domenica 7 luglio 2013

Il fascismo e le donne

di Alba Carosio, docente, direttrice del Centro Studi Donne dell'Università Centrale del Venezuela.




                                                                     
Il fascismo ha avuto storicamente origine in Europa nel XX secolo. Ma il fascismo non è specificamente un problema tedesco o europeo,ma esso pone in pericolo le attuali tendenze della società nel suo insieme e, in particolare, canalizza le ataviche paure delle classi medie: la paura del disordine. Utilizza sentimenti di paura e frustrazioni collettiva per esacerbare  attraverso la violenza,la repressione e la propaganda contro un nemico comune reale o immaginario, interno od esterno, che funge da capro espiatorio nei confronti del quale scarica tutta la sua irrazionale aggressività.

Preservare l'ordine è collegato al mantenimento di scale gerarchiche. Come dimostrò Ebenstein: "Nel codice fascista, gli uomini sono superiori alle donne, i soldati ai civili,i membri del partito a coloro che non lo sono, la propria nazione alle altre, i forti ai deboli e i vincitori della guerra ai vinti" (1).
In questa visione il "posto della donna" è fondamentalmente la casa, all'interno della quale deve svolgere il ruolo di riproduttrice della razza, la maternità come dovere patriottico,conformandosi e servendo la famiglia,così come conservandone e trasmettendone i valori culturali.
La sua vita doveva essere confinata alla sfera privata, perché le mancava il talento per la vita pubblica, per la creatività e la sintesi. Per Mussolini, la donna  doveva essere passiva e Hitler dichiarò nel 1942 : "Ho orrore delle donne impegnate in politica e se entrano negli affari militari ciò è insopportabile"

L'attuale fascismo non è un regime politico, ma sociale e civilizzatore; è uno strumento di ordine ancorato ai pregiudizi contro coloro che ritiene sovvertano lo già stabilito e alle credenze che nel mondo accadano cose sfrenate e pericolose. In questo modo di pensare le donne devono mantenere il loro ruolo tradizionale e nella loro sottomissione si mostra l'ordine sessuale come fondamento dell'ordine sociale.  Così il fascismo promuove una corretta femminilita, disciplinata, una donna che adempie al ruolo sociale di educatrice e curatrice senza rivendicare diritti. Il fascismo vuole le donne dotate" per natura" di spirito di sacrificio, modestia e rassegnazione.
Pertanto avvalora il controllo delle attività femminili sia nella sfera produttiva che riproduttiva, perché non c'è nulla di più antifascista della sovranità delle donne sui loro corpi.

Note

William Ebenstein (1910 - 1976) docente di Scienze politiche, austriaco.


Aporrea.org
(libera traduzione di Lia Di Peri)










                                                                                 




                                                                                      




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