giovedì 29 settembre 2011

Il trattamento giornalistico della violenza di genere .

Crimine passionale, spazio domestico e i diritti fondamentali delle donne.

da María Isabel Menéndez Menéndez

I media sono un elemento chiave nella formazione dell'opinione pubblica, creano modelli e  offrono forme comportamentali: oggi le persone costruiscono la loro specifica percezione del mondo dalle informazioni provenienti dai mass-media.

Tuttavia, le donne appaiono ancora con modelli stereotipati e relegate in uno spazio marginale, escluso dalla informazione prestigiosa, prestando poca attenzione alla problematica considerata tradizionalmente come femminile. In altre parole, non sono presenti nelle agende dei mass-media e non vengono considerate come audience.
 I media della comunicazione, per nascondere le notizie sulle aggressioni alle donne utilizzano pregiudizi e valutazioni paternalistiche, presentando gli eventi come fatti isolati e non come parte della violenza generalizzata e accettata dalla società. Non si mette mai in discussione la struttura sociale come veicolo di questa patologia né l'aggressore come prodotto di questa struttura.
Questa divisione è particolarmente importante perché è l'argomento adottato per giustificare la tolleranza sociale del maltrattamento delle donne, e che queste  aggressioni sono fatti privati da risolvere all'interno della casa.

Questa specifica forma di violenza di genere è riconosciuta in Spagna laddove all'articolo 153 del Codice Penale si fa riferimento all'abituale abuso, articolo che, tuttavia, è poco utilizzato data la difficoltà di dimostrare detta abitudine per le vittime e anche in tutti i casi, per l'assenza di informatizzazione delle denunce, dell'inesistenza di un registro statistico o di una Procura speciale per i casi di abuso.

Va tenuto presente, che oltre agli abusi esiste una violenza di genere basata sulla costruzione culturale che condanna le donne e giustifica gli uomini violenti. Questa cultura rafforzata dai detti popolari è riprodotta dai media, soprattutto da parte degli opinionisti. Le persone che creano correnti di opinione sulle pagine dei giornali sovente banalizzano il problema o si permettono il lusso di dichiarare che si esagera quando si parla della violenza di genere.
Il cliché più impiegato è quello di incolpare la vittima sollevando dalla responsabilità gli aggressori. La ricerca della giustificazione degli atti violenti è una costante nella maggior parte degli articoli d'opinione, inclusa la informazione giornalistica.

Analisi delle caratteristiche degli articoli sulla violenza di genere:

- Motivi inprecisati come cause delle aggressioni.

- Contraddizione tra il titolo della notizia e il corpo della stessa.

- Stereotipi e pre-giudizi che giustificano le aggressioni e normalizzano il comportamento violento maschile.

- Utilizzazione di luoghi comuni e affermazioni di detti popolari.

- Minimizzazione dell'aggressione e incidenza della cosiddetta " relazione d'amore" come causa delle lesioni.

Molte notizie insistono sulla presentazione dell'aggressione come un fatto isolato, come se fosse una logica conseguenza della passione amorosa di alcuni soggetti e non come un attacco ai diritti fondamentali delle vittime; attacco che è parte di un continum di violenza che subiscono le donne a tutti i livelli sociali. Gli aggressori, nella maggior parte dei casi,né sono persone che vivono in ambiti marginali, né sono esseri patologici.

La violenza sessuale è messa a tacere nella nostra società il che ci rende complici di un'ideologia che vede la donna come essere inferiore e subordinato. Mentre la definizione di mascolinità  continua a fondarsi sulla forza fisica, il dominio e il disprezzo della/per la donna e gli abusi sessuali concepiti ancora come una prova di forza e di potenza.


(traduzione di Anita Lia Di Peri Silviano)

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