venerdì 14 ottobre 2011

Il femminismo islamico. Parte terza.

Prima e seconda parte qui e qui
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Il femminismo islamico nel sud e nord Mediterraneo

Quando termina il secolo che vide l'ascesa del femminismo secolare, appare il femminismo islamico. Entrambi rappresentavano una sfida, ma anche un'estensione del femminismo laico di stampo nazionale e facevano presagire un universalismo differente. Il nuovo discorso del femminismo islamico apparve nei primi anni Novanta in aree molto diversi,come l'Iran,Egitto,Malesia, Sud Africa e Stati Uniti sotto i seguenti contesti:


in uno Stato islamico, la Repubblica Islamica dell'Iran posteriore a Khomenini,quando si aprì un piccolo spazio;


nella diffusione dei movimenti islamici africani ed asiatici;


nel Sud-Africa, post apartheid, quando le attiviste si concentrarono nella critica al conservatorismo della società mussulmana;


nell'ambito dei convertiti e della prima generazione degli immigrati del Nord America ed Europa.


Nelle società mussulmane laiche, il femminismo islamico si è scontrato con il discorso reazionario degli islamisti, in quanto considera l'islam come una religione ugualitaria in tema di genere e di giustizia sociale. In questi contesti, il femminismo islamico si confronta con lo Stato secolare, autorità religiose, movimenti islamisti della società conservatrice, che insieme ostacolano i diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere in nome di quello stesso Islam che le islamiste assicurano essere garante di tali diritti.


Le condizioni differiscono da uno Stato all'altro,con l'Algeria  da un lato ( essendo uno dei terreni più pericolosi per il femminismo islamico,data la violenza islamista locale) ed Egitto dall'altro ( dove storicamente c'è un'apertura ed una chiusura costante dello spazio per un discorso alternativo, a seconda del ruolo dello Stato in un determinato momento)16.
Nella sempre più crescente comunità mussulmana dell'Occidente,le mussulmane già immigrate che risiedono in un nuovo ambiente o trasformato, che vivono in una relazione diversa con la società d'origine, chiedono di trovare forme di comprensione dell'Islam secondo le loro necessità spirituali e sociali.
Gli ostacoli sono particolarmente difficili per le giovani.Se non vogliono soccombere alle pratiche sessiste imposte in nome della religione, molte della quali importate dalla società d'origine,necessitano di un approccio all'Islam secondo la loro nuova vita e circostanze.
Nel ventesimo secolo, i discorsi sull'uguaglianza di genere in Europa e negli Stati Uniti,la rottura con la diseguaglianza patriarcale, sono stati elaborati da un linguaggio laico all'interno dei paradigmi dell'illuminismo, democrazia e dei diritti umani. ( Molte mussulmane trovano questi discorsi coerenti anche con il messaggio ugualitario dell'Islam). Le femministe occidentali (non mussulmane) sono state per la maggior parte laiche  e la religione non ha giocato un ruolo significativo nelle loro vite. In ogni caso, durante la seconda ondata femminista,negli anni sessanta, settanta e ottanta, alcune intellettuali cristiane ed ebree riesaminarono i testi religiosi e la storia per contrastare le letture misogine che sviliscono la donna.


Agli inizi del XX secolo, nelle società mussulmane dell'Africa e del'Asia,la donna ha dovuto ricorrere alla giustificazione religiosa per aprire la strada ad un nuovo agire per ottenere libertà di movimento e autonomia personale. Ha anche utilizzato  il discorso religioso per aprire spazi nella società civile e nelle istituzioni statali, mescolato insieme al  discorso nazionalista e in favore della democrazia e dei diritti umani. Nelle società mussulmane ( di Stato, maggioritario o comunità di minoranza), il discorso femminista islamico o religioso è diretto a tutta la società. Esso ha così più impatto tra tutte le classi  rispetto a  quello laico che comprendeva principalmente la privilegiata classe urbana.


Sinceramente io sono convinta che il femminismo islamico possa contribuire alla realizzazione di una cultura più pluralista e ricca nel nuovo Mediterraneo. Questo movimento presuppone un'articolazione di diversi ideali,al centro dei quali si trova la giustizia sociale e la totale uguaglianza di tutti gli esseri umani, espressa in un linguaggio religioso in armonia con la vita laica e mondana di tutti i giorni.
I discorsi e i linguaggi differenti possono contenere ideali simili e significativi per i diversi gruppi interni ad una comunità religiosa.
Su entrambi i lati del Mediterraneo, il femminismo islamico sta diventando uno dei molti elementi che chiedono l'applicazione dell'uguaglianza di genere. Al nord sta trovando un posto tra i femminismi europei. Al sud, cresce la sua connessione con il femminismo laico, per far fronte comune 17.


L'obiettivo principale molteplici discorsi è quello di raggiungere una società più pluralista,egualitaria e rispettosa delle differenze. Il femminismo islamico è importante per la costruzione di queso nuovo Mediterraneo, dato che rivendica un islam egualitario che appoggia il pluralismo e la cultura democratica. A questo proposito differisce enormemente dall'islam fondamentalista e misogino che si incastra perfettamente con la volontà islamofoba.
Perché quell'Islam reazionario degli imam (senza porli tutti allo stesso livello) del sud -mediterraneo ( ed oltre) è diventato l'unico del quale  parla l'Europa e l'Occidente in generale? Perché il femminismo islamico è così sconosciuto o se arriva in Occidente lo si accoglie con derisione o come se fosse un surrogato?
Assistiamo ad un movimento che è passato dall'esorcizzare l'Islam a calunniarlo,dove l'argomento fondamentale per attaccarlo è il trattamento degradante che riceve "la donna" nell'Islam.
In questo senso non parlerò della strana coalizione tra islamisti patriarcali e i fanatici islamofobi nel loro ostruzionismo alla creazione di nuove culture nazionali in Occidente. Mi concentrerò invece sul come il femminismo islamico in entrambe le sponde del Mediterraneo ed oltre, con altri femminismi e movimenti progressisti,stanno contribuendo a creare culture trans-nazionali nel Mediterraneo. In effetti. è una tematica che stiamo ancora imparando ad esplorare.
In questo capitolo mi concentro sullo Stato spagnolo che recentemente ha svolto un ruolo significativo nel processo di consolidamento del femminismo islamico, perché illustra alla perfezione le vicissitudini globali e locali nella costruzione e  pratica del femminismo islamico. 

Il femminismo islamico in Spagna


Il femminismo islamico e l'islam liberale apparvero in Spagna,negli anni Novanta,iniziato dai convertiti provenienti per la maggior parte dalla sinistra politica. Tra questi  c'era Mansur Escudero,uno psicologo che divenne il presidente della Giunta Islamica e l'avvocata Jadicha Candela, che fondò l'Associazione An Nisá.
Nella prima riunione delle donne mussulmane, organizzata a Barcellona nel 1999,Candela tenne un discorso intitolato "La rivoluzione egualitaria dell'Islam" dove articolò il messaggio coranico sulla fondamentale uguaglianza tra tutti gli esseri umani,chiamandola" la prima dichiarazione universale dei diritti umani e cittadini" 18.
Inoltre Candela denunciò la manipolazione di questa dottrina egualitaria mediante letture misogine da parte degli ulema conservatori. A questo proposito,mise in risalto l'opera della nota scrittora e sociologa marocchina Fátima Mernissi,la sua denuncia di questa misoginia coperta nell'Islam e come si stesse riproducendo in Occidente.
 Consapevole della storia spagnola, Candela rileva che questa versione sessista venne utilizzata per screditare i mussulmani da parten dello stesso Occidente che aveva beneficiato della trasmissione del pensiero razionale sviluppato dagli andalusi. In tal modo, espresse ciò che è diventato un segno distintivo del femminismo islamico in Spagna: i riferimenti alle loro profonde radici storiche. Candela stessa si è posta tra quelli il cui approccio al Corano ed alte fonti religiose, fu elaborato dall'ijtihad o interpretazione intellettuale personale e lascia chiaramente intendere che non proviene da una formazione tradizionale nelle scienze religiose. Quindi, fa parte del gruppo di professionisti istruiti, che analizzano il Corano e altre fonti per conto loro e che stanno diventando nuove autorità o persone influenti,visto che le loro conclusioni rapidamente fanno eco tra i mussulmani.
Fa parte di questo nuovo gruppo Abdennur Prado,promotore del primo Congresso Internazionale del Femminismo Islamico (Barcellona, 2005).
Nella sua conferenza," Jihad di Genere", Prado mette in evidenza il messaggio ugualitario dell'Islam,rilevando che attualmente sta passando la convinzione che la discriminazione contro la donna sia insita nell'Islam, distorcendone il messaggio.
Prado è convinto che il femminismo islamico fornisca ai mussulmani immigrati, tanto donne che uomini, una via per l'integrazione nella società.
Sono le letture patriarcali dell'Islam e le sue attuazioni che confliggono con le leggi spagnole, non i principi islamici di pluralismo ed uguaglianza. La Giunta Islamica Catalana, il cui presidente è Prado si è posta il compito di promuovere questa interpretazione, soprattutto tra i nuovi mussulmani arrivati nello Stato spagnolo 19.
Non sarà nel breve periodo un compito facile,giacché alcuni immigrati per lo più poveri e senza istruzione,provenienti dalle aree rurali del Marocco,portano con sé pratiche culturali difficilmente separate dalla religione. In questo senso, il comportamento della donna (nei suoi semplici gesti quotidiani) è intimamente legato alle sue nozioni di moralità e di onore e gli uomini sentono il dovere di mantenere la loro autorità e disciplina su di esse.
Questo controllo può risultare più esagerato nel contesto dell'immigrazione e l'anomia della vita quotidiana in situazioni sconosciute e in territori non mussulmani.
Il femminismo islamico in Spagna è stato influenzato dal lavoro di due femministe marocchine.La prima, che abbiamo già citata è Fátima Mernissi, autora di un'estesa opera degli ultimi tre decenni,tra queste la sua nota critica ai hadith misogini nel suo influente libro " L'harem politico" 20. La maggior parte del suo lavoro è stato tradotto in spagnolo. Inoltre il portale virtuale WebIslam e la rivista Verde islam hanno pubblicato molti suoi articoli. Menissi è anche valutata tra le femministe laiche e i circoli progressisti spagnoli, arrivando ad ottenere il prestigioso Premio Principe delle Austurie nel 2004.
Più recentemente ha cominciato a emergere come femminista islamica Asma Lambaret, medico di professione, coinvolta anch'essa nell'interpretazione personale del Corano e dei testi religiosi. Ha pubblicato due libri,Musulmane tout simplement (2002) e Aïcha, épouse du prophète ou l'islam au féminin (2004) 21 che hanno richiamato l'attenzione delle femministe islamiche spagnole.
Nel primo Congresso Mondiale delle Mussulmane di lingua spagnola,tenutosi a Siviglia (2003) presentò una conferenza intitolata provocatoriamente " Femminismo islamico?"
Lambaret, come la Mernissi prima di lei è una delle voci del Mediterraneo meridionale( comprendendo anche l'islamista marocchina  Nadia Yassine) che lamentano secoli di patriarcato che si è appropriato dell'Islam - che la femminista islamica egiziana Zainab Radwan chiama categoricamente " il patriarcato non islamico" -  e la sua naturalizzazione nel tempo fino a considerare l'Islam egualitario come un'aberrazione. Le donne  sono state assenti dal dibattito a causa di questo sessismo culturale.
Nel Congresso di Siviglia Lambaret ricordò " la fede passiva non è utile  per la nostra emancipazione islamica" e continuando " Non abbiamo altra scelta se non quella di continuare a mobilitarci come mussulmane per recuperare i nostri diritti 22.


Come possiamo notare  il femminismo islamico in Spagna si ispira a due fonti: la re-interpretazione progressista del Corano elaborata dai nuovi esegeti e la tradizione intellettuale di un passato islamico quando al Andalus (nome mussulmano della penisola Iberica) era il centro del pensiero in Europa 23. Come afferma Prado " il femminismo islamico nello Stato spagnolo è radicato in al Andalus, ispirazione e referente simbolico, segno della nostra peculiarità" 24.


La luce del pensiero islamico in Spagna è stata eclissata da un periodo buio della storia, quando alla fine del XV secolo i mussulmani furono espulsi  o messi a tacere e la sua religione vietata. Alcuni nuovi movimenti mussulmani ispanici, oggi, costruiscono un Islam liberale ed egualitario radicato nel suo illustre passato.



L'attivismo del femminismo islamico (ultima parte)
continua.


webislam


(traduzione di Lia Anita Di Peri Silviano)





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