lunedì 7 maggio 2012

L'odierna Inquisizione e le religiose nordamericane

da Ivone Gebara


Roma ha posto nel mirino la Conferenza della Leadership Religiosa Femminile (LRWC). L'inquisizione si impegna a fondo.

 Ancora una volta abbiamo assistito terrorizzate alla "valutazione dottrinale" o  la richiamata attenzione o sanzione della Congregazione per la Dottrina della Fede contro coloro che si pongono fuori dalla corretta dottrina cattolica. Solo che questa volta il dito è puntato non contro una singola persona,bensì contro un'istituzione che riunisce e rappresenta più di 55 mila religiose degli Stati Uniti. Si tratta della Conferenza Nazionale delle Religiose -conosciuta con la sigla LRWC (Conferenza della Leadership Religiosa femminile.Queste religiose in tutta la loro storia hanno sviluppato e continuano a sviluppare un'ampia missione educativa per la dignità di molte persone e gruppi dentro e fuori gli Stati Uniti.
 La maggior parte di queste donne appartenenti a varie congregazioni nazionali e internazionali,  al di là della loro formazione umanista cristiana sono intellettuali e professioniste nei diversi campi del sapere. Sono scrittore, filosofe, biologhe, sociologhe, avvocate ed hanno un ampio curriculum e competenze riconosciute a livello nazionale ed internazionale. Sono anche educatrici, catechiste e promuovono la pratica dei diritti umani.
 In molte occasioni hanno rischiato la loro vita a favore delle vittime delle ingiustizie o si sono opposte ai comportamenti gravemente ingiusti ed oppressivi assunti dal governo degli Stati Uniti. Ho avuto l'onore di conoscere alcune di esse che sono state arrestate  perché in prima fila hanno partecipato alle proteste che chiedevano la chiusura della Scuola delle Americhe, istituzione governativa statunitense, che addestra i militari latinoamericani per agire nei loro rispettivi paesi in modo crudele e repressivo. Queste religiose sono donne di riflessione e di azione con una lunga storia di servizio non solo nel loro paese, ma anche in molti altri.
Attualmente sono sospettate e controllate dal Vaticano. Sono criticate per essere in disaccordo con i vescovi, considerati " I veri maestri della fede e della morale". In più sono accusate di essere portatrici di un femminismo radicale, di deviazione dalla dottrina cattolica romana,di complicità nell'approvazione delle unioni omosessuali e di altre accuse, che ci spaventano per il loro anacronismo.
 Cosa sarebbe il femminismo radicale? Quali sarebbero le sue reali manifestazioni nella vita delle congregazioni religiose femminili? Quali deviazioni  teologiche starebbero ponendo le religiose?  Noi donne siamo sempre sotto controllo, per non essere fedeli alla tradizione evangelica, attraverso una cieca sottomissione all'ordine gerarchico maschile? Sarebbero responsabili  i capi delle congregazioni vaticane lontane dalla grande rivoluzione femminista mondiale che ha toccato tutti i continenti incluse le congregazioni religiose?
Molte donne religiose negli Stati Uniti e in altri paesi sono le eredi, maestre e discepole di una delle espressioni più interessanti del femminismo mondiale,il femminismo teologico, che si è sviluppato negli Stati Uniti a partire dagli anni Sessanta. le sue idee originali, critiche e di opinioni libertarie hanno portato ad una nuova lettura teologica, che ha permesso di accompagnare i movimenti di emancipazione delle donne. Così hanno potuto contribuire a ripensare la nostra tradizione religiosa cristiana,in direzione del superamento dell'invisibilizzazione ed oppressione delle donne. Hanno anche creato spazi alternativi di formazione, testi teologici e celebrativi perché la tradizione del Movimento di Gesù non fosse abbandonata dalle migliaia di persone stanche dal peso delle norme e strutture religiose patriarcali.

Quali atteggiamenti adottare di fronte a questo anacronismo ed alla violenza simbolica della
degli organi curiali ed amministrativi della Chiesa Cattolica Romana? Che pensare di fare della sua rigida struttura filosofica che riduce il meglio dell'essere umano al maschile? Che dire della sua visione antropologica unilaterale e misogina dalla quale interpretano la tradizione di Gesù?
Che pensare di tale trattamento amministrativo punitivo a partire dal quale viene nominato un arcivescovo per esaminare, orientare ed approvare le decisioni prese dalla Conferenza delle religiose, come se fossimo incapaci di discernimento e di lucidità?
E mentre siamo sdegnate,ci invade un sentimento di lealtà verso la nostra dignità di donna e il Vangelo,annunciato ai poveri e agli emarginati ci invita a reagire a questo atto di ingiustizia disgustosa.
 Non è da ora che i prelati e i funzionari della Chiesa pongono in essere due pesi e due misure. Da un lato le alte sfere della Chiesa cattolica sono stati in grado di ospitare ancora una volta, gruppi di estrema destra, la cui storia dannosa, soprattutto per i giovani e i bambini è ampiamente riconosciuta. In particolare, mi riferisco ai legionari di Cristo di Marcial Maciel (México) o ai religiosi di Monseñor Lifevre (Svizzera) la cui disobbedienza al Papa e i loro metodi coercitivi di fare proseliti è testimoniata da molti.
La stessa chiesa istituzionale accoglie e riceve uomini che hanno a cuore solo il loro potere e ripudiano le donne che vogliono sottomesse. Con il suo atteggiamento le espone a critiche ridicole diffuse dai mass media cattolici in malafede. In queste donne i prelati sembrano che le riconoscano formalmente qualche merito  quando le loro azioni esercitano in quei compiti tradizionali svolti dalle religiose nelle scuole e negli ospedali. Ma siamo solo questo?
Siamo coscienti che,in nessun momento,negli Stati Uniti, è nata la minima possibilità che le sorelle avessero violentato giovani, adolescenti, bambini ed anziani. Nessuna denuncia pubblica ha macchiato la loro immagine. Di esse non si dice che si sono alleate con le grandi banche internazionali per il loro profitto. Nessuna denuncia di traffico di influenza,lo scambio di favori per mantenere il silenzio dell'impunità. E nonostante ciò nessuna di esse fu canonizzata,né beatificata dalle autorità ecclesiastiche, così come hanno fatto per gli uomini di potere. Il riconoscimento di queste donne proviene dalle molte comunità e da gruppi cristiani e non,che condividono la loro vita e il loro lavoro con molte di esse. Gruppi che certamente non rimarranno in silenzio di fronte a questa "valutazione dottrinale"ingiusta che le colpisce direttamente.
Parafrasandoi Gesù mi trovo a dire "Ho pietà per questi uomini" che non conoscono le contraddizioni e le bellezze della vita, che non permettono ai loro cuori di vibrare apertamente con le gioie e/o le sofferenze delle persone, che non mano il tempo presente,preferendo la severa legge alla festa della vita. Hanno solamente imparato le inflessibili regole di una dottrina chiusa in una razionalità già obsoleta e da essa giudicare la fede degli altri, soprattutto le donne. Forse pensano che Dio li approvi si sottometta ad essi e alle loro elucubrazioni così lontane da quelli che hanno fame di pane e di giustizia, gli affamati, gli abbandonati, le prostitute, dalle violentate e dimenticate.

Quanto tempo  ancora dobiamo subire sotto il loro giogo? Quale posizione ci ispirerà "lo Spirito che soffia dove vuole" per rimanere fedeli alla vita presente in noi?

Alle care sorelle statunitensi della LWRC la mia gratitudine, amore e solidarietà. Se esse sono perseguitate per il bene che fanno, probabilmente il loro lavoro produrrà abbondanti e buoni frutti. Sappiate che, insieme a voi, altre religiose di diversi continenti, non permetteranno che mettano a tacere la vostra voce. Ma se vi metteranno a tacere per decreto, noi faremo di questo decreto un motivo per continuare a combattere per la dignità umana e la libertà che ci costituisce. Continueremo in molti modi, annunciando l'amore al prossimo, come la chiave della comunione umana e cosmica, presente nella tradizione di Gesù di Nazaret e in molte altre.

Seguiteremo  tessendo insieme nel nostro momento storico un pezzo più grande della  storia di affermazione della libertà,il diritto ad essere differenti   e pensare in modo diverso e tutto questo cercando di non avere paura di essere felici.


(traduzione di Lia Di Peri)