sabato 17 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
Le donne di fronte alla reazione patriarcale . " Verso una nuova politica sessuale"
Il libro, forse, non 
arriverà mai da noi. Mi interessava far rilevare l'approccio complessivo di 
temi e argomenti che generalmente vediamo argomentati  separatamente o 
marginalmente.O, spesso, non trattati.
Nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito come spettatori 
passivi allo smantellamento dei nostri Stati, sia politicamente che 
economicamente.
 Negli ultimi anni,questa strategia del 
sistema capitalista si è presentata più dura davanti a nostri occhi. Una
 strategia malamente chiamata " crisi del capitalismo" dato che si 
tratta di un'alleanza di più poteri economici a livello mondiale che ha 
causato una crisi profonda nel modello di società e del welfare che era 
stato costruito. 
 In questo contesto di 
smantellamento dello Stato, si osserva l'esistenza di un grande 
silenzio, su come influenzuerà e influenza la lotta per la parità tra 
donne e uomini, occorre chiedersi allora,la natura di questi cambiamenti
 e gli effetti sulle donne.
Questo è l'inizio del nuovo libro della professora di sociologia dell'Università della Coruña, Rosa Cobos*" Verso una nuova politica sessuale. Le donne davanti alla reazione patriarcale" nel
 quale mostra che uno degli effetti più categorici dei programmi di 
aggiustamento strutturale è la crescita del lavoro domestico non 
retribuito delle donne. Questo è il risultato diretto dei tagli alle 
prestazioni sociali da parte dello Stato, la rinuncia a quelle funzioni (
 tra le altre,  salute, o alimentazione) che ricadono immancabilmente 
sulla famiglia e nuovamente sono assunte dalle donne.
Anche
 le politiche macroeconomiche hanno un'influenza significativa sul 
lavoro non retribuito e sulle condizioni di vita delle donne. Il sistema
 fiscale, le politiche monetarie e del cambio influiscono sulle 
condizioni materiali di queste. A tutto questo si aggiunge che le donne 
lavorano di più e in condizioni peggiori, ed essendo uno dei settori di 
popolazione più povera sono quelle che più hanno beneficiato dei 
programmi sociali e perciò sono quelle che più accusano le misure di 
aggiustamento strutturale, dal momento che a questi servizi vengono 
applicati i tagli nei bilanci nazionali.
I risultati di 
queste politiche economiche hanno un impatto immediato e visibile sulla 
vita delle donne e lo Stato  che ridefinisce ed amplia il "privato" per 
così rende così invisibili i costi del trasferimento dall'economia 
retribuita a quella non retribuita. La necessità di estendere il salario
 per poter far fronte alle necessità fondamentali quasi sempre comporta 
un aumento del lavoro domestico: più necessità di cucinare o cambiamenti
 nelle abitudini di acquisto, tra le altre cose. Il lavoro invisibile 
delle donne aumenta ogni volta che lo Stato non riesce a svolgere le 
funzioni relative alle prestazioni sociali, visto che sono le donne 
quelle che sostituiscono lo Stato.
Un altro aspetto 
negativo che questa sociologa mostra nel suo libro è l'ambigua 
inclusione delle donne nel mercato del lavoro globale. Ci dimostra come i
 nuovi sistemi di produzione flessibile, consistenti in un rapido 
cambiamento di una linea di produzione, richiedono un nuovo profilo di 
lavoratori/ trici. Devono essere persone flessibili,in grado di 
adattarsi ai rapidi cambiamenti, che possono essere facilmente 
licenziati, che siano disposti a orari di lavoro irregolari, ecc. Questo
 segmento del mercato lavorativo si sta trasformando in forza lavoro 
eterogenea, flessibile e temporanea, lavoratrici/tori senza posto fisso,
 mal pagate, con impiego a tempo parziale, lavoratrici/tori a domicilio,
 lavoratrici/tori a contratto per le piccole aziende semi-informali che 
si incaricano delle parti decentralizzate dei settori dominanti, ecc.
In
 tutti i paesi si tende alla deregolamentazione del mercato del lavoro, 
eliminando le norme di protezione e istituzionali con la scusa che sono 
ostacoli alla flessibilità e competitività.
Il mercato 
globale del lavoro mostra una crescente differenziazione tra uno strato 
di lavoratori,maggiormente uomini,altamente qualificati e con alti 
redditi e una "periferia" crescente, sempre più rappresentata da donne e
 migranti con occupazioni non permanenti, a contratto,sotto precarie 
condizioni lavorative e con un reddito basso ed instabile. In quasi 
tutte le regioni del mondo, la partecipazione delle donne sul mercato è 
aumentata, ma le condizioni sotto le quali si inseriscono in quel 
mercato sono sfavorevoli.
Il libro mostra anche da casi e 
circostanze concrete, come la globalizzazione, nella sua versione 
economica e neo-liberale sia un processo  che va sempre più 
approfondendo il divario tra ricchi e poveri e sta portando al limite la
 logica del profitto al di sopra di ogni progetto etico e politico di 
sviluppo umano. In questo contesto di vincitori e vinti, le donne non 
sono tra i vincitori, perché la loro inclusione nella nuova economia si 
attua in una zona segnata dalla disuguaglianza di genere.
Il
 capitalismo neo-liberale sta rinnovando il patto storico e 
inter-classista con il patriarcato a partire da alcuni nuovi termini.Sta
 eliminando una gran parte delle clausole,ma lascia intatto il nucleo di
 tale accordo che si traduce nella sottomissione agli uomini e allo 
sfruttamento capitalista e patriarcale. Sta gradualmente scomparendo la 
figura dell'uomo come fornitore economico della famiglia, ma appare una 
nuova figura, la "fornitrice frustrata" E' la donna che si inserisce nel
 mercato lavorativo globale, intrappolata in una giornata senza fine, a 
causa dell'aumento del lavoro domestico gratuito e invisibile ed ora, 
accede anche,al mercato del lavoro come lavoratrice " generica", 
flessibile, con la capacità di adattarsi a orari e compiti diversi, 
sostituta di un'altra che non accetta le condizioni di 
super-sfruttamento. Due sistemi egemonici - patriarcato e capitalismo 
neo-liberista- secondo l'autora- hanno patteggiato nuovi e più ampi 
spazi di lavoro per le donne, che si concretizzano nella rinnovata 
subordinazione agli uomini e nuove aree di sfruttamento economico e 
domestico.
In aggiunta a quanto sopra esposto,  troviamo nel 
libro, un tema che viviamo la maggioranza delle donne nei nostri paesi: 
la riflessione  sui rapporti tra  differenti culture. Negli ultimi 
decenni si sono intensificati i dibattiti e le discussioni suule 
relazioni tra le diverse culture. Il multiculturalismo, lo scontro di 
civiltà, il dialogo transculturale o la interculturalità, sono diventati
 oggetto di ricerca  e di discussione politica. La migrazione, 
l'informazione globalizzata,la povertà o i crescenti processi di 
uniformità culturale sono fenomeni sociali che stanno alimentando questo
 dibattito.
L'autora afferma che si sta producendo un 
rafforzamento delle identità culturali e di altre minoranze come 
risposta resistente ad una globalizzazione, che sembra voler eliminare 
qualunque specificità culturale e qualsiasi soggetto collettivo critico.
 E si interroga sul ruolo che giocano le donne all'interno delle culture
 e ciò che queste culture chiedono alle donne in esse inserite.
Secondo
 Rosa Cobos è un fatto che viviamo in una società multiculturale e che 
le donne sono la rappresentazione metaforica della cultura e su di esse 
cade il peso di difendere la sopravvivenza della comunità culturale. 
Esse sono le depositarie della tradizione  e le guardiane dell'essenza 
culturale. Pertanto risulta importante distinguere tra le pratiche 
culturali che devono essere rispettate  e protette  da quelle altre che 
devono essere demolite. Qui il femminismo, per l'autora, è una voce 
autorevole al momento di rilevare i limiti legittimi della tradizione.
Un
 altro punto che trova eco nel libro è come perdura, compresa la sua 
rivitalizzazione, la violenza sessuale. L'autora dichiara che la 
situazione delle donne è di grande ambivalenza, perché in gran parte del
 mondo, le donne hanno conquistato formalmente diritti individuali 
facendone anche uso. L'accesso a forme di indipendenza economica e di 
autonomia personale hanno permesso ad esse di negare qualche privilegio 
maschile all'interno delle sue relazioni familiari e di coppia. Le 
relazioni tra uomini e donne da una prospettiva micro-sociale sono 
cambiate significativamente in molte parti del mondo.
Ma la 
reazione del patriarcato si percepisce oggi, vedendo forme inedite di 
violenza, dal come i settori più intolleranti e fanatici delle società 
patriarcali stanno rispondendo con inusitata virulenza. Solo così può 
essere inteso il femminicidio o il diffondersi dello sfruttamento della 
prostituzione fino al punto di diventare la seconda o terza fonte dei 
profitti, dopo il commercio di armi e droga nel mondo. O, forse, afferma
 l'autora, tutto ciò è possibile perché in questo processo di riarmo 
ideologico del capitalismo e di riarmo ideologico del patriarcato, si 
sta verificando un processo di re-naturalizzazione della diseguaglianza.
 La prova di ciò è quel trasmettere attraverso tutti i livelli e mezzi 
di socializzazione e mediatici, l'iidea che la diseguaglianza è parte 
della condizione umana.
Sta guadagnando forza il concetto che la 
diseguaglianza non ha a che vedere con i processi sociali e politici, né
 con le strutture di dominio,né con il sistema egemonico, ma che la 
disegualglianza è parte ed è inerente all'esistenza umana.
Questa 
reazionaria forma di pensare si installa tra noi in modo totalmente 
silenzioso e sotterraneo, così da rendere possibile la perdita o la 
riduzione dei diritti lavorativi duramente conquistati o inserire la 
migrazione come cittadinanza di seconda o terza categoria.
In 
questo contesto che si sta diffondendo la perversa idea che la 
prostituzione è una pratica sociale neutra e un lavoro come un altro che
 non ha alcun rapporto con il patriarcato.
Questo libro dà
 voce e illumina sul come i cambiamenti che si stanno verificando nelle 
nostre società in base a questo nuovo dominio capitalista-patriarcale 
che ha un impatto diretto sulle condizioni di vita, libertà e 
uguaglianza delle donne. Ci mette in guadia su come l'ideologia della 
disuguaglianza i stabilisce nella composizione della nostra ssocietà e 
le conseguenze che ciò comporta.
Professora di 
Sociologia di genere presso l'Università di A Coruña, fondatora e 
direttora del Seminario Interdisciplinare di Studi Femministi della 
stessa Università, tra il 200o e il 2003.
(...)
Editoria Los libros de la Catarata
240 páginas
Formato: 13,5x21 cm
ISBN: 978-84-8319-602-1
Ref: 1CM365
domenica 11 dicembre 2011
Donne " conservate" all'orbitorio di Juarez
" Hanno tardato molto per decidersi e consegnarla" ha dichiarato nei corridoi della Procuda di Stato una funzionaria pubblica riferendosi al corpo di Adriana Sarmiento Enriquez, scomparsa a Ciudad Juarez, il 18 gennaio 2008. Le autorità locali avevano tenuto il cadavere della ragazza nelle strutture di Medicina Legale per  tutto questo tempo" senza precisare come e, perché, non avessero informato i  familiari
Adriana aveva 15 anni quando fu sequestrata. Lei e la sua amica Griselda stavano ritornando a casa in autobus. Griselda era scesa due isolati prima di arrivare al centro città dove vive tuttora. Adriana continuò sola, come tutti i giorni, a due isolati più in là sull'autobus, a camminare poi, per un isolato lungo la strada Francisco Javier Mina, per prendere un secondo autobus fino alla colonia Mariano Escobedo dove viveva con i suoi genitori.A casa non arrivò mai. In quel tratto dove sarebbe stata per soli 12 minuti prima di prendere il secondo trasporto,scomparvero altre tre donne giovani e in momenti diversi, due delle quali uccise e tenute all'orbitorio e un'altra identificata in un programma televisivo a Los Angeles, California, senza dire nulla sulla sua sorte.
La madre di Sarmiento pubblicò in diversi siti digitali la scomparsa della figlia, aiutata da migliaia di richieste per il centro città. Tuttavia, è stata completamente distrutta dal dolore e non potè continuare insieme alle altre madri che si sono organizzate per continuare a cercare le loro figlie.
Cadaveri conservati per anni
" Il corpo di Adriana Sarmiento potrebbe essere stato tenuto all'orbitorio per più di un anno" ha dichiarato una fonte a giornale Los Angeles Press e conservato come anonimo per sicurezza. Così è stato nel caso di Gabriela Rivas Campos, 16 anni, scomparsa nel febbraio del 2008 e uccisa lo stesso anno. Il suo corpo fu trovato al Km 57 della Valle di Juarez e tenuto all'orbitorio per tre anni fino a quando le autorità decisero di comunicarlo alla madre, il 27 settembre e del 2011, affermando " che dovevano fare i test del DNA e confrontarli con i campioni che avevano dato i familiari delle vittime".
Carmen Castillo, madre di Monica Liliana Delgado Castillo, ha aspettato molto meno che le autorità le notificassero e consegnassero il corpo della figlia. Monica, 18 anni, scomparsa nel gennaio del 2011. Il corpo fu anch'esso trovato al Km 57, dal giorno in cui fu assassinata e, consegnato nove mesi, insieme a quello di Hilda Gabriela, lo stesso 27 settembre, in una conferenza stampa organizzata dalle autorità della Procura di Stato di Chihuahua, alla quale Carmen Castillo ha scelto di non partecipare.
Sono stati "conservati" anche sette corpi di donne senza identificazione e senza informare l'opinione pubblica, che erano state trovate in Loma Blanca , nella Valle di Juarez. Sono sconosciuti il tempo e le circostanze per le quali le conservano all'orbitorio,nonostante che le madri delle scomparse continuino a cercarle, chiedendo alla Procura lo stato delle indagini.
Il corpo di Jasmine Villa Esparza è un altro di quelli conservato nella camera mortuaria. Jasmine scomparve il 3 ottobre 2010 all'età di 13 anni. Fu trovata morta nella città di Sant'Agostino, secondo quanto affermato dal Los Angeles Press, senza che si sappia con precisione quando fu trovata morta, perché è ancora nei locali della camera mortuaria e perché non è stata consegnata ai familiari.
La madre Isela Esparza Morales, ha contestato alla Procura nel febbraio 2011,di non cercare la figlia, che " a nessuno interessava, perché non si era fatto nessun controllo". Tuttavia, non ricevette nessun aiuto e nessuna informazione sui progressi delle indagini e il corpo della figlia poteva essere gia, allora, all'orbitorio.
Quindici corpi in più
Recentemente, hanno trovato altri 15 corpi di donne sepolte in una fossa comune nella Valle di Juarez. Queste informazioni non ufficiali date dalle autorità, tuttavia non dicono il luogo esatto dove sono tate trovate. I corpi restano trattenuti a Medicina Legale, alcuni sono vestiti, altri nudi. L'età oscilla tra i 17 e i 20 anni. Sono corpi che presentano segni di violenza, di sadismo, alcuni violentati.
" Cercano il modo di come consegnarli" rivela la fonte, " ma sembra che vogliano trattenere i corpi , come se non volessero consegnarli. Forse, per diffondere il terrore, ma è la stessa storia del 1993, nulla è cambiato" ha lamentato la fonte.
La Procura generale dello Stato deve molte risposte alle madri di Juarez. Per il momento le domande più frequenti sono : dove le hanno trovate? Da quanto tempo erano seppelite? Da quanto tempo si trovavano all'orbitorio? Perché le autorità nascondono le informazioni? Perché scompaiono le tracce? Chi erano in vita questi corpi massacrati?
Los Angeles Press
Adriana aveva 15 anni quando fu sequestrata. Lei e la sua amica Griselda stavano ritornando a casa in autobus. Griselda era scesa due isolati prima di arrivare al centro città dove vive tuttora. Adriana continuò sola, come tutti i giorni, a due isolati più in là sull'autobus, a camminare poi, per un isolato lungo la strada Francisco Javier Mina, per prendere un secondo autobus fino alla colonia Mariano Escobedo dove viveva con i suoi genitori.A casa non arrivò mai. In quel tratto dove sarebbe stata per soli 12 minuti prima di prendere il secondo trasporto,scomparvero altre tre donne giovani e in momenti diversi, due delle quali uccise e tenute all'orbitorio e un'altra identificata in un programma televisivo a Los Angeles, California, senza dire nulla sulla sua sorte.
La madre di Sarmiento pubblicò in diversi siti digitali la scomparsa della figlia, aiutata da migliaia di richieste per il centro città. Tuttavia, è stata completamente distrutta dal dolore e non potè continuare insieme alle altre madri che si sono organizzate per continuare a cercare le loro figlie.
Cadaveri conservati per anni
" Il corpo di Adriana Sarmiento potrebbe essere stato tenuto all'orbitorio per più di un anno" ha dichiarato una fonte a giornale Los Angeles Press e conservato come anonimo per sicurezza. Così è stato nel caso di Gabriela Rivas Campos, 16 anni, scomparsa nel febbraio del 2008 e uccisa lo stesso anno. Il suo corpo fu trovato al Km 57 della Valle di Juarez e tenuto all'orbitorio per tre anni fino a quando le autorità decisero di comunicarlo alla madre, il 27 settembre e del 2011, affermando " che dovevano fare i test del DNA e confrontarli con i campioni che avevano dato i familiari delle vittime".
Carmen Castillo, madre di Monica Liliana Delgado Castillo, ha aspettato molto meno che le autorità le notificassero e consegnassero il corpo della figlia. Monica, 18 anni, scomparsa nel gennaio del 2011. Il corpo fu anch'esso trovato al Km 57, dal giorno in cui fu assassinata e, consegnato nove mesi, insieme a quello di Hilda Gabriela, lo stesso 27 settembre, in una conferenza stampa organizzata dalle autorità della Procura di Stato di Chihuahua, alla quale Carmen Castillo ha scelto di non partecipare.
Sono stati "conservati" anche sette corpi di donne senza identificazione e senza informare l'opinione pubblica, che erano state trovate in Loma Blanca , nella Valle di Juarez. Sono sconosciuti il tempo e le circostanze per le quali le conservano all'orbitorio,nonostante che le madri delle scomparse continuino a cercarle, chiedendo alla Procura lo stato delle indagini.
Il corpo di Jasmine Villa Esparza è un altro di quelli conservato nella camera mortuaria. Jasmine scomparve il 3 ottobre 2010 all'età di 13 anni. Fu trovata morta nella città di Sant'Agostino, secondo quanto affermato dal Los Angeles Press, senza che si sappia con precisione quando fu trovata morta, perché è ancora nei locali della camera mortuaria e perché non è stata consegnata ai familiari.
La madre Isela Esparza Morales, ha contestato alla Procura nel febbraio 2011,di non cercare la figlia, che " a nessuno interessava, perché non si era fatto nessun controllo". Tuttavia, non ricevette nessun aiuto e nessuna informazione sui progressi delle indagini e il corpo della figlia poteva essere gia, allora, all'orbitorio.
Quindici corpi in più
Recentemente, hanno trovato altri 15 corpi di donne sepolte in una fossa comune nella Valle di Juarez. Queste informazioni non ufficiali date dalle autorità, tuttavia non dicono il luogo esatto dove sono tate trovate. I corpi restano trattenuti a Medicina Legale, alcuni sono vestiti, altri nudi. L'età oscilla tra i 17 e i 20 anni. Sono corpi che presentano segni di violenza, di sadismo, alcuni violentati.
" Cercano il modo di come consegnarli" rivela la fonte, " ma sembra che vogliano trattenere i corpi , come se non volessero consegnarli. Forse, per diffondere il terrore, ma è la stessa storia del 1993, nulla è cambiato" ha lamentato la fonte.
La Procura generale dello Stato deve molte risposte alle madri di Juarez. Per il momento le domande più frequenti sono : dove le hanno trovate? Da quanto tempo erano seppelite? Da quanto tempo si trovavano all'orbitorio? Perché le autorità nascondono le informazioni? Perché scompaiono le tracce? Chi erano in vita questi corpi massacrati?
Los Angeles Press
(traduzione di AnitaLia Di Peri Silviano)
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