martedì 3 gennaio 2017

Il femminismo rivoluzionario comunista: Alessandra Kollontaj (I)

In occasione del centenario della rivoluzione bolscevica (ottobre 1917- 2017) ho deciso di rendere visibile un movimento femminista che è stato volutamente occultato dalla storia prima e dalla maggior parte dei femminismi occidentali: il femminismo di classe o socialista.
Eppure nella Russia sovietica il contributo delle donne alla rivoluzione è stato enorme e,lo stesso Lenin - se pure tardivamente - riconoscerà questo contributo, dichiarando che furono proprio le donne a sca
tenare il processo rivoluzionario, la testimonianza delle tante donne parte attiva di questa rivoluzione, non solo militanti ma anche dirigenti è una minima parte della immensa bibliografia rivoluzionaria ma è stata intenzionalmente nascosta e lasciata fuori dalla storia dei femminismi.


"È tempo di disfarsi dell'ipocrisia del pensiero borghese. È tempo di confessare con franchezza che l'amore è non soltanto un fattore imperioso della natura, una forza biologica, ma è anche un fattore sociale. L'amore è un'emozione profondamente sociale nella sua essenza. In tutti gli stadi della evoluzione dell'umanità (sotto forme e aspetti diversi certo), l'amore è apparso come parte integrante della cultura spirituale della società. La borghesia stessa, che parlava dell'amore come di un «affare privato», salvava di fatto le sue norme morali per incanalare l'amore nella direzione che meglio serviva i suoi interessi di classe. A maggior ragione l'ideologia della classe operaia deve tener conto dell'importanza dell'emozione d'amore in quanto fattore che può essere utilizzato (al pari di qualsiasi altro fenomeno psico-sociologico) per il bene della collettività. Che l'amore non sia affatto un fenomeno «privato», una semplice storia tra due «cuori» che si amano, che racchiuda in sé un "principio di coesione" prezioso per la collettività è dimostrato dal fatto che l'umanità, in tutte le tappe del suo sviluppo storico, ha dettato delle norme per determinare «come» e «quando» l'amore doveva considerarsi «legittimo» (rispondente cioè agli interessi della collettività del momento), e quando invece doveva considerarsi «colpevole», criminale (cioè in conflitto con gli obiettivi posti dalla società)."
 Aleksandra Kollontaj, Eros alato.