domenica 9 settembre 2012

Il caso Assange dalla prospettiva femminista

Accecata da Wikileaks e da un certo antiamericanismo di base, la sinistra riproduce gli abituali argomenti per mettere in discussione le denunce di violenza sessuale.

da Beatriz Gimeno, filosofa, femminista lesbica, attivista diritti LGBT.

Da una parte abbiamo la persecuzione nordamericana di Wikileaks,che deploro. Le pene che gli Stati Uniti riservano a coloro che vengono considerati " nemici"sono sproporzionate e le punizioni che applica giudizialmente e extra-giudizialmente a quelle persono sono disumane. La situazione del soldato Manning dà l'idea di ciò che spetterebbe ad Assange se dovesse finire in quel paese. Gli Stati Uniti non offrono in questa direzione nessuna garanzia, quello che è certo però è che per adesso non hanno chiesto l'estradizione di Assange e, di fatto, gli sarebbe stato più facile chiederla al Regno Unito se questa fosse la sua originaria intenzione. In ogni caso è vero che la Cia ha le braccia troppo lunghe e che per gli Stati Uniti, il rispetto del diritto internazionale è discutibile. Per cui è logico che Assange ha paura di finire negli States.

Tuttavia il caso ha una pendenza totalmente oscurata dai media e, quel che è peggio,da tutti gli opinionisti e  anche da tutta la comunità di Internet. Il caso è quello che due donne hanno denunciato Assange per reati sessuali e la giustizia svedese le ha chiamate a testimoniare. Non c'è un'accusa di stupro, come spesso si dice - ma un reato sessuale minore. Si dice anche che il reato per il quale l'accusa vuole interrogare Assange non sarebbe rubricato come crimine nella maggior parte dei paesi democratici. Però non tutti i paesi hanno purtroppo, una legislazione ispirata dal femminismo nei confronti di tali questioni. La Svezia è un modello e un esempio: il fatto che non venga dichiarato reato in molti paesi, non significa che non debba esserlo o che la legislazione svedese non abbia importanza.

La questione è che Assange aveva (presumibilmente) relazioni sessuali consensuali con due donne. Con entrambe si è comportato da machista per sua stessa ammissione. A quanto pare non voleva usare il preservativo con nessuna delle due, ma entrambe  lo hanno costretto a indossarlo se voleva fare sesso. Lo ha messo, però nel primo caso, l'ha rotto di proposito, il che mi ha fatto apprendere che si tratta di una pratica abituale tra i machi svedesi afflitti dalle "rivendicazioni femministe". Ci sono anche siti che spiegano come fare, come rompere il preservativo durante il rapporto, così da imporre la volontà del macho contrariato su quella di lei. Nel secondo caso, ha fatto sesso con il preservativo, ma dopo è ritornato a penetrare la donna senza preservativo, mentre dormiva e, quando, lei lo ha scoperto e ha protestato,egli ha usato la forza.

Le due donne erano indecise se denunciarlo o no, perché, come in qualsiasi altro luogo, i reati sessuali sono sempre la parola di una contro l'atro e sono anche crimini molto difficili da provare. In Svezia, come in altre parti,le donne che denunciano questo tipo di aggressioni, vanno incontro solitamente ad un verdetto pubblico poco favorevole.
La vittima di uno stupro può chiedere che si faccia giustizia o può soccombere trasformata in colpevole; il fatto è che non si sa mai e c'è sempre un rischio. A quanto pare, le due donne si sono contattate su internet per denunciare insieme. Finora è ciò che esse hanno dichiarato ed è il punto sul quale la procura vuole interrogare Assange.

Non sono ingenua e non mi sarebbe costato nulla credere  che tutto è frutto di una montatura della Cia, perché la Cia è capace di questo e, purtroppo, di molto più e ne abbiamo le prove.Però allo stesso tempo nulla mi costa credere che ciò che esse hanno denunciato sia la verità. Le stesse dichiarazioni di Assange, che afferma di essere sessista e dichiara che la Svezia " è l'Arabia Saudita del femminismo"non mi ispirano molta fiducia. In più,egli non ha negato la versione delle due donne, ma ha dichiarato che le loro proteste non gli sembravano importanti. Ciò che è sicuro è che sono propensa a pensare, anche se è un parere personale,che se tutto sarà un complotto politico, sarà stato montato su un reato importante, perché secondo i giuristi svedesi che hanno avuto la possibilità di leggere, ci sono moltissime possibilità che se Assange si presenti, non sia né giudicato, né tanto meno condannato. Mi pare davvero strano un complotto così fragile, ma a questo proposito posso solo azzardare la mia opinione, che vale quanto qualunque altra.

Ciò che è evidente a chiunque è che le donne che accusano Assange non hanno più alcuna importanza, se mai l'hanno avuta. Avvicinarsi al caso di Assange su Internet è entrare nel regno della misoginia. Compresi quegli ambienti di sinistra che ho visitato,non leggendo nulla che mettesse in dubbio che esse sono due bugiarde o che tutto fosse una montatura degli Stati Uniti. Nulla di diverso da quello che si dice sempre delle donne che denunciano abusi sessuali.
La quasi universale convinzione che questo è un complotto rispecchia perfettamente la rapidità e facilità con le quali sono screditate le testimonianze delle vittime di reati sessuali. Le numerose personalità che hanno preso posizione a favore di Julian Assange , senza menzionare minimamente i reati sessuali,dimostra che lo stupro è per molta gente (la maggior parte uomini), un reato minore,che si dimentica facilmente, quando concorrono circostanze " più importanti".

Denunciare una violenza o un abuso sessuale è qualcosa che con molta facilità può rivoltarsi contro la vittima stessa se questa capita male o  non si concorda sull'imputazione .E' un reato grave o meno secondo  chi ci tocca come denunciante e aggressore (vedi Strauss-Kahn, che, si, non ci piace). Lo stesso presidente Correa ha pronunciato gli argomenti di sempre: "Perché non l'ha denunciato prima?" "Perché ci sei stata e poi non volevi ?" vanificando così la possibilità di dire prima si e dopo no, o, che si verifichi uno stupro, un un abuso nel corso di una relazione consensuale. Nessuno ha criticato queste parole, che non sono tanto diverse da quelle pronunciate dal senatore nordamericano che ha parlato di violazioni " legittime e illegittime".
Accecati da Wikileaks, da un certo antiamericanismo molto dilagante, con il sostegno politico della sinistra in Ecuador, tutte quelle tematiche che nulla hanno a che fare con esso, poche persone si sono fermate a pensare a ciò che ripetono fino alla nausea i giuristi svedesi e molti giuristi indipendenti: che la Svezia è uno dei paesi più garantisti con i diritti degli imputati, talmente garantista che figura al primo posto dei diritti fondamentali tra i 66 paesi del Rule of Law Index 2011 ( indice dello Stato di Diritto); che l'avvocato delle denuncianti è Claes Borgström, il mediatore ( difensore) per l'uguaglianza di genere dal 2000 al 2007 e che ha dovuto ricordare che le sue clienti "non hanno commesso nessun crimine, che sono le vittime" e ha considerato " incredibile e un abuso della figura dell'asilo" l'azione dell'Ecuador e che in tutti i casi è molto improbabile che la Svezia estradi Assange, perché la legge svedese vieta l'estradizione per reati politici e lo spionaggio è considerato tale per la legge svedese; che Amnesty International si è  chiaramente pronunciata perché Assange sia giudicato considerato che la legge svedese è completamente garantista e le possibilità che i giudici svedesi possano essere influenzati dalle pressioni politiche è pari a zero. Amnesty International ha anche dichiarato che il caso che  dovrebbe impegnare  seriamente la solidarietà internazionale è quello del soldato Manning,privato dei più elementari diritti umani e garanzie processuali.
Ma Assange è uno showman, mentre il soldato Manning è un soldato statunitense che non sembra molto intelligente.

Io non so se Assange sia o no uno stupratore, questo lo decideranno i tribunali, però la posizione più ragionevole e fondata, che tiene conto delle denuncianti e della situazione generale è quella di Amnesty international: la legge svedese è affidabile, i reati di cui è accusato non hanno nulla a che vedere con Wikileaks, Assange pertanto dovrebbe rispondere dei suoi presunti reati sessuali.

Pikara Magazine


(traduzione Lia Di Peri)



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