mercoledì 30 settembre 2015

E il verbo si fece uomo : " Hombrear"

Miguel Lorente Acosta, medico forense, docente preso l'Università di Granada.





Hombrear… questo deve essere il famoso verbo che tutti tacciono, che è stato assunto nel corso della storia ma senza chiamarlo direttamente per nome, forse perché per lungo tempo non è stato necessario. Ora le cose sono cambiate.

“Hombrear” vuol dire "fare le cose come si aspetta da un uomo secondo i parametri stabiliti dalla cultura patriarcale." Questa è stata una delle chiavi per perpetuare il modello patriarcale dei fatti e i fatti sopra quel modello di machismo. C'è stato un tempo in cui non era necessario "hombrear" in modo così esplicito, poiché l'ordine dato non era messo in discussione né sfidato con comportamenti alternativi.
Gli uomini hanno un ruolo chiaro e definito con spazi e tempi propri e le donne i loro ma all’ombra dei primi. Non c’era conflitto e se si fosse prodotto, la soluzione passava attraverso il criterio maschile, il quale lasciava indenne il sistema da ogni critica o messa in discussione. Il femminismo però ha rivelato l’ingiustizia della disuguaglianza e la costruzione mirata della normalità a vantaggio degli uomini; così le alternative si sono ampliate e il valore dell’uguaglianza ha arricchito quegli uomini che sarebbero rimasti sotto i riferimenti tradizionali. Non solo, quindi, hanno perso spazio per ottenere i loro privilegi ma l’identità maschile costruita su questi riferimenti è andata dissolvendosi. Per questo alcuni hanno bisogno di rivendicarsi e chiedere la restaurazione dell’ordine perso attraverso la riproduzione di comportamenti maschili più classici e tradizionali che si trovano nel "hombrear".
E l'essenza della mascolinità tradizionale e del machismo passa per avere qualcuno vicino per mostrare le loro condizioni. Gli uomini hanno bisogno di comportarsi come uomini e segnare le distanze con le donne. Da qui,  essi mostrano sia il rifiuto sia la violenza contro chi li stia mettendo in discussione come, succede contro l’omosessualità di altri uomini, cosa che non accade nelle donne nel caso dell’omosessualità femminile o che si rifiutino di assumere ruoli, spazi, colori, abitudini ... associati alle donne. Tutto ciò lo vivono come un attacco alla loro identità, una specie di denaturalizzazione del maschile contro cui essi devono “hombrear” affinché nessuno li confonda con il femminile.
La scelta dello spazio pubblico come naturale per gli uomini li porta a esibire questa virilità e a impermeabilizzarsi in lei come garanzia di continuità. Per questo motivo la cosa più importante per questi uomini, non è risolvere le cose neppure a loro favore ma agire e comportarsi come uomini, anche se in questo modo il risultato si rivolterà contro di loro.

Non ha senso che quanto più è progredita la società verso l’uguaglianza e quanto più si è incorporata questa come parte delle relazioni, più violenza di genere si produca, come dimostrano le successive Macro-inchieste del 2006, 2011 e 2015, passando da 400.000  di casi all’anno, a 600/700 mila. E non ha senso che continuino gli omicidi per violenza di genere con l’insorgenza di comportamenti criminali di estrema crudeltà, come sta succedendo con lo uccidere i/ figl* per fare del dolore e della sofferenza la ragione vitale delle loro ex mogli.
Non ha senso, ma succede, che ci sia una reazione post-machista che cerchi di attutire l'impatto della realtà tra cotoni di confusione e giustificazione, mentre “hombrean” ( virilizzano), l’odio per tutto ciò che non sia la loro mascolinità e si mantenga la loro cultura e in tal modo incitare altri uomini a continuare a ‘farsi uomini’ per mezzo della violenza.
Per loro è più importante  essere visti come uomini, anche in prigione per la violenza esercitata,che essere considerati dei buoni a nulla. In effetti è molto significativa la terminologia che il post-machismo crea per l’occasione e, tra questa,quella che si rivolge agli uomini pro-femministi, che lavorano per l’uguaglianza, cioè, la parola “ mangina”allo scopo di criticarli per la loro identificazione con le donne. Uniscono la parola uomo (man) con la parola vagina per comporre “mangina” e con essa l’idea di uomini che si piegano alle donne, vale a dire, il tradizionale calabrache ma in versione post-machista. Quest’atteggiamento mostra che ciò che più li preoccupa e inquieta non è la distribuzione di tempo e spazio, ma la modifica delle identità tradizionali di uomini e donne.’
 La chiave in tutta questa costruzione è un doppio riferimento: nella dimostrazione e nell’azione. Cioè, mostrare la condizione data, questa virilità presunta e agire su di essa in modo coerente. Ottenendo così un doppio rinforzo e un doppio legame : di fronte a se stesso e di fronte alla comunità dei pari cioè agli altri uomini. E, in questo modo, segnare la differenza con le donne come gruppo ; per loro esser “uomini”non è essere “donne” e questo significa non fare ciò che fanno le donne che è ciò che vanta il neo acquisto del Real Madrid, Mateo Kovacic: "Io non cucino e mai lo farò. Non è il mio lavoro. È quello della donna”.
 Riconoscimento tra pari è ciò che permette l'accesso ai benefici che la cultura ha riservato agli uomini nella società. Alcuni privilegi quando raggiungono il valore più alto si anno più esigui, da qui, la competitività, l'aggressività e la violenza sono parte di questa "hombrear" tra gli uomini in ambito pubblico.
Per poter però entrare nel terreno  di gioco della vita pubblica,gli uomini non solo devono essere tali ma devono anche sentirsi tali, e per questo hanno un riferimento comune a prescindere dalla loro situazione personale, sociale o geografica. In qualsiasi parte del mondo e indipendentemente dalla classe o condizione di uomini, la disuguaglianza esistente fa sì che essi abbiano sempre la possibilità di sentirsi superiori alle donne dai riferimenti stabiliti dalla cultura patriarcale. Una superiorità protetta, nella pratica, dalla società, che trattandosi di un’ingiustizia deve però essere rafforzata e controllata per evitare che la critica e i progressi in direzione dell’uguaglianza, ogni volta più intensa, ampia e determinata, possano superare i limiti imposti e traboccare. Gli uomini, quindi, hanno bisogno di "hombrear" di fronte alle donne per “sentirsi più uomini” e “essere più uomini”; per questa ragione, dopo gli omicidi di genere, gli assassini spesso si consegnano volontariamente alla polizia o si suicidano in un doppio atto di “virilità”: dapprima con l’omicidio e, dopo, con la rivendicazione della loro virilità mediante la decisione di accettare le conseguenze dei loro atti sia socialmente con i corrispondenti anni di prigione o innalzando la loro responsabilità alla trascendenza di consegnare la propria vita con il suicidio.
“Hombrear” è fare l’ uomo secondo i riferimenti tradizionali e diventarlo per ottenere i benefici materiali riservati dalla stessa cultura che lo porta a “hombrear” (virilizzare) ma, soprattutto, per consolidare i riferimenti d'identità della mascolinità classica. Per questo in un tempo in cui trasformazione sociale è guidata dalle donne, molti uomini si trovano disorientati e persi. Se essere uomini, è non essere donne e ora le donne sono cambiate e l’hanno fatto in direzione dell’accesso a posizioni,tempi e spazi riservati storicamente agli uomini, molti di loro sono retrocessi agli elementi più classici della loro identità per continuare a sentirsi uomini. Questa è una delle ragioni dell'aumento della violenza di genere e del fatto che questi cambiamenti si manifestano in modo intenso nei giovani, perché sono nei momenti critici della costruzione dell’identità in cui i cambiamenti e le trasformazioni sociali e personali generano una maggiore agitazione.
 “Hombrear” però è anche “ farsi uomo senza sentirlo” , vale a dire, seguendo i dettami di una cultura senza esserne convinto e senza condividerlo individualmente ma lasciarsi trasportare dal gruppo e dalla sua normalità imposta. Questo accade perché non comportandosi così, le critiche e i rifiuti comportano conseguenze negative di fronte al mancato riconoscimento di modelli alternativi d’identità maschile.
Il post- machismo lo sa, per questo lancia messaggi che rafforzano i riferimenti tradizionali della mascolinità, mentre riscatta al contempo, i miti e gli stereotipi critici con le donne e per questo ha nei giovani un obiettivo speciale. E’ certo che sia solo l'ultima resistenza tra l’odio che perdura e il romanticismo di ieri, che accompagna il fallimento ma che può produrre molti danni.
Il verbo che definisce il futuro è “ uguagliare” e la parola “Uguaglianza”. Molti uomini dovrebbero impararlo e comportarsi di conseguenza.



(traduzione di Lia Di Peri)