lunedì 20 febbraio 2012

La lotta per l'uguaglianza di genere in Iraq

traduzione per Rebelion di Loles Oliván

Mentre il Presidente Obama elogiava lo " straordinario risultato" delle truppe statunitensi, una volta lasciato l'Iraq lo scorso dicembre, le continue proteste contro la repressione governativa e contro i disastrosi servizi di base demolivano la finzione del successo di una transizione democratica. Yanar Muhammad la presidente dell'Organizzazione per la Libertà delle Donne in Iraq ( OLMI), contribuiva da tempo, a far sì che le molte irachene espremessero la loro rabbia. Dalla " Giornata dell'indignazione irachena" nel febbraio del 2011,migliaia di iracheni di tutto il paese rivendicarono posti di lavoro, una equa distribuzione della ricchezza petrolifera dell'Iraq  e la fine dell'occupazione, Muhammad ha partecipato all'organizzazione delle manifestazioni settimanali in Piazza Tahir a Baghdad. Ha criticato apertamente sia l'occupazione guidata dagli Stati Uniti, che i gruppi fondamentalisti ai quali si è dato potere.

Il 10 giugno 2011, Muhammad ed altre attiviste dell'OLMI sono state aggredite sessualmente mentre manifestavano. Nonostante le continue minacce ed intimidazioni ha continuato  la sua opera in difesa  delle donne irachene, contro la violenza familiare e il traffico sessuale, così come promuove le voci e rivendicazioni delle donne nella lotta per un Iraq davvero democratico. Lo scorso dicembre  ha rilasciato un intervista a These Time da  Toronto dove era in visita da parenti.


These Time (ITT): Le truppe statunitensi si sono ritirate; tuttavia restano 5.000 contractor privati. Quanto è importante questo momento per gli iracheni?

Yanar Muhammad (YM): Risulta impossibile concentrarci sul ritiro, perché la nostra insicurezza si è aggarvata. Ci sono più attacchi. E non riusciamo a capire dopo otto anni ciò che abbiamo ottenuto con questa occupazione. Sappiamo che gli Stati Uniti sono stati incapaci di formare un governo che funzioni. Sappiamo che abbiamo perso l'eleganza delle nostre città.  Baghdad è completamente distrutta.
Sappiamo che attualmente il livello di vita è tanto basso quanto costoso, che una famiglia di classe media non può farvi fronte,né può portare in tavola un  cibo salutare.

ITT : Si continua l'occupazione con altri mezzi?

YM: Anche se le truppe statunitensi si sono ritirate ci hanno lasciati una società fortemente militarizzata. Quasi un milione di iracheni sono stati assunti come personale per l'esercito e le agenzie di sicurezza. Viviamo in un grande accampamento militare - l'unica differenza è che si indossano uniformi irachene. Abbiamo quasi 10 titpi di forze di sicurezza, alcune sono anti-sommosse, altre sono dei servizi di intelligence e altri ancora sono gruppi di sicurezza privati. Nessuno di loro pensa di dover dar conto del proprio operato.

ITT: Come sono cambiate le cose per le donne dal rovesciamento di Saddam?

 
YM: Le condizioni sono peggiorate. Quando Saddam era al potere, c'erano molte obiezioni, ma le leggi garantivano alcuni diritti fondamentali alle donne. Dopo la cosiddetta liberazione, una bambina può essere sposata all'età di 11 anni. Questo è legale perché la Costituzione irachena ha un articolo che stabilisce che gli iracheni sono liberi di scegliere  sotto quale tipo di legge ricondurre la sua vita civile. Molti funzionari statunitensi hanno descritto la Costituzione come la più democratica del mondo arabo, ma come se  scegli una bambina di 11 anni dal tipo di legge che la prevede?

ITT: Com'è nata l'OLMI?

YM:All'inizio dell'occupazione vivevo in Canada. Nel maggio del 2003 sono andata in Iraq, mi sono incontarata con alcune donne e abbiamo fondato la OLMI. Il nostro obiettivo era quello di costruire una società di piena uguaglianza per tutti nel solco di una costituzione laica e non etnica. Abbiamo cominciato con poche volontarie. Una di esse era una giovane che era fuggita per la minaccia di un crimine d'onore. Le abbiamo dato una casa all'ultimo piano dell'edificio e installato la sede dell'organizzazione sul piano principale. E' così che è cominciato il primo rifugio per le donne in Iraq. La nostra attuale sede si trova a Baghdad, ma abbiamo molte famiglie che hanno aperto le loro case a donne che sono sotto la minaccia di delitti d'onore o fuggite da altri tipi di abusi. La OLMI difende le donne senza compromettere nessuno - né i gruppi tribali dell'Iraq, che considerano la donna come una proprietà, né i gruppi religiosi che reclamano la scena politica per se stessi, né i gruppi nazionalisti sotto i quali è trascorsa tutta la nostra vita e che vedono gli uomini come gli eroi della società.

ITT: Si considera femminista?
YM: Certamente.  Del femminismo che incoraggia l'uguaglianza anche quando si tratta del genere. Le diseguaglianze non possono prosperare nel terzo millennio ed è perciò che il mondo sta nelle strade. Le femministe, in particolar modo nel mondo arabo sono una significativa presenza nelle piazze pubbliche della lotta politica, perché le donne sono il volto del cambiamento.

IIT: La sua organizzazione ha recentemente pubblicato un un messaggio di solidarietà con (la campagna) Occupy Wall Street. I media parlano spesso della violenza in Iraq, ma rare volte fanno riferimento alla disuguaglianza e all'aumento della disocuppazione. C'è un nuovo 1% in Iraq?

YM: Anche se le truppe statunitensi si sono ritirate hanno lasciato  un 1% di iracheni che governa impietosamente. Un membro del parlamento riceve un compenso annuo pari a 102.000 dollari, mentre un lavoratore nel settore  pubblico in Iraq guadagna tra i 200 e i 300 dollari al mese come stipendio iniziale. Questa è la società della diseguaglianza.

ITT: A differenza delle rivoluzioni di Egitto o Tunisia che hanno rivendicato il rovesciamento di un dittatore, le manifestazioni popolari di febbraio erano dirette contro un governo che era stato eletto. Cosa si sprigiona da questo sulla democrazia irachena?

YM: Ci chiedono  spesso perché protestiamo contro un governo eletto. Durante l'occupazione, tutto il sostegno politico e finanziario è andato ai gruppi di estrema destra dell'Iraq. Le lezioni sono il risultato finale di otto anni di occupazione statunitense.
Il governo ha annunciato davanti alle manifestazioni che avrebbero messo il coprifuoco: erano terrorizzati. Tuttavia la gente è scesa  e ha protestato. Nessuno scontro: non si sono prodotti scontri settari in quella piazza. Ma alla fine della giornata tutto è cambiato. L'esercito, i gruppi di sicurezza  e le truppe antisommossa ci  hanno circondato e hanno cominciato a sparare. Non sembrava proprio un paese democratico. La gente continua nel corso tutti i venerdì.  Ma se si va a manifestare a Piazza Tahir ( nel centro di Baghdad), il primo ministro Nuri al-Maliki tiene pronte le milizie attorno alla piazza per prenderti.

ITT: Ci sono state partecipanti della OLMI che sono state colpite e aggredite sessualmente quando manifestavano contemporaneamente alle altre manifestanti in Egitto. Perché le donne sono molestate in questo modo?

YM: Volevano farci vergognare. La nostra organizzazione ha fatto in modo che queste proteste avessero il volto di donna. Avevamo i nostri slogans, le nostre bandiere, che portavamo ogni venerdì. Il governo di Al-Maliki non l'ha permesso. E nella società araba, se una donna si espone alla vergogna la si espelle dal pubblico.Speravano che non mostrassimo il volto a nessuno. Allo stesso modo con cui le donne sono state costrette ad auto-immolarsi o ad essere vittime dei delitti d'onore hanno voluto imporci il disonore politico per distruggerci politicamente.

ITT: Come stanno oggi le donne che furono attaccate in Piazza Tahrir?

YM: Tutte sono ritornate in Piazza. Tuttavia, facciamo molta attenzione. Quando vediamo le forse di sicurezza andiamo via dalla piazza. Non siamo disposte a farci torturare un'altra volta.

ITT: State lavorando per riuscire ad ottenere che le donne siano elette direttamente al Parlamento?

YM
:In Iraq, il 25% dei membri del Parlamento devono essere donne,che è cosa buona. Però più  della metà delle donne che sono in parlamento rappresentano la destra religiosa. Quando hanno colpito 25 di noi, a Piazza Tahrir, neppure una sola parlamentare si è pronunciata. In altre parole, queste donne sono marionette.

ITT: Lei è stata minacciata di morte.Perché continua a fare questo lavoro?

YM
: Il governo ci sta minacciando di non rinnovare la registrazione della nostra organizzazione. Ma io ricordo sempre gli occhi delle giovani del nostro rifugio e al fatto che la vita le  ha dato una seconda possibilità per essere scappate al delitto d'onore imposto ad esse per essere state violentate o abusate. Questa seconda opportunità  di vita è importante per queste donne.  Mai lascerò questo mandato, anche se mi colpiscono o qualche ministro corrotto mi dichiara illegale. L'occupazione statunitense ha messo tutte le risorse dell'Iraq in mano ai misogini. Le femministe possono promuovere un futuro migliore per l'Iraq. Siamo in attesa di udire le femministe statunitensi e i progressisti di tutto il mondo.
Vogliamo che ci aiutino a prendere il sopravvento in Iraq.

rebelion.org

traduzione di Lia Di Peri




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