venerdì 6 dicembre 2013

Libia: Il governo filo-Nato instaura la Sharia e compromette i diritti delle donne.

Il " governo provvisorio ", istituito dalle potenze imperialiste che hanno finanziato e partecipato al rovesciamento e alla morte del leader libico Muammar Al Gheddafi, ha approvato lo scorso mercoledì, la revisione delle leggi e dei regolamenti nazionali, per conformarli alla Sharia o legge islamica, secondo un documento del Ministero della Giustizia.

In questo modo il governo libico ha approvato la conversione della Sharia a fondamento di tutta la legislazione e istituzioni statali.
La legge islamica è la fonte della legislazione in Libia ", ha dichiarato l’Esecutivo dopo il voto. “ Tutte le istituzioni dovranno rispettare questa decisione” - ha aggiunto.
Adesso, una speciale commissione esaminerà tutte le leggi esistenti nel paese per vedere se sia conformi alla Sharia.
Si tratta di un arretramento in tema di diritti delle donne e della laicità della società libica, una decisione del Dipartimento di Giustizia che è destinata a soddisfare le rivendicazioni dei gruppi salafiti.
Prima della guerra imperialista della NATO, la Libia era un luogo particolare in Africa per il gran tenore di vita della sua gente e la libertà delle donne.  Queste potevano liberamente andare, dove volevano, non necessariamente dovevano restare chiuse in casa o  essere sempre accompagnate da un familiare. Non avevano alcun motivo di essere completamente coperte.  La copertura del volto degli uomini e delle donne era una mera necessità per proteggersi dalle intemperie del clima o dal sole rovente.
Le donne, allo stesso modo, potevano frequentare l’Università, guadagnare lo stesso stipendio degli uomini e, ovviamente, guidare. Questo non è normale in qualche altro paese arabo sia per la mancanza di mezzi, ma, soprattutto, per il divieto a esse imposto per motivi religiosi.  Questa libertà permetteva di scegliere anche con chi sposarsi. Questo non era né è usuale in altri paesi arabi, dove i matrimoni combinati, di solito tra anziani e bambine, sono la norma: Giordania, Yemen, Arabia ... la lista è lunga.
Prima dell’'assassinio di Gheddafi e l'instaurazione di un governo fantoccio affine agli interessi imperialisti, in Libia, i diritti delle donne erano difesi. Con l'avvento al potere degli estremisti islamici, con forti legami con Al Qaeda, la situazione è molto diversa. Già nel settembre 2011, il leader del Consiglio nazionale di transizione (organizzazione finanziata dall'Occidente e dalle monarchie arabe in opposizione alla Libia), Mustafa  Abdel Jalil, dichiarò: "La Libia diventerà uno Stato retto dalla legge islamica”.

Queste riforme confermano quanto a suo tempo denunciato dai gruppi di solidarietà internazionalista e antimperialista di tutto il mondo, che avevano avvertito sulle gravi conseguenze che avrebbe avuto la caduta di Gheddafi, sia nelle questioni concernenti la stabilità nella regione, che per i Diritti Umani.


LibreRed

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