venerdì 13 gennaio 2012

" E' il momento ideale per il femminismo islamico"

Garazi Mugertza

Intervista a Asma Lambaret

 Asma Lamrabet è nata a Rabat ( Marocco) dove risiede attualmente e lavora presso l'Ospedale universitario Ibn Sina. Medico ematologa è autora di diversi libri e articoli ed è una rappresentante di spicco del femminismo islamico. Inoltre è anche presidente del GIERFI ( Gruppo Internazionale di Studio e Riflessione sulla Donna nell'Islam) e direttora del Centro Studi Femminili nell'Islam.


In piena rivoluzione araba, Asma Lambaret ha girato vari luoghi per parlare sul femminismo islamico,un movimento sempre più esteso tra le donne mussulmane. Nell'intervista concessa alla rivista GARA, smantella il discorso dell'Occidente sulle donne e l'Islam.

 - Su quali concezioni si basa il femminismo islamico?
Il femminismo islamico è il femminismo come lo conosciamo nel resto del mondo, con principi universali, che rivendicano libertà, emancipazione e dignità per la donna. E' islamico perché si riferisce ad uno dei principi propri della nostra cultura in relazione al messaggio spirituale che contiene l'Islam. A questo proposito vorrei chiarire due cose. La gente quando sente i termini femminismo e islam insieme,rimane imbarazzata e si chiede il perché del femminismo e l'islam, dal momento che l'islam è visto come una religione discriminatoria nei confronti della donna. Ciò che voglio chiarire è che quando parliamo di religione,parliamo di un sistema, di un'ideologia religiosa e di un'istituzione religiosa, però dentro tutte le religioni c'è un messaggio spirituale. Ciò che ha portato alla discriminazione della donna sono le istituzioni religiose e il sistema religioso, non il messaggio. Noi vogliamo rivendicare i diritti a partire da questo messaggio spirituale e lottare contro le istituzioni religiose, che sono quelle che hanno fatto una lettura patriarcale del messaggio spirituale.

Alla domanda del perché femminismo islamico e non semplicemente femminismo, devo sottolineare che esistono diverse correnti femministe. Non venitemi a dire che il femminismo occidentale è un femminismo monolitico, che c'è  un solo  femminismo, unico, perché non è vero. Dentro il femminismo ci sono differen ti modelli e anche principi universali che tutti condividiamo. Bisogna saper distinguere tra modelli e principi. I principi universali sono la lotta per l'emancipazione della donna, per la dignità e per l'uguaglianza. Ecco perché come esiste il femminismo radicale, il femminismo degli Stati Uniti o il femminismo nero, esiste anche il femminismo islamico. L'Islam e la donna mussulmana sono così stereotipati, che è difficile capire come una donna mussulmana rivendichi i suoi diritti a partire dalla sua tra virgolette, religione.

- Come nasce il femminismo islamico?
Come movimento è relativamente nuovo e plurale, non c'è un unico femminismo islamico, in quanto esistono diverse correnti. Così, per esempio, vi sono correnti femministe islamiche che non vogliono chioamarlo " femminismo" perché ha una connotazione negativa occidentale. Quando sono in Europa, dichiaro che rivendico il mio femminismo, perché so che la gente capisce questo, ma quando sono nel mondo arabo lo dico in altro modo per non scontrarsi o traumatizzare. E' una questione di concetto,non di principi e ciò deve essere rispettato.
Questo movimento è nato negli anni '90, ma non è un movimento nato in una sola parte del mondo. E' nato in Egitto, ma anche in Iran, Marocco, Tunisia, senza dimenticare i paesi più grandi del mondo mussulmano: Indonesia e Malesia, dove c'è un movimento molto importante del femminismo islamico. Ha anche preso corpo nelle comunità islamiche di altri paesi come, per esempio,  negli Stati Uniti, dove le donne hanno  istruzione superiore.
Sebbene è nato negli anni '90, non ha fatto nulla: è la continuazione del femminismo nazionalista che ebbe molta importanza tra gli anni '40 e '50 nel quale le donne combatterono fianco a fianco con gli uomini per la decolonizzazione. ma dopo l'indipendenza, furono emarginate e il femminismo nazionalista rimase assente. negli anni '50 nacque il femminismo laico che non aveva nulla a che fare con la religione, perché era l'epoca del marxismo e della sinistra radicale. Il femminismo laico non diede frutti perché il popolo arabo è un popolo che fonda le sue radici nell'islam, che costituisce una memoria, una storia, una secolare esperienza che la gente non vuole abbandonare. La generazione più giovane che ha continuato e avuto accesso allo studio dell'islam, ha visto che tutto quello che dicevano le femministe laiche non era del tutto vero,che la lettura che le istituzioni hanno fatto dei testi sacri,tutti controllati dagli uomini sono responsabili della marginalizzazione della donna.

Qual è la situazione attuale?
Le donne hanno cominciato a rileggere i testi sacri e si sono resi conto che  è presente un messaggio spirituale, che, contrariamente a quanto si dice, è liberatorio e liberato le donne. E 'liberatorio ed emancipatorio. Ecco perché ora le donne hanno argomenti religiosi per contrastare i mullah e imam che sostengono il contrario.


 - Cosa pensa il movimento femminista islamico della sharia ?
Quando si parla della sharia, la gente  si spaventa e pensa a un codice penale per tagliare le mani e lapidare le donne. Ma la Sharia non esiste nel testo sacro. Il Corano parla della sharia come regola, come guida. Letteralmente, la sharia parola significa "via". Il messaggio spirituale del Corano dice: "Ti offro una via ." La via è un percorso, un'etica da seguire e non c'è nulla nel Corano che si  chiami sharia che si riferisca alla punizione corporale. Solo il 3% del Corano parla esclusivamente di punizione, ma deve essere letto bene. Nel Corano appaiono solo taglio della mano del ladro e frustare l'uomo o la donna sorpresa in adulterio, la lapidazione non esiste è  pre-islamica, una tradizione giudaica. Ma, come ho detto, è necessario leggere bene, poiché per tagliare la mano del ladro dovremmo essere in una società ideale in cui non ci siano poveri che hanno  bisogno di rubare. Cioè, è una metafora piuttosto che una punizione vera e propria. Inoltre, tenete a mente che prima esistevano solo punizioni corporali, senza prigioni o qualcosa di simile, e questo versetto dovrebbe essere analizzato tenendo conto di questa situazione. In breve, lo scopo di questo versetto è che laddove c'è giustizia, non ci sono poveri che abbisognano di rubare. Per quanto riguarda la flagellazione, la cosa importante è dire che  per frustare l'uomo o la donna  c'è bisogno di quattro testimoni che hanno assistito all'atto sessuale. Cosa significa questo? Che è impossibile dimostrare l'adulterio. Questo, nel Corano,ha svolto una funzione  pedagogia per educare il popolo arabo, che era un popolo  primario-tribale a rispettare l'intimità altrui. Però si è fatta lettura patriarcale  e le  istituzioni hanno deciso che in tutto il Coranosia questa il 3%. Ciò deriva dalla cultura wahabita, che è un'ideologia dell'Arabia Saudita. Tutta ideologia estremista radicale religiosa proviene da questo paese. L'imam e i mullah parlano dell'Islam e il popolo arabo musulmano, che è di solito molto analfabeta, credono a quello che dicono perché quelli  hanno i mezzi e il denaro per diffondere il loro messaggio: sono come il papa. Questo è il grande problema. Naturalmente, non riconoscono il femminismo islamico e ci accusano di essere traditrici e occidentaliste.


 - Come le rivolte arabe interessano il movimento?

Penso che sia il momento ideale per il femminismo islamico. Sono molto contenta perché abbiamo visto le donne che non erano riconosciute, che avevano trascorso anni di lavoro per la rivoluzione. Il fatto che il premio Nobel è stato dato ad una  rivoluzionaria yemenita, giornalista, sconosciuta, povera, madre di tre figli ... che è scesa in strada a parlare in un microfono, chiamando gli uomini e le donne a combattere.

Sono molto felice di dare dei premi a giovani donne come lei che ne hanno bisogno (...) O in Egitto, quando la prima donna ha scritto in un blog chiamando uomini e donne a uscire in strada continuando a farlo tutti i giorni.

Sono felice di vedere queste donne che escono. E ci sono milioni di donne come esse. Sono ottimista sulla rivoluzione araba perché sono uomini e donne che non hanno nessuna ideologia. Si tratta di un movimento spontaneo il cui unico obiettivo è la libertà, l'onore e la dignità. Questi sono i tre slogan che abbiamo visto in tutti i paesi.

- E la tendenza islamista alle elezioni, dopo le rivolte?

Il problema è che quando i giovani hanno vinto, arrivano le elezioni e la maggior parte dei partiti  che si presentano sono stabiliti dallo Stato despota. Gli unici che erano lì, che avevano una qualche verginità politica, perché sono sempre stati all'opposizione od oppressi  sono gli islamisti e così la gente non aveva scelta, non volendo votare sempre per gli stessi ha votato per gli islamisti. Questa è una ragione, ma non l'unica, perché non dobbiamo dimenticare che l'Islam è ancora un riferimento indispensabile. La domanda è: quale sarà il progetto di questi partiti islamici. Non credo che abbiano  un particolare progetto sociale,hanno fatto opposizione per opposizione, ma non hanno un discorso moralizzatore,non  hanno un progetto di riforma, porre le  fondamenta reali della democrazia. Posso sbagliarmi, il futuro lo dirà.

"Il velo è una questione tra Dio e me"

 - In Occidente si tende a mostrare il velo come un esempio di oppressione della donna nella religione islamica. Qual è la sua opinione su questa valutazione?

Il velo non è culturale, o politico o ideologico, né significa una sottomissione agli uomini. E 'una convinzione personale che è legata alla fede. Il velo è menzionato nel Corano una sola  volta e in modo sottile, come una semplice raccomandazione nel comportamento etico di decenza e si riferisce a uomini e donne. Il problema è che un discorso islamico sessista e patriarcale  ha fatto di questo unico versetto il principio fondamentale di come deve essere una musulmana. Io come persona indipendente, libera e musulmana ho il diritto di decidere quello che voglio indossare e tutti devono avere questo diritto. Il velo è qualcosa tra Dio e me. Ma l'Occidente vive questa molto male e non è stato in grado di comprendere tutte queste diversità. Il divieto del velo va contro il diritto della donna sul loro corpo. Io critico allo stesso modo coloro che usano il corpo nudo della donna per la pubblicità, che i radicali musulmani che vogliono che  la donna vada coperta da cima a fondo e lasciarla invisibile.

 - Quali sono le priorità della vostra lotta?

La nostra lotta è focalizzata verso il raggiungimento della parità tra uomini e donne in tutte le sfere della vita politica, sociale e legale. Ci sono stati personali un po 'ovunque nel mondo arabo musulmano nei la donna è ancora minorenne, a livello legale con contraddizioni enormi. Per esempio, in Arabia Saudita, una  donna può essere direttora di una società finanziaria, ha tutti i media che vuole, ma, tuttavia, non ha permesso di viaggiare senza il marito, e se non ha marito non può viaggiare senza  suo figlio, anche se è minore di 14 anni. Né ha il diritto di guidare. D'altra parte, le riforme attuate in Tunisia sono molto positive quantunque non sufficienti se a sua volta non si riforma l'istruzione, perché il popolo la interpreta come antislamica. Bisogna cambiare  le mentalità e l'educazione.

(traduzione di Lia Di Peri)


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