venerdì 13 novembre 2015

Legalizzare la prostituzione per compiacere il prostitutore.

Ana Cuervo Pollán







La prostituzione è sempre stata una questione controversa. Recentemente, il dibattito si è ravvivato da quando Ciudadanos (il partito arancione, neo-liberista, omofobo e xenofobo, che si rifiuta di condannare il regime di Franco e la violenza contro le donne) si è espresso a favore della regolamentazione della prostituzione. Da un lato c'è la corrente regolametarista formata, nel  migliore dei casi, da persone di buona volontà che credono che legalizzando la prostituzione, le prostitute godranno di più diritti lavorativi.

Purtroppo, questo è confutabile. In paesi come la Germania e l'Olanda essa è legalizzata: le prostitute sono ancora controllate dalla mafia, i loro diritti sono sistematicamente ridotti, le loro giornate estenuanti; le autorità, come sempre, guardano dall’altro lato.  Mentre nel peggiore e più numeroso dei casi, i prosseneti vedrebbero dall’oggi al domani, la loro attività criminale diventare un affare legale e riconosciuto socialmente. I prostitutori saranno anche molto orgogliosi che il loro diritto di disporre del corpo delle donne per il loro piacere diverrà un diritto riconosciuto e legalizzato: pertanto, normalizzato.
Dall’altro lato abbiamo il femminismo abolizionista. Da questa posizione, noi crediamo che la prostituzione sia una forma di violenza machista. La pensiamo così, perché quest’attività comporta porre il corpo al servizio della volontà degli uomini che si credono in diritto di avere sempre una donna disposta a soddisfare le loro necessità sessuali senza fiatare.
Noi abolizioniste siamo state infamate fino all’inverosimile: ci considerano le custodi di una sessualità tradizionale che stigmatizza le donne che godono liberamente del loro corpo. Questo è falso e facilmente smontabile. Il femminismo abolizionista, mette in discussione una sessualità etero - normativa e coito-centrica che parte dall’assunto che le donne ci sono per soddisfare sessualmente gli uomini. Al contrario, il femminismo abolizionista difende le relazioni sessuali ugualitarie, libere, consensuali, reciproche e piacevoli. (ovvero, tutto quello che non entra nella testa di un puttaniere). Difendiamo il concetto che noi donne siamo padrone dei nostri corpi e godiamo di essi, come, quando e con chi desideriamo farlo. O di stare da sole. Pertanto, non v’è alcun motivo razionale per dipingere le abolizioniste come  quelle che difendono una sessualità ristretta, puritana o normativa. Piuttosto il contrario. E' la prostituzione che silenzia, ammutolisce, usa e subordina le donne ai suoi desideri, fantasie, gusti e bisogni sessuali, per servire i prostitutori e i loro desideri. Lo affermano le prostitute “ I prostitutori vengono a fare con noi, ciò che le loro donne non sopportano”. Noi abolizioniste siamo anche accusate di non ascoltare le donne prostituite, di ammutolirle, di infantilizzarle. Tuttavia, noi traiamo le conclusioni dalle loro testimonianze, dai dati che la realtà ci lancia. La maggior parte di loro sono vittime di tratta, circa il 90% e, in più, vivono situazioni di vulnerabilità (povertà, minacce ...). Questo non lo dicono solo quelle che vogliono l’eliminazione della prostituzione: lo dicono loro. E' sorellanza e non paternalismo ciò che esercita l’abolizionismo: è riconoscerle eguali e da uguali rivendichiamo la loro libertà. E lottiamo consapevoli che siamo compagne della stessa lotta: la lotta contro l’oppressione del patriarcato.
Lotto e lotterò per l’abolizione della prostituzione.  Il patriarcato e il capitalismo riproducono questa brutale forma di violenza contro le donne; il primo teorizza le donne come oggetto per la soddisfazione dell’uomo. Il capitalismo dice che ogni oggetto (e persona) è in grado di essere acquistato e sfruttato al fine di trarne profitto. Perché sono una femminista, voglio che le donne godano della loro sessualità libera, reciproca senza costrizione: che nessuno le compri o le venda per compiacere un macho.
Perché sono anticapitalista, credo che non tutto si compri e si venda; che le persone sono fini e non mezzi da cui trarre profitto, strumenti con i quali battere cassa. Per questo dico che il sesso e il piacere sono l'esatto contrario della realtà della prostituzione. Chiedo il perseguimento di cliente (come maltrattatore) e delle mafie (per tratta delle donne) e una vita pacifica e libera per tutte le prostituite, che credo meritino di non essere costrette a qualunque situazione indesiderabile.
Il problema non sono le prostitute, sono i puttanieri.

Leonoticias.com

(traduzione di Lia Di Peri)