Hombrear… questo deve essere il famoso verbo che tutti
tacciono, che è stato assunto nel corso della storia ma senza chiamarlo
direttamente per nome, forse perché per lungo tempo non è stato necessario. Ora
le cose sono cambiate.
“Hombrear”
vuol dire "fare le cose come si aspetta da un uomo secondo i parametri
stabiliti dalla cultura patriarcale." Questa è stata una delle chiavi per
perpetuare il modello patriarcale dei fatti e i fatti sopra quel modello di
machismo. C'è stato un tempo in cui non era necessario "hombrear" in
modo così esplicito, poiché l'ordine dato non era messo in discussione né
sfidato con comportamenti alternativi.
Gli uomini hanno un ruolo chiaro e definito con spazi e tempi propri e le donne i loro ma all’ombra dei primi. Non c’era conflitto e se si fosse prodotto, la soluzione passava attraverso il criterio maschile, il quale lasciava indenne il sistema da ogni critica o messa in discussione. Il femminismo però ha rivelato l’ingiustizia della disuguaglianza e la costruzione mirata della normalità a vantaggio degli uomini; così le alternative si sono ampliate e il valore dell’uguaglianza ha arricchito quegli uomini che sarebbero rimasti sotto i riferimenti tradizionali. Non solo, quindi, hanno perso spazio per ottenere i loro privilegi ma l’identità maschile costruita su questi riferimenti è andata dissolvendosi. Per questo alcuni hanno bisogno di rivendicarsi e chiedere la restaurazione dell’ordine perso attraverso la riproduzione di comportamenti maschili più classici e tradizionali che si trovano nel "hombrear".
Gli uomini hanno un ruolo chiaro e definito con spazi e tempi propri e le donne i loro ma all’ombra dei primi. Non c’era conflitto e se si fosse prodotto, la soluzione passava attraverso il criterio maschile, il quale lasciava indenne il sistema da ogni critica o messa in discussione. Il femminismo però ha rivelato l’ingiustizia della disuguaglianza e la costruzione mirata della normalità a vantaggio degli uomini; così le alternative si sono ampliate e il valore dell’uguaglianza ha arricchito quegli uomini che sarebbero rimasti sotto i riferimenti tradizionali. Non solo, quindi, hanno perso spazio per ottenere i loro privilegi ma l’identità maschile costruita su questi riferimenti è andata dissolvendosi. Per questo alcuni hanno bisogno di rivendicarsi e chiedere la restaurazione dell’ordine perso attraverso la riproduzione di comportamenti maschili più classici e tradizionali che si trovano nel "hombrear".
E
l'essenza della mascolinità tradizionale e del machismo passa per avere
qualcuno vicino per mostrare le loro condizioni. Gli uomini hanno bisogno di
comportarsi come uomini e segnare le distanze con le donne. Da qui, essi
mostrano sia il rifiuto sia la violenza contro chi li stia mettendo in
discussione come, succede contro l’omosessualità di altri uomini, cosa che non accade nelle donne nel caso
dell’omosessualità femminile o che si rifiutino di assumere ruoli, spazi, colori,
abitudini ... associati alle donne. Tutto ciò lo vivono come un attacco alla
loro identità, una specie di denaturalizzazione
del maschile contro cui essi devono “hombrear” affinché nessuno li confonda con
il femminile.
La
scelta dello spazio pubblico come naturale per gli uomini li porta a esibire
questa virilità e a impermeabilizzarsi in
lei come garanzia di continuità. Per questo motivo la cosa più importante per
questi uomini, non è risolvere le cose neppure a loro favore ma agire e
comportarsi come uomini, anche se in questo modo il risultato si rivolterà
contro di loro.
Non
ha senso che quanto più è progredita la società verso l’uguaglianza e quanto
più si è incorporata questa come parte delle relazioni, più violenza di genere
si produca, come dimostrano le successive Macro-inchieste del 2006, 2011 e
2015, passando da 400.000 di casi all’anno, a 600/700 mila. E non ha senso che
continuino gli omicidi per violenza di genere con l’insorgenza di comportamenti
criminali di estrema crudeltà, come sta succedendo con lo uccidere i/ figl* per
fare del dolore e della sofferenza la ragione vitale delle loro ex mogli.
Non
ha senso, ma succede, che ci sia una reazione post-machista che cerchi di
attutire l'impatto della realtà tra cotoni di confusione e giustificazione,
mentre “hombrean” ( virilizzano), l’odio per tutto ciò che non sia la loro mascolinità
e si mantenga la loro cultura e in tal modo incitare altri uomini a continuare
a ‘farsi uomini’ per mezzo della violenza.
Per
loro è più importante essere visti come uomini, anche in prigione per la violenza
esercitata,che essere considerati dei buoni a nulla. In effetti è molto
significativa la terminologia che il post-machismo crea per l’occasione e, tra
questa,quella che si rivolge agli uomini pro-femministi, che lavorano per
l’uguaglianza, cioè, la parola “ mangina”allo scopo di criticarli per la loro
identificazione con le donne. Uniscono la parola uomo (man) con la parola vagina
per comporre “mangina” e con essa l’idea di uomini che si piegano alle donne,
vale a dire, il tradizionale calabrache ma in versione post-machista. Quest’atteggiamento
mostra che ciò che più li preoccupa e inquieta non è la distribuzione di tempo
e spazio, ma la modifica delle identità tradizionali di uomini e donne.’
La
chiave in tutta questa costruzione è un doppio riferimento: nella dimostrazione
e nell’azione. Cioè, mostrare la condizione data, questa virilità presunta e
agire su di essa in modo coerente. Ottenendo così un doppio rinforzo e un
doppio legame : di fronte a se stesso e di fronte alla comunità dei pari cioè
agli altri uomini. E, in questo modo, segnare la differenza con le donne come
gruppo ; per loro esser “uomini”non è essere “donne” e questo significa non
fare ciò che fanno le donne che è ciò che vanta il neo acquisto del Real
Madrid, Mateo Kovacic: "Io non cucino e mai lo farò. Non è il mio lavoro.
È quello della donna”.
Riconoscimento
tra pari è ciò che permette l'accesso ai benefici che la cultura ha riservato
agli uomini nella società. Alcuni privilegi quando raggiungono il valore più
alto si anno più esigui, da qui, la competitività, l'aggressività e la violenza sono parte di questa
"hombrear" tra gli uomini in ambito pubblico.
Per
poter però entrare nel terreno di gioco
della vita pubblica,gli uomini non solo devono essere tali ma devono anche
sentirsi tali, e per questo hanno un riferimento comune a prescindere dalla
loro situazione personale, sociale o geografica. In qualsiasi parte del mondo e
indipendentemente dalla classe o condizione di uomini, la disuguaglianza
esistente fa sì che essi abbiano sempre la possibilità di sentirsi superiori
alle donne dai riferimenti stabiliti dalla cultura patriarcale. Una superiorità
protetta, nella pratica, dalla società, che trattandosi di un’ingiustizia deve
però essere rafforzata e controllata per evitare che la critica e i progressi
in direzione dell’uguaglianza, ogni volta più intensa, ampia e determinata,
possano superare i limiti imposti e traboccare. Gli uomini, quindi, hanno
bisogno di "hombrear" di fronte alle donne per “sentirsi più uomini” e
“essere più uomini”; per questa ragione, dopo gli omicidi di genere, gli
assassini spesso si consegnano volontariamente alla polizia o si suicidano in
un doppio atto di “virilità”: dapprima con l’omicidio e, dopo, con la
rivendicazione della loro virilità mediante la decisione di accettare le
conseguenze dei loro atti sia socialmente con i corrispondenti anni di prigione
o innalzando la loro responsabilità alla trascendenza di consegnare la propria
vita con il suicidio.
“Hombrear”
è fare l’ uomo secondo i riferimenti tradizionali e diventarlo per ottenere i
benefici materiali riservati dalla stessa cultura che lo porta a “hombrear” (virilizzare)
ma, soprattutto, per consolidare i riferimenti d'identità della mascolinità
classica. Per questo in un tempo in cui trasformazione sociale è guidata dalle
donne, molti uomini si trovano disorientati e persi. Se essere uomini, è non
essere donne e ora le donne sono cambiate e l’hanno fatto in direzione dell’accesso
a posizioni,tempi e spazi riservati storicamente agli uomini, molti di loro
sono retrocessi agli elementi più classici della loro identità per continuare a
sentirsi uomini. Questa è una delle ragioni dell'aumento della violenza di
genere e del fatto che questi cambiamenti si manifestano in modo intenso nei giovani, perché
sono nei momenti critici della costruzione dell’identità in cui i cambiamenti e
le trasformazioni sociali e personali generano una maggiore agitazione.
“Hombrear”
però è anche “ farsi uomo senza sentirlo” , vale a dire, seguendo i dettami di
una cultura senza esserne convinto e senza condividerlo individualmente ma
lasciarsi trasportare dal gruppo e dalla sua normalità imposta. Questo accade
perché non comportandosi così, le critiche e i rifiuti comportano conseguenze
negative di fronte al mancato riconoscimento di modelli alternativi d’identità
maschile.
Il post- machismo lo sa, per questo lancia messaggi che rafforzano i riferimenti tradizionali della mascolinità, mentre riscatta al contempo, i miti e gli stereotipi critici con le donne e per questo ha nei giovani un obiettivo speciale. E’ certo che sia solo l'ultima resistenza tra l’odio che perdura e il romanticismo di ieri, che accompagna il fallimento ma che può produrre molti danni.
Il post- machismo lo sa, per questo lancia messaggi che rafforzano i riferimenti tradizionali della mascolinità, mentre riscatta al contempo, i miti e gli stereotipi critici con le donne e per questo ha nei giovani un obiettivo speciale. E’ certo che sia solo l'ultima resistenza tra l’odio che perdura e il romanticismo di ieri, che accompagna il fallimento ma che può produrre molti danni.
Il
verbo che definisce il futuro è “ uguagliare” e la parola “Uguaglianza”. Molti
uomini dovrebbero impararlo e comportarsi di conseguenza.
(traduzione di Lia Di Peri)
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