… Siamo cresciuti in un paese di
" uomini mutilati emotivamente” e “senza capacità di cura”. Confessare e
accettare questa realtà era considerato come un’ulteriore diminuzione
della virilità. E’ scontato dire che fu una generazione che non piangevano in
pubblico, né mostravano alcuna sensibilità perché considerata "debolezza".
Il loro dovere era di apparire sempre come vincitori e di dare un’immagine dura,
aggressiva e brillante.
Non potevano andare a fare shopping
o prendersi cura dei loro figli, perché era “cosa da donne”. Il tempo libero lo
trascorrevano tra chiese, taverne, corrida, campi da calcio e bordelli, essendo
complici della mercificazione del corpo e del piacere. Pochi leggendo libri o andando
a convegni.
(…) Gli uomini che hanno rinunciato a mostrare il loro
lato più emotivo hanno finito col pregiudicare il tutto. Milioni di loro hanno
speso la loro vita cercando di svolgere un ruolo di eroi che è possibile solo
nella finzione . Il modello dell’uomo-macho- riuscito stereotipato
che è stato socializzato e mantenuto dal sistema , a cosa è servito? Chi ha
beneficiato? Quali successi sono stati raggiunti con questi maschi alfa
marcando e pretendendo di controllare il loro territorio in tutto il mondo?
Perché anche alcune donne sono
particolarmente interessate a condividere la vita con simili soggetti? E’ il patriarcato che è stato interiorizzato
negli uomini e nelle donne, fornendo a essi il potere ed esse no, naturalizzando
per ciascuno un ruolo specifico nella società contribuendo così a perpetuarlo.
Quando avevo tredici anni, ho
cominciato a sentirmi a disagio tra i miei compagni di classe. Nel momento in
cui la competitività fu più importante del gioco, ho sentito che appartenevo
più al gruppo. Improvvisamente si doveva
essere il migliore giocando a calcio o il migliore studente, o avere più
ragazze. Tutta una corsa di fondo per diventare un
leader ed essere accettato. Non c'erano scelte.
Essere un leader o un gregario.
Ho conosciuto il rifiuto fin dalla tenera età. (…) Trascorsero alcuni anni prima
che m’imbattessi nella frase di Nietzsche: "Io non servo, né per servire,
né per guidare”. Il suo significato me lo marchiarono a fuoco i miei compagni
di classe. Non ero a mio agio nel vedere chi competeva nel lanciare la pietra
più lontana né a spettegolare con le ragazze della classe o a cospirare contro
qualcuno nei corridoi. A scuola negli ultimi anni,
mi sentivo completamente sconfitto e isolato. Come deve crescere ed essere
educato un bambino? Come e da chi imparare o
disimparare a essere e diventare ciò che poi diventa?
E 'strano come nonostante gli anni
trascorsi , mi capita spesso di pensare che qualche colpa l’avessi
, visto che non mi volevano . Suppongo che sia
quello che succede con le donne maltrattate . Non ho mai avuto il coraggio di
spiegare alla mia famiglia , con attenzione ed esattamente , cosa stavo passando.
Andare a scuola ogni mattina e sentire il disprezzo e le burla per non voler
unirsi alla squadra di calcio e al gruppo dei maschi alfa forgiò il mio bisogno
di autonomia per sempre . Ho bisogno della gente , ma non confido più nelle masse.
Quello che ho vissuto a scuola
continua a essere un esempio di ciò che ho incontrato da adulto. Viviamo in un mondo,
dove la cosa più importante è ancora l'immagine di sicurezza, il controllo e forza
che proiettiamo. Come possiamo relazionarci se sempre dobbiamo essere i
migliori? Sono dovuto arrivare alle superiori per cominciare a essere felice e
avere amici. Lì ho vissuto un'esperienza " tra eguali " . Alcuni di
loro sono parti essenziali della mia esistenza .
Al liceo ho giocato a calcio molte
volte. Spesso con i miei compagni tutti insieme, ragazze e ragazzi. E’ è stato
puro divertimento e intrattenimento. Non c'era competitività né le stronzate
di forza e di leadership. Il gioco dovrebbe essere un diversivo e dovrebbe servire
a insegnarci a perdere e a vincere. Come nella vita . Per diventare " se stessi”,
non dobbiamo viaggiare da un luogo all'altro , ma verso il nostro stesso
essere. Tutto è già dentro di noi. Alcune persone ci hanno mostrato parte del
cammino.
In ogni caso,
badare, avere cura non è maschile ? Chi l’ha stabilito ? Chi ha deciso per noi?
Diventare adulti significa separarsi definitivamente dal rifugio per costruirsene
uno proprio in armonia con l’Umanità. Umanità che saremo in grado di trovare uscendo
dagli schemi e dai condizionamenti del patriarcato. Facendoci carico di noi
come persone, riconoscendo che abbiamo come tutti gli altri , un ritmo personale,
riconoscendo onestamente che la nostra risposta è , soprattutto, il risultato
delle nostre emozioni. Dobbiamo mettere in discussione i privilegi concessi
dalla complicità patriarcale . Non dobbiamo accettare un ruolo maschile secondo
falsi stereotipi . Sarebbe bello iniziare a scoprirci e a decostruire la nostra
mascolinità . Io non voglio essere il primo . Non lo sarei mai. Io voglio
continuare a imparare e cercare di essere più umano, più simpatico , più
intelligente , più costante . E soprattutto , più onesto con me stesso . Non
voglio essere odiato né temuto . Davvero, compensa sapersi detestato dai più?
Non voglio soggiogare nessuno. Le porte devono rimanere sempre aperte per chi
ha voglia di ritornare.
Dobbiamo
insegnare alle nuove generazioni di milioni di uomini a percepire che le relazioni
, la comprensione, l'amore, la cura, non raggiungeranno la loro pienezza senza
la capacità di sentire e di curare. E’ difficile pensare che qualcuno molto
amato , abbracciato e curato durante l’infanzia non saprà avvicinare gli altri
con speciale tenerezza. La rudezza di un uomo è di solito il risultato della
mancanza di sentimenti, cura, educazione,che ha subito durante la sua crescita
e che il patriarcato si è caricato di imprimere a tutti i livelli. Una quantità
di prove che ‘impongono a coloro che non sono capaci di rifiutarsi: se faccio
l'amore , devo essere il migliore , se non lo faccio, sono
poco virile, se guadagno molto danaro mia moglie e i miei figli avranno ciò di
cui hanno bisogno (chi lo decide ?) ma, alcuni, saremo
infelici senza futuro.
Come trovare una soluzione a questa situazione molto schizofrenica ?
Secondo un
rapporto presentato dall'Unione Europea della scorsa settimana , più di nove
milioni di donne sono state vittime di stupri , un 33 % hanno subito violenza
fisica o sessuale e solo una su tre denuncia le aggressioni. Sono convinto che
questa complessa situazione di disumanizzazione e di violazione dei diritti
umani cominci a svilupparsi a casa e nelle aule scolastiche . Che modello di
società stiamo costruendo ? Com’è possibile che gli uomini continuino a essere
principalmente un simbolo di potere sfrenato ? Che tipo di formazione hanno
ricevuto gli aggressori? Appartengono a una particolare classe sociale o non è
una questione di classe? Secondo questo studio , una donna spagnola su cinque oltre
i quindici anni (22 %) hanno subito violenza fisica o sessuale. Pertanto, non è
più che il machismo endemico è legato al franchismo. Il problema è molto più
profondo .
Quando
smetteremo di sentirci male per non soddisfare le aspettative? Chi crea queste
aspettative? Quando potremo liberarci da tutti quei regimi e privilegi che
abbiamo interiorizzato nei secoli? Com’è possibile che, nonostante tutti i
progressi tecnologici siamo ancora all'età della pietra? A chi interessa
perpetuare il sistema patriarcale che esclude le donne e coloro che non
condividono le sue idee? Per vivere ed esistere senza violenze e oppressioni, dobbiamo
decostruire questo ruolo sessista con il quale ci hanno socializzati. Dobbiamo
coltivare la nostra capacità di sentire e curare, altrimenti faremo male a noi stessi
e quindi a tutte le altre persone.
(trad.Lia Di Peri)
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