venerdì 31 maggio 2013

L'Europa senza mezzi né coordinazione nella lotta contro la violenza di genere.

di ANNA FLOTATS

 La maggioranza degli Stati membri dispongono di piani nazionali contro la violenza sessista, ma pochi garantiscono il sostegno legale e assistenziale alle donne che ne hanno bisogno.E' impossibile contabilizzare le situazioni mortali a causa della mancanza di dati comparabili.

                                                                                    



A metà aprile,a Madrid, si è tenuto il Vertice europeo sulle Migliori Pratiche per Eliminare la Violenza di Genere. I rappresentanti di 18 paesi hanno messo in comune- seppure a porte chiuse - le loro principali politiche contro la violenza sessista. Lo scoglio principale di questa lotta a livello europeo è apparso subito nelle parole della ministra della Sanità, Servizi Sociali e l'Uguaglianza, Ana Mato : "E 'impossibile sapere quante donne muoiono per violenza di genere in Europa ".

In effetti non è possibile analizzare la violenza di genere in Europa, perché le statistiche fornite dai pochi paesi che dispongono di dati al riguardo non possono essere confrontati. Il primo problema è che in molti stati, la maggior parte dei casi di violenza machista non sono segnalati alla polizia,così essi sono invisibili nelle statistiche. Per esempio, in Germania, solo il 25% delle donne vittime di violenza di genere denunciano e, in Belgio, la percentuale non arriva al 20%. Sono dati dell'ultimo rapporto dell'European Institute for Gender Equality (EIGE) che segnala un altro ostacolo per la visibilità della violenza machista in Europa: i dati sui decessi non sono paragonabili in quanto non tutti i paesi li documentano nello stesso modo.

Solo un terzo degli Stati membri ha registrato i reati di violenza specificamente sessista.Si tratta di Belgio, Estonia, Irlanda, Spagna, Italia, Lituania, Romania, Slovacchia e Svezia. Altri 14 includono le morti per violenza machista sotto il titolo di "violenza familiare",quindi non si tratta della violenza di genere, cioè, quella esercitata dagli uomini contro le donne. Usano questa classificazione  la Bulgaria, la Germania, l'Ungheria, l'Austria e il Regno Unito, che non raccolgono dati sulla violenza extradomestica. A causa di queste differenze nel modo di rappresentare e classificare la violenza, l'EIGE può solo dire che negli Stati membri "le donne che soffrono violenza domestica fisica sono tra il 12 e il 35%".
Maurizio Mosca uno dei tecnici di EIGE ha espresso durante la sua visita in Spagna lo scorso mese l'urgente necessità di "unificare le definizioni della violenza di genere in Europa" per "integrare tutti i dati allo stesso modo"In questo senso, Mosca ha riconosciuto che la legge contro la violenza di genere in Spagna " è un esempio efficace che dovrebbe servire come ispirazione politica e culturale per l'intera Unione europea."

Il Consiglio d'Europa e la Commissione europea si sono impegnati a combattere la violenza contro le donne e la prova è, per esempio, la Carta delle donne (2010),nella Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015, approvato dalla Commissione europea. Questo testo esorta gli Stati a fornire e finanziare  servizi specializzati a breve e lungo termine per le vittime della violenza maschile. Ma la ricerca dello EIGE dimostra che il sostegno dei paesi dell'UE non è sufficiente.

Mentre quasi tutti gli Stati hanno centri e servizi di consulenza per le vittime, il rapporto rivela che soltanto otto (Germania, Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Malta, Slovenia, Svezia e Regno Unito) e la Croazia rispettano la proporzione raccomandata di un centro di assistenza ogni 50.000 donne. La Spagna è fuori da questo elenco, ma è uno dei sei paesi dell'UE (insieme a Danimarca, Italia, Austria, Svezia e Regno Unito), che ha una linea di assistenza telefonica gratuita e disponibile 24 ore al giorno, 365 giorni anno. E' uno degli aspetti sottolineato dalla Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione della violenza di genere, meglio nota come Convenzione di Istanbul.

Inoltre, anche se la maggior parte dei paesi dell'Unione europea applicano piani nazionali per combattere la violenza contro le donne, solo tre (Spagna, Germania e Lussemburgo) valutano periodicamente le misure e le riforme giuridiche realizzate e solo in quattro (Spagna, Francia, Portogallo e Svezia) è stato introdotta nel codice penale una definizione della violenza basata sul genere.


Publico.es

(libera traduzione di Lia Di Peri)


                             

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