mercoledì 21 marzo 2012

Donne malvagie

 da Virginia Vidal 

 Non molto tempo fa, donne cilene dipinsero dei murales per denunciare la brutalità dei mariti che le picchiavano. Questi murales risvegliarono, commossero, fecero infuriare. Avevano disegnato sul muro tutta la storia della violenza familiare. Che denuncia! Misero l'immaginazione e il talento creativo al servizio della causa.

Quella eloquente azione di arte populare mi ha ricordato quando partecipai nel 2003 al Congresso delle Donne Cattive ( Università "Fernando Pessoa",Oporto), felice iniziativa della docente Ana María Toscano, nel quale parlammo delle donne come agenti criminali nella storia e nel mito.

Per molti, basta sentire  "Congresso di Donne" per riferirsi ad un" Congresso di Cattive Donne". Né più che vedere la definizione di donna nel Dizionario del Diavolo:
Compagna dell'uomo descritta da Aristole "maschio mutilato" e da Bossuet come " diminutivo di Adamo"
Le donne furono accusate non solo di essere responsabili della Caduta, ma dai teologi e clericali misogini come attiva alleata del Maligno:

Tertulliano, III secolo: " Donna, tu sei la porta del diavolo. Tu hai toccato l'albero di Satana e sei stata la prima a violare la Legge Divina ( De Cultu feminarum).

Per Bernard Morlas, monaco del XII secolo,questa "leone di Satana" non è altro che una bestia.

Per San Pier Damiani, la donna è veleno per le anime, sanguinaria insaziabile e tigre assetata.

Odon, abate di Cluny si chiede: " Come possiamo desiderare di abbracciare a questo sacco di fiele?".

Secondo San Tommaso d'Aquino è " creatura occasionale ed accidentale"

Secondo Lammenais, " statua vivente della stupidità"

Per Michelet, " femmina deriva da fe e mina che vuol dire meno".

Per i teologi è comune dire: vulva infernale quando si riferiscono al sesso della donna considerandolo vagina castatrice, bocca dei vizi.

Secondo Sprenger, tutta la stregoneria proviene dal desiderio sessuale insaziabile nelle donne.

Inutile dire che  questi santi uomini trovano la donna scabrosamente affine al serpente,la cui qualità erettile simboleggia la voluttuosità. Però l'essenza diabolica femminile affonda le sue radici nell'orgine stessa della vita sulla terra.

Parlare di "la donna" nella storia e nel mito come agente del reato creerà una base errata, perchè non c'è una donna per antonomasia, ma le donne.Ciascuna rappresenta non solo gli interessi el tempo e della società nella quale vive, ma difende anche il potere e se può lo esercita come qualunque uomo. Esempio meraviglioso e tragico, la deputata Phoolan Devi assassinata a Nuova Delhi nel 2001, che lottò fino alla fine per i diritti dei più diseredati.
Per affrontare il tema è interessante tenere in conto alcuni miti,perché fanno parte del ricco patrimonio della memoria e dell'immaginario collettivo (ciò che Freud chiamò inconscio e Barthes 'l'immaginario").

Di Lilitu, la sumera, se ne appropriarono gli ebrei e la trasformarono in Lilith, l'autentica prima donna, fatta di argilla, come Adamo e destinata ad essere la sua inseparabile compagna. Uniti fisicamente - l'unità platonica - prima di Platone - precedente ad Eva. Realmente siamesi, una contraddizione insolubile li obbligava a vivere in perpetuo conflitto. Lilith non sopportò più le ammaccature, le sassate  e gli aghi pungenti conficcati nella schiena e voleva mettersi alzata.
I due personaggi si combattevano continuamente fino a quando Lilith si ribellò e pronunciò la parola che gli permise di staccarsi da lui. Questa non è una parola qualsiasi: Lilitu aveva scoperto il nome segreto del Creatore,dell'Innominabile e lo pronunciò. Per questo fu punita.
Così il primo atto di ribellione fu la parola, la parola che nomina, che nomina la divinità.
Parola contro parola, contro Lilith si esercita un altra punizione: la si condanna ad essere cancellate dalle Sacre Scritture, per essere stata la prima che utilizzò la parola per rompere le catene dell'oppressione. La si punisce facendo sparire il suo nome dalla memoria collettiva. Accenna ad essa solamente la letteratura rabbinica che la riporta all'ancestrale dea di Babilonia e la chiama Lilitu, creatrice di lussuria e la rappresenta come immagine di demone femminile.
Lilith, la sua ribellione e la sua condanna sono il più grande esempio della manipolazione che opera il Potere nel trasformare in una malvagia la ribelle, demone- femmina, per cancellarla finalmente dalla storia della creazione.

Kaosenlared.

(traduzione di Lia Di Peri)






                                                                     

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