martedì 9 luglio 2013

Figlie malate del patriarcato






Negli ultimi due anni ho incontrato decine di donne malate. In realtà, le ho incontrate lungo tutta la mia vita, però in questi due anni ho capito qualcosa di più. Io sono una delle tante e dico malata, perch
é la malattia è prodotta dal patriarcato.
Donne ansiose, tristi, con disturbi, che vomitano o stressate, doloranti, depresse, incapaci di creare, che hanno vertigini, malate nel funzionamento quotidiano. Donne che non passano attraverso la vita, ma che vogliono viverla e sentire ogni secondo. Donne la cui sensibilità dice in ogni momento che qualcosa non va, che il nostro Io selvaggio è represso e riceve un'educazione corrotta che lo ammala.
Ci sono donne con differenti disturbi, sicuramente le conoscerete perché siamo tutte disadattate. Quelle la cui sensibilità impedisce di adattarci ad un quotidiano patologico.
Molte vanno in terapia, tutte siamo diagnosticate. Ci mettono diverse etichette e ci danno diversi trattamenti. Tutte riceviamo una spiegazione: problemi familiari, stress lavorativo, partners violenti,madri fagocitanti, infanzia difficile...
Ma questi non sono problemi individuali, ma sono problemi collettivi, problemi che derivano da un sistema, che non soltanto non ci tiene in conto, ma che ci perseguita. Viviamo isolate e non capiamo che ci sono molte come noi, altri corpi ribelli che si contorcono di fronte al sistema.
Il femminismo insegna a vedere come tutto si incastra; a vedere che non siamo persone difettose, ma che si ribellano alla finzione che siamo "felici" nelle dottrine sessiste.
Una mia amica mi ha detto che se smettessimo di vederci come soggetti isolati e riconoscessimo che siamo il risultato di un sistema patriarcale, magari la terapia consisterebbe nel lasciare il Diazepam e cominciare a dotarci di strumenti di lotta sociale. Cominciamo?

.Feministas Acidas.

(libera traduzione di Lia Di Peri)

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