domenica 25 novembre 2012

La violenza di genere e l'amore romantico

Coral Herrera Gómez spiega perché  il romanticismo è il meccanismo culturale più potente per perpetuare il patriarcato

Coral Herrera Gómez


L'amore romantico è lo strumento più potente per controllare e soggiogare le donne, soprattutto nei paesi in cui sono cittadine a pieno titolo e dove non sono legalmente di proprietà di nessuno.

Molti sanno che combinare la gentilezza con l'abuso nei confronti di una donna serve a distruggere la sua autostima ed a provocare la sua dipendenza, quindi utilizzano il binomio abuso- affetto per farle innamorare perdutamente, così da poterle dominare.

Un esempio di ciò è Kaliman, un magnaccia messicano che spiega come riesce a far prostituire le sue donne: sceglie le più povere e bisognose, preferibilmente quelle che desiderano uscire dall'inferno domestico nel quale vivono o quelle che hanno un urgente bisogno d'amore, perché sono socialmente isolate. I magnaccia seguono la sua guida alla perfezione: prima le colmano di attenzioni e regali per due mesi,facendo credere che sono la donna della sua vita e che avrà sempre denaro disponibile e soddisfare i suoi bisogni e capricci. Poi,la mette in un bordello perché " le facciano terapia " le ragazze; se si rifiuta, calci, se si arrabbia, meglio lasciare che le passi. Mai chiederle scusa. E' necessario che soffra fino a quando il suo orgoglio si sgretoli e,inginocchiandosi, accetti la sconfitta.
Il macho deve mantenersi fermo, mostrare il suo disprezzo,andar via nei momenti di estrema rabbia e non avere pietà per le lacrime di sua moglie. Questa tecnica gli garantisce che esse cedano ai suoi desideri e lavorino per lui in strada o nei postriboli; la maggior parte di esse non ha dove andare e li seguono, una volta provato il lusso, non vogliono ritornare alla povertà.

Questo racconto dell'orrore è molto comune nel mondo. Non solamente protettori e sfruttatori, ma anche molti mariti e fidanzati trattano le donne come vacche selvagge da addomesticare, affinché siano fedeli, sottomesse e obbedienti. Molti continuano a credere che le donne nascono per servire o per amare gli uomini. Ed anche molte donne continuano a crederlo.

"Per amore", noi donne ci aggrappiamo a maltrattamenti,abusi e sfruttamento.
"Per amore" ci uniamo a tipi orrendi che all'inizio sembrano principi azzurri, ma poi ci truffano, si approfittano di noi o vivono a nostre spese. "Per amore" sopportiamo insulti, violenza,disprezzo. Siamo in grado di umiliarci "per amore", mentre dimostriamo la nostra intensa capacità di amare.
"Per amore, ci sacrifichiamo,ci annulliamo,perdiamo la nostra libertà, perdiamo i nostri contatti sociali ed affettivi.
"Per amore" abbandoniamo i nostri sogni ed obiettivi; "per amore" rivaleggiamo con altre donne e ci inimichiamo per sempre; " per amore" abbandoniamo tutto...

Questo "amore" quando ci lega, ci rende vere donne, ci nobilita, ci fa sentire pure,dà senso alla nostra vita,ci dà uno status, ci eleva al di sopra dei mortali.
Questo "amore" non è solo amore: è anche la salvezza. Le principesse delle favole non lavorano : sono mantenute dal principe. Nella nostra società, che ti amino è sinonimo di successo sociale: che un uomo ti scelga, ti dia valore, ti renda madre, ti faccia signora.


Questo "amore" ci intrappola in assurde contraddizioni" dovrei lasciarlo, però non posso perché lo amo/perché col tempo cambierà/perché è quello che è".
E' un "amore" basato sulla conquista e seduzione e in una serie di miti che ci schiavizzano,come quello " l'amore può tutto" o " una volta che hai incontrato l'anima gemella sarà per sempre".
Questo "amore" promette molto, ma ci riempie di frustrazione, ci incatena ad esseri ai quali diamo potere su di noi, ci sottomette a ruoli tradizionali e ci punisce quando non ci adeguiamo ai canoni stabiliti per noi.

Questo "amore"ci trasforma anche in esseri dipendenti ed egoisti,perché usiamo strategie per ottenere ciò che vogliamo,perché ci viene insegnato che si dà per ricevere e perché ci aspettiamo che l'altro " abbandoni il mondo" così come facciamo noi. E' tanto l'"amore" che sentiamo  che ci trasformiamo in esseri spiacevoli che vomitano giornalmente accuse e rivendicazioni. Se qualcuno non ci ama come amiamo noi, questo "amore" ci rende vittime e ricattatrici ( "io che do tutto per te).

Questo "amore" ci porta agli inferi quando non siamo ricambiate o quando siamo infedeli o quando ci abbandonano: perché quando ce ne rendiamo conto siamo sole  al mondo, lontane da amiche  e amici, parenti o vicini, in attesa di un tizio che crede di avere il diritto di decidere per noi.

Quindi, questo "amore" non è amore. E' dipendenza, bisogno, paura della solitudine, masochismo: è un'utopia collettiva, ma non è amore.

Amiamo in modo patriarcale: il romanticismo patriarcale è un meccanismo culturale per perpetuare il patriarcato molto più potente delle leggi: la diseguaglianza si annidia nei nostri cuori. Amiamo dal concetto di proprietà privata e dalla base di diseguaglianza tra uomini e donne. La nostra cultura idealizzal'amore femminile come amore incondizionato, disinteressato, dedicato, sottomesso e soggiogato. Alle donne si insegna ad aspettare ed amare un uomo con la stessa devozione con cui si ama Dio o aspettiamo Gesù Cristo.

A noi donne ci insegnano ad amare la libertà dell'uomo, non la nostra. Le grandi figure della politica, dell'economia, della scienza e l'arte sono sempre stati uomini. Ammiriamo gli uomini e li amiamo nella misura in cui essi sono potenti; le donne private delle risorse economiche e proprietà hanno bisogno degli uomini per sopravvivere. La diseguaglianza economica di genere ci porta alla dipendenza economica e affettiva. Gli uomini ricchi ci sembrano attraenti perché posseggono denaro ed opportunità e perché ci hanno insegnato da piccole che la salvezza consiste nel trovare un uomo. Non ci hanno insegnato a lottare per l'uguaglianza, perché abbiamo gli stessi diritti,ma ad essere belle e ad avere qualcuno che ci mantenga, ci voglia e ci protegga,anche se ciò significa rimanere senza amicizie, anche se significa unirsi ad un uomo violento,cattivo, egoista o sanguinario.
Un esempio chiaro lo troviamo nei capi mafiosi: hanno tutte le donne che vogliono, tutte le macchine, la droga e la tecnologia che vogliono,hanno tutto il potere di attirare le ragazze sole e senza risorse e opportunità.


Questa disuguaglianza strutturale che esiste tra uomini e donne,si perpetua attraverso la cultura e l'economia. Se potessimo godere delle stesse risorse economiche e potessimo allevare i nostri bambini in comunità, condividendo le risorse,non avremmo relazioni basate sulla necessità; io credo che ameremmo con molta più libertà, senza interessi economici di mezzo. Si ridurebbe drasticamente il numero di adolescenti povere che credono che rimanendo incinte si assicurano l'amore del macho o, quantomeno,un assegno alimentare per venti anni della loro vita.

Agli uomini gli si insegna ad amare dalla diseguaglianza. La prima cosa che imparano è che quando una donna si sposa con te è "tua moglie", qualcosa come è "tuo marito", ma peggio.
I maschi hanno due opzioni: o si lasciano amare dall'alto ( maschi alfa) o si inginocchiano di fronte all'amata in segno di resa ( calabrache). Gli uomini sembramo mantenersi tranquilli mentre sono amati, dato che la tradizione gli insegna che non devono dare troppa importanza all'amore nelle loro vite, né lasciare che le donne invadano tutti i loro spazi,né esprimere in pubblico i loro affetti.


Questo contenimento crolla quando la moglie decide di separarsi e iniziare un percorso da sola. Siccome la nostra cultura vive il divorzio come un trauma,gli strumenti a disposizione degli uomini sono pochi: possono rassegnarsi, deprimersi,autodistruggersi( alcuni si suicidano,altri si aggrovigliano in qualche lotta mortale,o vanno a tutta velocità in direzione contraria)o reagire con violenza contro la donna che dicono di amare.
Così è quando entra in gioco la maledetta questione dell'"onore",l'esempio massimo della doppia morale. Per gli uomini tradizionalisti, la virilità e l'orgoglio sono al di sopra qualsiasi obiettivo: si può vivere senza amore, ma non senza onore.
Milioni di donne muoiono ogni giorno per "crimini d'onore", per mano dei loro mariti, padri, fratelli, amanti o per suicidio ( costrette dalle stesse famiglie).
I motivi: parlare con un altro uomo,essere violentata o volere divorziare. Una sola voce può uccidere qualsiasi donna. Queste donne non possono intraprendere una vita propria fuori dalla comunità: non hanno soldi, né diritti, non sono libere, né possono lavorare fuori casa. Non c'è modo di fuggire.

Le donne che si godono i diritti,tuttavia, rimangono intrappolate nelle loro relazioni matrimoniali o sentimentali. Donne povere ed analfabete, donne ricche e colte: la dipendenza emotiva femminile non distingue tra classi sociali,etnie, religioni,età od orientamento sessuale. Sono tante  in tutto il pianeta, le donne che si sottomettono alla tirannia della " sopportazione per amore".

L'amore romantico è in questo senso, uno strumento di controllo sociale ed anche un anestetico. Lo vendono come un'utopia raggiungibile, ma mentre ci incamminiamo verso di lui,cercando la relazione perfetta che ci renda felici, scopriamo che il modo migliore  per relazionarsi è perdere la propria libertà e rinunciare a tutto,al fine di garantire l'armonia coniugale .

In questa presunta armonia, gli uomini tradizionalisti vogliono donne tranquille che li amino senza perdere nulla ( o molto poco).  Le donne,quanto più sentono deteriorata la loro autostima, più si vittimizzano  e più dipendono. Di conseguenza,per la maggior parte è difficile comprendere che il vero amore non ha nulla da spartire con la sottomissione,con il sacrificio, con la sopportazione.
La coppia è il pilastro fondamentale della nostra società. Per questo,il mondo finanziario, la Chiesa, le banche, penalizzano i/le single e promuovono il matrimonio eterosessuale; quando l'amore finisce o si rompe,lo viviamo come un fallimento e come un trauma. Ci disperiamo completamente: non sappiamo separare le nostre strade,non sappiamo trattare  chi vuole allontanarsi da noi o ha incontrato un'altra/tro. Non sappiamo come gestire le emozioni: per questo è tanto frequente il crocevia di minacce, insulti rimproveri,accuse e vendette tra i coniugi.

Così che molte donne sono punite, maltrattate e uccise quando decidono di separarsi e re-iniziare la loro vita. Il numero degli uomini che non possegono gli strumenti per affrontare una separazione è molto più grande: da bambini imparano che devono essere loro i Re e che i conflitti si risolvono con la violenza. Se non lo imparano in casa,lo imparano attraverso la televisione : i loro eroi si fanno giustizia con la violenza, imponendo la loro autorità.I loro eroi non piangono, a meno che non raggiungono il loro obiettivo (come vincere una coppa di calcio o sterminare gli androidi).

Ciò che ci insegnano nei film, racconti, romanzi, serie televisive è che le ragazze degli eroi li aspettano con pazienza,li adorano, se ne prendono cura e sono disponibili a consegnarsi all'amore, quando quelli avranno tempo. Le ragazze della pubblicità offrono i loro corpi come merce; le brave ragazze dei film offrono il loro amore come premio per il coraggio maschile. Le brave ragazze non abbandonano iloro sposi. Le cattive ragazze che si credono le padrone dei loro corpi e sessualità, che si credono padrone delle loro vite o che si ribellano,ricevono sempre il giusto castigo ( carcere, malattie, ostracismo sociale o la morte).
Le cattive ragazze non vengono odiate solo dagli uomini, ma anche dalle brave donne,perché destabilizzano l'ordine "armonioso"delle cose,quando prendono decisioni e rompono i lacci.
I mezzi di comunicazione ci presentano spesso i casi di violenza contro le donne, come crimini passionali e giustificano le uccisioni o la tortura con espressioni di questo tipo: " non era una persona molto normale", "era ubriaco" " lei stava con un altro" " egli quando l'ha saputo è andato fuori di testa" se l'ha uccisa sarà stato perché " qualcosa aveva fatto". La colpa, quindi, ricade su di lei, mentre la vittima è lui. Lei ha sbagliato e merita di essere punita, egli ha il diritto di vendicarsi per calmare il suo dolore e ricostruire il suo orgoglio.


La violenza è un elemento strutturale delle nostre società diseguali, pe cui è necessario che l'amore non si confonda con il possesso, così come la guerra con gli "aiuti umanitari".In un mondo in cui si usa la forza per imporre mandati e controllare le persone, dove si esalta la vendetta come meccanismo per la gestione del dolore, dove si utilizza la punizione per correggere le deviazioni e la pena di morte per confortare gli addolorati è sempre più necessario che impariamo a volerci bene.

E' fondamentale capire che l'amore si deve basare sul 'buon trattamento'e l'uguaglianza. Ma non soltanto verso il coniuge,ma nei confronti dell'intera società. E' essenziale stabilire relazioni egualitarie, nelle quali le differenze servano ad arricchirci reciprocamente, non per sottomettere gli uni agli altri. E' fondamentale anche potenziare le donne per non vivere assoggettate all'amore, così come è essenziale insegnare agli uomini a gestire le proprie emozioni, perché possano controllare la loro ira,la loro impotenza,la loro rabbia,la loro paura e perché capiscano che le donne non sono oggetti di proprietà, ma compagne di vita.
Inoltre, dobbiamo proteggere i/le bambin* che soffrono  in casa, la violenza machista, perché devono sopportare l'umiliazione e le lacrime della loro eroina, la mamma, perché devono sopportare le urla,le botte e la paura, perché vivono nel terrore, perché si fanno orfani,perché il loro mondo è un inferno.
E' urgente porre fine al terrorismo machista: in Spagna ha ucciso più persone che il terrorismo dell'ETA. Tuttavia,la gente si indigna più per il secondo, scende in strada per protestare contro la violenza,per la cura delle vittime. Il terrorismo di genere si considera invece una questione personale, che colpisce alcune donne, per questo molta gente che sente le grida di aiuto non reagisce,non denuncia,non interviene.
Guardando le cifre ci rendiamo conto che il personale è politico ed economico: la crisi accentua il terrore, perché molte non possono impiantare la separazione e il divorzio è per le coppie che possono permetterselo economicamente. Una prova di ciò è che adesso si denunciano meno casi e spesso le donne si tirano indietro; con le tasse giudiziali approvate in Spagna, le donne più umili non si separano né denunciano: appellarsi alla giustizia è un fatto da ricche.

E' urgente lavorare sugli uomini (prevenzione e trattamento) e proteggere le donne e i/le suoi figli e figlie. Bisogna emancipare le donne, ma dobbiamo lavorare anche con gli uomini, altrimenti la lotta sarà vana. E' necessario promuovere politiche pubbliche che abbiano una prospettiva di genere completa ed è necessario che i media contribuiscano a generare un rifiuto nei confronti di questa forma di terrorismo installato in tutte le case del mondo.
E' necessario un cambiamento sociale e culturale, economico e sentimentale. L'amore non può basarsi sulla proprietà privata e la violenza non può essere uno strumento per risolvere i problemi. Le leggi contro la violenza di genere sono molto importanti,ma devono essere accompagnate da un cambiamento nelle nostre strutture emotive e sentimentali. Perché ciò sia possibile dobbiamo cambiare la nostra cultura e promuovere altri modelli amorosi che non si basino sulle lotte di potere per dominarci o sottometterci. Altri modelli femminili e maschili che non si fondano sulla fragilità delle une e sulla brutalità degli altri.
Dobbiamo imparare a rompere con i miti, a sbarazzarci dei mandati di genere,a dialogare,a godere della gente che ci accompagna nel cammino, a unirci e separarci in libertà, a trattarci con rispetto e tenerezza, ad assorbire le perdite e costruire buone relazioni. Dobbiamo rompere i cerchi del dolore che ereditiamo e riproduciamo inconsciamente e dobbiamo liberare le donne e gli uomini e coloro  che non sono né l'una né l'altro, dal peso delle gerarchie, della tirannia dei ruoli e dalla violenza.
Dobbiamo lavorare molto perché l'amore si espanda e l'uguaglianza una realtà, ma al di là dei discorsi.
Perciò questo testo è dedicato a tutte le donne e gli uomini che lottano contro la violenza di genere in tutte le parti del mondo: gruppi di donne contra la violenza, gruppi di auto-riflessione maschile, autore /autori che indagano e scrivono su questo fenomeno, artiste che lavorano per visibilizzare questa piaga sociale, politiche/tici che lavorano per promuovere l'uguaglianza, attiviste che scendono in strada a condannare la violenza, maestre/professor* che svolgono un lavoro di sensibilizzazione nelle loro aule,ciber-femministe che raccolgono firme per visibilizzare i femminicidi e promuovere leggi, i/le leader che lavorano nelle comunità per eliminare l'abuso e la discriminazione delle donne.
Il modo migliore per combattere la violenza è porre fine alla diseguaglianza e al machismo: analizzando, visibilizzando, decostruendo,denunciando e apprendendo insieme.

Pikara magazine

(traduzione di Lia Di Peri)

17 commenti:

  1. no, l'amore romantico non è sempre sinonimo di schiavitù, può convivere con il rispetto e il sostegno reciproco tra due persone che si amano, l'amore si deve basare sulla passione e sulla fiducia reciproca che tiene a bada eventuali gelosie che di per sè non sono il Male ma lo diventano se subentra l'ossessione possessiva che soffoca la libertà dell'altro. io credo nell'amore e anche nel romanticismo che non è mai oppressione nè deve voler dire automaticamente roba mielosa o falsa.
    l'amore con e luci e le ombre fa parte di noi, la narrativa non può non tenerne conto..e ci sono tanti film, anche commedie romantiche, e serie tv e romanzi che lo raccontano in maniera credibile..con personaggi maschili e femminili ben caratterizzati, complessi e coerenti con il tipo di storia che spesso è tutt'altro ce maschilista ma descrive i rapporti amorosi con intelligenza, plausibilità e anche ironia nel caso delle commedie. Io credo che non sia il romanticismo a uccidere le donne e neanche i film violenti (anche la violenza fa parte della società e va raccontata, se in un film è necessario mostrare violenza va mostrata, l'aggressività maschile o femminile che sia va gestita non negata), a uccidere sono uomini che non sanno amare in maniera veramente romantica. Io personalmente non credo che la monogamia sia una schifezza (per quanto sia difficile), rispetto chi la vede diversamente ma non credo che porti necessariamente alla violenza. Io voglio amare, essere amato, desiderare lei come lei desidera me e fidarmi di lei come lei di me, rispettarla come lei rispetta me. Faccio notare che nella cultura pop ci sono eroine forti quanto i maschi, che si battono contro i nemici che amano come anche i maschi amano..negare questo significa non comprendere la complessità della cultura pop odierna. Anche l'uomo che piange è ben presente e non solo nei casi che dite voi (a parte che poi la sensibilità di un uomo non si misura da quanto piange)..tutti gli eroi e le eroine hanno dei lati fragili (indipendentemente dal fattore lacrima)

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    1. "e neanche i film violenti"

      e sono un cinefilo onnivoro..guardo film di ogni genere tranne il porno (non che lo condanni ma non mi attira) e guardo anche serie tv che in quanto a qualità e complessità non hanno nulla da invidiare al cinema con trame e personaggi ben scritti, credibili, plausibili nelle dinamiche e nei rapporti tra loro e coerenti col tipo di storia, all'altezza delle proprie ambizioni..e posso dirvi che non è colpa loro.
      e la tenerezza verso chi si ama per me è tutt'uno con la mia idea di amore romantico. Ora la smetto

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  2. anche le sofferenze causate dalla fine di un amore in cui si era creduto esistono (i sentimenti non sono un interruttore che si accende e si spegne!), bisogna imparare a gestirle, ma non vanno negate, non bisogna vergognarsi di soffrire per amore

    A volte ci sono coppie che tornano insieme dopo una rottura ma bisogna anche capire quando è davvero finita e accettarlo.. è possibile superare una rottura e andare avanti

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    1. anche le storie in cui lui salva l'amata (e oggi ci sono anche storie in cui è lei a salvare lui) io non credo siano di per sè maschiliste..voler proteggere chi si ama, preoccuparsi non è sempre sinonimo di possessività. quando ami vuoi difendere la persona amata come lei difenderebbe te. E dire "liberiamoci dai miti" mi convince fino ad un certo punto..certo è bene decostruire e la cultura pop lo fa..ma di storie e anche di storie d'amore e di romanticismo io credo che l'umanità avrà sempre bisogno e non c'è nulla di male

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  3. per concludere..volvevo dire che il concetto di appartenenza reciproca presente nell'amore può anche non avere carattere oppressivo, ma può e deve fondarsi sul rispetto e sulla consensualità altrimenti non è vero amore. Anche nel senso se c'è consenso non c'è brutalità. Ora ho finito davvero scusate se mi sono dilungato

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  4. io mi ci ritrovo in pieno nell'articolo di Pikara Magazine...sono stata ferita talmente tante volte dagli uomini che neanche una decade di psicoterapia è riuscita a liberarmi dal dramma costante e a sciogliere i tanti bandoli della matassa. Mi ritrovo una volta al mese dalla mia psicanalista, spesso e volentieri piangendo e soffrendo perché non riesco a rassegnarmi all'idea di restare 'senza di lui', singhiozzo perché sento tutta la solitudine del mondo. La mia paura più grande, le confido, è rimanere sola tutta la vita. Più leggo l'articolo sull'amore romantico, più mi ci ritrovo in quelle parole, nell'idea che l'amore romantico sia una manipolazione contemporanea per mantenere lo status quo del maschio, per rinvigorire il suo predominio. Perché noi donne siamo quelle che vincono o perdono in amore, sin da piccole ci illudono che sia l'unica vera cosa buona che possiamo ottenere dalla vita. Ci inculcano nella testa un modello da seguire, attraverso i cartoni animati, i telefilm e i film. La nostra famiglia, che è il primo luogo in cui riceviamo amore, ci dice quale tipo di uomo dovremmo scegliere. Ovviamente in età adolescenziale saremo sempre portate a sperimentare storie con l'opposto dell'idealtipo consigliato 'da mamy e papy'. Sono stata bambina e adolescente anch'io, bulimica dal punto di vista cinematografico. Mi sono rivista e identificata in un milione di donne e di personaggi femminili. Da grande, intorno ai 30 anni, mi sono identificata in altri modelli. Dopo aver letto quest'articolo, mi sono resa conto di essermi rivista sempre e solo in quella tipologia di donna remissiva e paziente, che piange per mesi e mesi dopo la rottura di una storia e che non sa davvero come riprendere in mano la sua vita. Fortunatamente ho sempre avuto una famiglia alle spalle che mi ha permesso di studiare all'università con comodo e di fare un lavoro malpagato, dandomi tempo di 'sfondare e realizzare i miei sogni'. sono molto fortunata, e questo lo riconoscerò sempre, perché non ho dovuto lottare troppo per portare a casa la pagnotta. Probabilmente se fossi stata povera e analfabeta, la prostituzione sarebbe stata l'unica fonte di guadagno. Perché io purtroppo appartengo a quella categoria di donne che si sente 'forte' solo in una relazione a due, in rapporto a un uomo pronto a proteggerla e a mantenerla. Perché questo è il modello che ho voluto perseguire sin da piccola. Perché se nn è la tua famiglia a inculcartelo, ci pensano le amichette o i cartoni animati, purtroppo!!!!Spesso e volentieri ho visto la mia autostima crollare nell'abisso, essere erosa dal tempo e dalle relazioni finite male, dai ragazzi che mi hanno abbandonata, rifiutata, disprezzata, insultata e odiata. Non c'è niente di più terribile del meccanismo di amore romantico. Anche quel tipo di romanticismo che si vede nelle commedie è edulcorato da un lieto fine che non esiste nella realtà....perché nella realtà non si è mai alla pari. Gli uomini ti fanno credere di essere la cosa migliore che gli sia capitata, per poi buttarti nel dimenticatoio quando trovano una ragazza più gestibile e con meno mezzi di sopravvivenza. I trentenni di oggi non sono così diversi da Pistorius, applicano un tipo di violenza di genere ignominioso. Non arrivano alle conseguenze fatali date da un colpo di fucile, ma laddove non uccidono la donna, la distruggono interiormente, la privano ogni giorno di più della speranza, della voglia di amare, della fiducia in se stessa. Io ho sempre pensato che la ricetta della felicità fosse avere una bella casa, un corpo bello e sodo, un viso dolce, capelli lunghi e curatissimi, essere specializzate ai fornelli e nella pulizia della casa. Mi sono sempre auto educata per essere 'la donna perfetta' che ogni uomo potesse desiderare.

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  5. Nonostante provenga da una famiglia molto erudita e acculturata, non ho mai accettato la tipologia di donna che mi suggerivano mia madre o mio padre. Loro mi volevano secchiona e piena di risorse per il futuro, io ho rifiutato quel modello per inseguire quello più urlato e pubblicizzato dai media, dai film e dalla letteratura. Sono diventata un'esperta di moda e di tendenze, ho accuratamente coltivato un'insana passione per le scarpe, ho imparato a memoria le canzoni di Madonna e le battute di sex and the city. Ho carpito tutti i segreti del trucco per rendere il mio viso conturbante e più appariscenti i miei lunghi capelli mossi, ho studiato danza moderna per tanti anni per sentirmi sexy e seducente come Janet Jackson. Insomma, ho fatto di tutto per assomigliare a un modello di donna che potesse piacere 'alla massa'. E così è successo, le mie possibilità di incontro sono aumentate vertiginosamente, gli sguardi degli uomini si sono moltiplicati. Ma questo non mi ha portato fortuna, bensì è stato l'inizio della mia rovina. Ho attirato il maschio più predatore, più cacciatore, più animalesco, che ha approfittato finché ha potuto del mio corpo e dei benefici che ne traeva. In cambio di una parolina dolce e qualche effimera poesia, io ricambiavo con amore, dedizione e attenzioni. Mostravo le mie doti di donna di casa, ma loro alla fine scomparivano, dopo una manciata di mesi. Quello che asserisce di avermi amata di più, è stato quello a cui brillavano gli occhi mentre ero indaffarata ai fornelli, confermandosi come uno dei promotori più arditi del patriarcato maschile. E io, ormai incastrata nel ruolo della 'donna dedita all'amore e ai sentimenti', ho sprecato quasi dieci anni della mia vita appresso a ragazzi che volevano solo divertirsi con me, applicando le regole più bieche del femminicidio, uscendo malconcia e umiliata da ogni rottura sentimentale. Risultato? Non ho ancora finito di studiare, sono appensa a un filo in un lavoro che dopo 7 anni di sacrifici probabilmente mi lascerà a casa in solitudine, come hanno fatto i miei ex amanti, senza una meta e con una discreta collezione di colloqui di lavoro andati male. I miei speravano che io diventassi prima avvocato, poi ambasciatrice e poi giornalista, man mano negli anni hanno cominciato ad abbassare l'asticella delle aspettative. Se tutto va bene prenderò una laurea, che oggi non mi servirà a molto, e magari riuscirò a trovare un anonimo posto da impiegata in qualche azienda. Ecco come finiscono adesso le principesse delle favole, se non hanno avuto la 'fortuna' di legarsi a 'quello giusto', di essere state scelte dal 'vero amore', che le proteggerà e le manterrà economicamente in secula seculorum. Quelle 'sfigate zitelle', come veniamo bollate noi dalla società dato che non siamo riuscite a tenerci stretto un uomo,continueranno ad essere povere e analfabete se non hanno alle spalle qualcuno che le aiuti. Faranno lavori umilianti o poco qualificati pur di avere un tozzo di pane. Le altre sfigate, quelle di lusso, che magari hanno anche una certa cultura, faranno le mantenute per molti anni, prima di arrendersi all'evidenza che non avranno un posto d'onore nella società così facilmente. Considerata la crisi, non avranno molte chances per fare 'le donne in carriera', anche se hanno i numeri giusti per arrivare. Ai vertici ci saranno le varie nicole minetti, oppure le figlie di papà raccomandate, oppure le fortunatissime, che si sono trovate per un colpo di fortuna al momento giusto al posto giusto e magari con l'uomo giusto che le ha sponsorizzate.

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  6. Detto questo, possiamo tranquillamente abbandonare sogni romantici e bizzarri miti per abbracciare un unico obiettivo: la felicità di noi stesse come donne single, l'orgoglio in noi stesse, la voglia di fare e migliorarsi ogni giorno di più, studiando e facendo mille esperienze. Non credere mai più che un uomo si innamori di noi 'a prima vista', perché è una boiata assurda, al pari di certe promesse fatte da un certo politico imprenditore. Guardiamoci ogni giorno allo specchio e amiamoci per quello che siamo, con le nostre imperfezioni e i nostri difetti. Facciamo sport perché fa principalmente bene alla nostra salute e alla nostra anima, prima ancora che al nostro punto vita. Studiamo per tutta la vita, perché è l'unico modo che abbiamo per tenere la mente allenata e per acquisire l'abilità di discernimento dal bene e dal male. Viviamo con passione i nostri interessi musicali, cinematografici e letterari senza però farci fagocitare da essi. Ringraziamo ogni giorno di essere vive e fortunate per quello che abbiamo. L'amore deve essere un premio, il dolce alla fine del lungo pasto luculliano che è la vita. Qualcosa che alleggerisce il nostro percorso, che non porta sempre e solo dolore e sofferenza. Dobbiamo liberarci dall'ossessione della sofferenza. Siamo nate per ridere noi donne, non solo per singhiozzare e piangere. Per ogni lacrima che versiamo, diamo una possibilità in più al maschio che ci ha ferite di colpirci e annientarci. Loro devono fare i RE???? BENE, NOI SIAMO PRONTE AD ESSERE REGINE, SIN DALLA NASCITA!!!!!!!!!!!!!

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    1. e pure il sexy, la seduzione fanno parte della vita, non riguardano solo le donne e non vanno demonizzati. Nel gioco della seduzione nessuno è mai davvero passivo,,la sensualità fa parte di noi e ci sono tanti modi di esserlo, è vero che ogni cultura ha canoni estetici maschili e femminili come ogni persona ha i suoi ggusti, ma bellezza, anche quella fisica, sensualità e sexy (che non sono sinonimi) possono essere sfaccettati, con tanti volti

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  7. c'è una sorta di violenza psicologica nell'amore romantico, che ci fa credere fortemente che noi donne non abbiamo valore se non ci sposiamo e non procreiamo. Il miracolo della procreazione non è destinato a tutte le donne. E le donne che scelgono di non diventare madri, per biologia o per semplice libero arbitrio, vengono considerate 'meno valide' dagli altri uomini e quindi dalla propria famiglia e dalla propria società. Le donne che asseriscono di non avere l'istinto materno, e che decidono di non procreare, vengono considerate scarti umani, non degne di vivere ed essere amate. Quanti rifiuti noi donne subiamo per essere state noi stesse, per aver dimostrato la nostra vera essenza, per essere 'uscite allo scoperto' con la nostra vera natura selvaggia. Una donna, per essere amata, deve vivere costantemente nella paura di essere rifiutata e non amata, si deve auto punire, autoinfliggere delle pene, diminuire il suo valore. Altrimenti rischia di 'finire sola e abbandonata in un ospizio, senza figli né nipoti'. E questa è la vera condanna, la vera identità dell'amore romantico, fatto di luci ma di ombre soprattutto. Noi donne brilliamo finché siamo contese, in mezzo ad altre donne. Brilliamo di euforia e orgoglio quando un uomo ci riempie di regali e attenzioni, quando ci dimostra sotto le lenzuola che siamo noi le più belle dell'universo....brilliamo quando passeggiamo mano nella mano in mezzo alla strada, quando ci presenta ai suoi amici con il tono di voce trionfante e giubilante. Lo amiamo anche quando si dimentica di chiederci come stiamo, cosa ci amareggia, cosa vogliamo davvero dalla vita. E giorno dopo giorno, dimentichiamo quello che vogliamo dal mondo, perché troppo impegnate ad amare lui, solo lui. Appena la nostra vera natura viene fuori, lui ci lascia. Può essere qualcosa che ha a che fare con il nostro doloroso passato, può essere una cicatrice o una certa peculiarità del nostro carattere, del nostro sentire. Bibbidi bobbidi buh, loro spariscono, come nelle favole, spariscono in groppa al loro cavallo bianco o già alla ricerca di nuovi territori da conquistare, nuove Glauci postmoderne da sedurre. Noi personificazioni di Medea, madri amorevoli e spose innamorate, siamo abbandonate a noi stesse, con l'aggravante dello stigma sociale. Laddove le nostre amiche/compagne/sorelle dicono di consolarci, spesso e volentieri stanno provando una grande pena e compassione per noi, perché loro magari si sono salvate da un destino di solitudine. Noialtre dobbiamo convivere con quella piaga, con quella ferita. Perché ce la fanno vivere come una ferita, come un qualcosa che 'abbiamo meritato' per qualche nostro 'sbaglio'. Ecco qual è la vera essenza dell'amore romantico. Ringrazio ancora l'autrice dell'articolo soprastante che mi ha aiutato ad affrontare certe dinamiche, con un altro spirito e una nuova rinnovata forza. Grazie ancora, a volte basta davvero un piccolo articolo, una manciata di parole per rinascere. Grazie davvero!!!

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  8. grazie Virgina della tua testimonianza e analisi.
    un abbraccio

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  9. grazie a te per avermi dato la possibilità di sfogarmi sul tuo blog....forse da oggi riuscirò davvero a vivere meglio la mia vita privata e il rapporto con l'altro sesso.
    un abbraccio fortissimo,
    GIRL POWER ;)

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  10. non è giusto dare la colpa alla narrativa per i nostri errori o per il male fattoci da chi diceva di amarci ma non meritava il nostro amore (e anche agli uomini capita di soffrire per amore e un uomo non soffre nè ama di più o di meno rispetto ad una donna), anch'io ho avuto delusioni, difficoltà ma non dò la colpa alla cultura pop. Hai raccontato che i tuoi genitori ti volevano in un certo modo e tu ti sei ribellata..è una cosa che accade spesso, forse se i tuoi genitori non ti avessero fatto pressioni più o meno leggere (anche a fin di bene) le cose sarebbero Il cinema e la letteratura raccontano l'umano: l'amore e anche le relative difficoltà, la passione, il desiderio esistono, fanno parte della nostra vita nel bene e nel male e vanno raccontati, è impensabile che la narrativa non se ne occupi (e per fortuna se ne occupa) e sono raccontati molto bene, in maniera plausibile e credibile nelle luci e nelle ombre (sì anche da Sex and the city e dalle commedie a lieto fine, perchè la vita non è solo tragedia e gli uomini non sono tutti merde che ti usano e ti buttano, uomini e donne sono moralmente e intellettualmente pari nel bene come nel male).
    In definitiva: no non credo che qualunque persona si interessi di moda, trucchi, curi il suo aspetto (cosa che facciamo più o meno tutti, non si può pensare di eliminare l'estetica dalla nostra vita) e creda nell'amore sia un/una cretino/a che condanna se stesso alla sofferenza. Io credo nel romanticismo e nell'amore credo che possa portare felicità e non solo e sempre dolore (ci credo perchè lo vedo succedere anche nella vita reale, l'amore esiste! Esistono coppie che si amano e riescono a superare problemi e difficoltà come esistono coppie che si lasciano), credo che l'amore romantico possa essere vissuto in maniera non oppressiva basandosi sul sostegno e la fiducia reciproca oltre che la passione (e comunque chi l'ha detto che chi sogna l'amore non può studiare? Io conosco ragazzi e ragazze innamorati che studiano e comunque cercano lavoro e vivono la loro vita! E' possibile credere nell'amore e studiare!). Ti auguro e lo auguro anche a me stesso di incontrare una persona che ci ami come noi ameremo lei..e tutto questo non c'entra niente con il farsi "sponsorizzare" io non voglio sponsorizzare nè essere sponsorizzato, io voglio amare ed essere amato e non mi sento un debole per questo, non mi sento un imbecille e non smetterò mai di crederci nonostante tutte le difficoltà, le sofferenze, le luci e le ombre che esistono in tutte le cose, tra l'altro.
    E vivere l'amore con la persona giusta non è neanche incompatibile con il girl power.
    Suggerisco un film come Amore & altri rimedi per chi cerca una storia romantica ma "adulta" e non sdolcinata.

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    1. forse se i tuoi genitori non ti avessero fatto pressioni più o meno leggere (anche a fin di bene perchè studiare è importantissimo) le cose sarebbero state diverse. Comunque ribadisco che interessarsi di moda, di bellezza eccetera di per sè non è uno sbaglio e non significa necessariamente che devi trascurare gli studi..certo bisogna vedere se è un interesse sincero oppure ce ne interessiamo solo perchè non è quello che i nostri genitori vogliono..(ma a volte e qui parlo in generale, i nostri genitori non hanno sempre ragione, insomma è complicato)..una cosa è certa: se noi non amiamo noi stessi, se siamo i primi a considerarci indegni di amore sarà difficile che qualcun'altro possa amarci davvero. Comunque a volte l'amore arriva quando meno ce lo aspettiamo, a volte può nascere pure da una storia iniziata come "solo sesso"..io anche rischiando di soffrire (ma pure quello fa parte della vita) non voglio chiudere le porte all'amore e vorrei esortare tutti a non chiuderle..non ci sono solo uomini superficiali o "alla Pistorius", uomini e donne non sono tutti/e stronzi/e

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  11. ed è pure vero che dobbiamo continuare a coltivare le nostre passioni di qualunque tipo (letterario, cinematografico, ma le passioni possono anche essere per la moda , la cucina, il make-up, la bellezza, lo sport e sono passioni altrettanto sincere e degne!) senza farci fagocitare ma quello sta a noi e vale per ogni cosa. Alla fine, io credo che ognuno, pur nelle difficoltà e nelle pressioni e anche commettendo errori possa riuscire a crescere e a diventare ciò che è..e non giudico meno libero e autentico chi ha aspirazioni, sogni diverse dalle mie. Un uomo o una donna che vuole una famiglia, che vuole l'amore (e certo per amarsi e anche per avere una famiglia non è indispensabile sposarsi ma è legittimo volersi sposare) non è meno libero e consapevole di chi non la vuole (e nella vita poi si può cambiare idea)

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  12. credo che l'amore romantico possa essere vissuto in maniera non oppressiva basandosi sul sostegno e la fiducia reciproca (che tiene a bada la gelosia eventuale) oltre che la passione

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  13. "sono raccontati molto bene, in maniera plausibile e credibile "

    e coerente col tipo di storia raccontata.
    Ciò che viene raccontato, i personaggi, le loro caratterizzazioni, la struttura delle storie e le atmosfere le dinamiche tra loro sono plausibili, hanno dei riscontri nella realtà, tanto che capita di rivedere se stessi o persone che conosciamo (e anche se non le conosciamo non vuol dire che quel tipo di persona, quel tipo di carattere non possa esistere) ma questo di per sè non è un male

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