giovedì 9 gennaio 2014

Simone de Beauvoir (Parigi, 9 gennaio 1908 – Parigi, 14 aprile 1986).

" Una femminista si definisca di sinistra o no è di sinistra per definizione. Lei si batte per la piena uguaglianza, per il diritto di essere importante quanto qualsiasi uomo. E' annessa, quindi, alla sua rivolta per l'uguaglianza di genere la rivendicazione dell'uguaglianza di classe.
... Così la lotta dei sessi comprende la lotta di classe, ma la lotta di classe non comprende la lotta dei sessi. Le femministe sono pertanto autenticamente di sinistra. In realtà, esse sono a sinistra di quella che chiamiamo tradizionalmente la sinistra politica"

Intervista di John Gerassi, a Simone de Beauvoir,1976

marxists.org

domenica 5 gennaio 2014

Vissero felici e contenti? Le frustrazioni del mito dell’amore romantico.

Ana Requena Aquilar

  Foto della collezione 'Princesas caídas' de Dina Goldstein

Cenerentola e il suo principe si sposarono e vissero felici e contenti. La stessa cosa è accaduta con Biancaneve, Aurora, la Bella e tante altre principesse dei racconti e dei film. Che cosa è successo, però, dopo il matrimonio? E due anni dopo? Dieci anni dopo? Continuarono a essere felici? Condivisero i compiti di casa? Rispettarono le proprie carriere professionali? Continuarono ad attrarsi? Come risolvettero i loro problemi?
Il giorno di San Valentino mostra che il mito dell’amore romantico e gli argomenti che lo circondano continuano a diffondersi a macchia d’olio. L’amore non è un male, ciò che è male è mantenere un ideale d’amore che non corrisponde alla realtà, un amore che si considera, se sia vero amore, per sempre , in cui  non devono esserci dubbi o contraddizioni, momenti in cui si voglia e altri no, un amore  dove si passa dall’innamoramento a stare tutta la vita insieme. Queste idee creano confusione e frustrazione. I racconti e i film finiscono con le nozze, però nessuno ci dice cosa succede dopo – spiega Ianire Estébanez, psicologa e autrice de “ Il mio ragazzo mi controlla il normale”, un blog nel quale smantella i miti dell’amore romantico.
Coral Herrera, consulente di genere e autrice di una tesi di dottorato sul tema, spiega che lo schema dell’amore romantico non è cambiato molto: “E’ un’utopia emotiva trovare un principe azzurro per essere felici, sposarsi, avere dei figli, un’ipoteca… Si pretende che la persona incarni uno schema ideale”. Un modello in cui la coppia è considerata il miglior stato possibile, la solitudine ha una connotazione negativa, i dubbi e le contraddizioni non devono sussistere, così che tutto andrà bene.
Darei qualsiasi cosa per te “. 'L'amore richiede sacrificio'. ‘Senza di te io non sono niente. “L'amore tutto può", “Cerco la mia anima gemella”. I topici che idealizzano l’amore e lo mettono sopra ogni altra cosa sono facili da trovare nei film o canzoni, anche in quelle più recenti.
"E 'attraverso la cultura, che si creano gli schemi emotivi". Gli unici modelli che abbiamo sono i miti: nelle scuole non s’insegna a gestire le emozioni”, dice Herrera, che rileva “ i valori” come la gelosia, il possesso o l’esclusività, s’identificano necessariamente con l’amore ideale” . “ Sono linee guida assolutamente rigide su come deve essere l’amore” aggiunge la scrittrice.
La società promuove un modello di amore nel quale le coppie durano per sempre, dagli incentivi fiscali fino agli aiuti alle famiglie con figli. “ La società è pronta a unirsi di due in due, non di sei in sei o in un altro modo, perché così siamo più facilmente controllabili. Se si ha l’intenzione di stabilire un altro tipo di famiglia, compresa la coppia con altri valori, si perturba totalmente la struttura della società. Spesso se siete dei solitari, è difficile inserirsi nella società, soprattutto dalla trentina, dichiara Coral Herrera, che mira a incoraggiare i movimenti sociali e collettivi della Rete e solidarietà. Rileva anche uno dei gesti più simbolici sul concetto di amore e di coppia: "Quando si sposano, le donne sono sottobraccio al padre, che la ‘consegna’ al fidanzato, così che sembrerebbe non esserci un solo momento nel quale la donna stia sola senza un uomo accanto”.
Estébanez condivide questa idea e parla di altri tipi di compagnia e amore, che non sembrerebbero essere altrettanto importanti : gli amici, i parenti , i compagni di lavoro .
“ Dai venticinque anni circa si rafforzano i messaggi : perché sei single?, “quando ti sposi ? “ quando avrete dei figli?” Rompere con questo percorso scritto è difficile -spiega.
La scrittrice e femminista Beatriz Gimeno rileva anch’essa la cultura come una delle più grandi riproduttrici del mito. Per Gimeno, stiamo vivendo un arretramento rispetto ai progressi compiuti decenni fa . “ S’insiste più che mai sul concetto di amore romantico, un’idea che mescola la donna dedita all’amore e alla cura degli altri, con la modernità e la libertà sessuale. Il concetto però è sempre lo stesso: le donne sono ancora per gli altri, li pongono sopra le loro aspirazioni e desideri . Ad esempio , molte ragazze si vestono in modo che piaccia ai ragazzi o fanno sesso, perché piace a essi e non per darsi piacere. Alla fine , l'amore assume un'importanza sproporzionata e, molte donne, che non ottengono quest’amore, si frustrano, non concepiscono una vita senza un partner. "Non sono costrette a sposarsi, ma sono convinte che sia la migliore scelta e forma di vita” dichiara Gimeno.
 Anche Estébanez ritiene che la libertà sessuale delle giovani generazioni celi in fondo gli stessi cliché di sempre, che si mescolano con l'idea di cercare l’uomo ideale ': “Adesso i giovani hanno una vita sessuale e più possibilità che prima, le ragazze vivono diverse relazioni ed esperienze, ma l'obiettivo finale resta quello di incontrare l’amore perfetto". In qualche modo, si permette alla ragazza di sperimentare, perché lo scopo ultimo è questo, se non si vuole essere considerate una puttana o frigida.

"La cosa migliore – termina l’autrice de ‘ Il mio ragazzo mi controlla il normale - è un amore che non sia ‘ muoio per te e senza di te non sono niente’, ma sto bene con te e con te sono qualcosa, ma anche senza di te”.

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