli stupri, gli abusi, le aggressioni e gli omicidi compiuti dagli uomini machisti.
Penso che possiamo porre fine a questo massacro di donne e bambini solo se la smettiamo con la disuguaglianza e il machismo e l’esaltazione poetica della violenza nei film e fiction. Abbiamo bisogno di rivoluzionare tutte le nostre strutture, porre fine alla cultura che celebra la violenza e il potere maschile per creare altra cultura più equa e pacifica, che promuova il bene comune, il buon trattamento, la diversità e l’amore.

Altre proposte per porre fine ala violenza di genere:

- Educare i bambini e le bambine ai valori del femminismo, dell’uguaglianza, diversità e solidarietà.

 -Imparare fin dall'infanzia a lavorare alla gestione delle emozioni. Allontanare i bambini dalle armi, insegnarli a divertirsi senza competere, insegnarli a condividere e a non discriminare.
- Demitizzare e depatriarcalizzare l’amore romantico per porre fine alle relazioni di dipendenza fondate sull’asse dominio/sottomissione.
 - Porre fine alle lotte di potere nelle nostre relazioni personali, con l’egoismo e lo sfruttamento degli uni sulle altre. Imparare a condividere, a lavorare insieme e relazionarci in modo orizzontale in uguaglianza.

- Consapevolizzare e formare i media e i giornalisti affinché evitino di fomentare la violenza contro le donne attraverso i miti e gli stereotipi machisti inclusi nelle loro notizie.

 - Richiedere ai governi che aumentino la tutela delle vittime e mettere in atto politiche di uguaglianza, che permettano alle donne di raggiungere l’autonomia economica e la garanzia dell’esercizio delle sue libertà.
 - Chiedere che i Media e le industrie culturali smettano di mitizzare la violenza come qualcosa di sublime e di grande.
  - Porre fine all'impunità degli aggressori e dei femminicidaEsigere dal governo politiche educative di prevenzione, assistenza e appoggio agli uomini che vogliano uscire dalla spirale della violenza in cui sono mediante la terapia e la formazione.
-   - Sensibilizzare le persone creative che scrivono racconti, sceneggiature, opere teatrali, canzoni, video-giochi, ecc., affinché non continuino ad adorare la figura sacralizzata del macho che ammazza e abbiano il coraggio di detronizzare gli eroi che uccidono, inventando altre trame, altri finali, altri protagonisti, altre mascolinità e altre femminilità che non siano patriarcali.

- Rendere visibili gli uomini femminista che lottano contro la violenza di genere, unirci tutt* nell’estirpamento di questa piaga sociale.


(traduzione di Lia Di Peri)