lunedì 15 aprile 2013

Wounded Knee e la memoria collettiva

Capo Joseph Brings Plenty*
The New York Times

La parola sioux lakota takini significa " morire e tornare", però spesso la si traduce semplicemente come " sopravvivere". E'una parola sacra che è stata per molto tempo associata con il massacro perpetrato dai soldati del Settimo Reggimento di Cavalleria degli Stati Uniti contro un gran numero di uomini,donne e bambini inermi Lakota, nell'inverno del 1890.
Wounded Knee è stata definita l'ultima battaglia della guerra americana contro i popoli nativi. Ma non fu una battaglia, fu un massacro.

Le truppe dell'esercito intercettarono e catturarono un gruppo di centinaia di Lakota sotto la guida di Big Foot, un capo dei Sioux Mnicoujou,mentre si dirigevano alla Riserva di Pine Ridge in cerca di cibo e riparo.Dopo aver passato la notte bevendo,la mattina successiva quando le camicie azzurre stavano disarmando i guerrieri lakota partì un colpo.I soldati aprirono il fuoco con i loro fucili Hotchkiss. Rimasero uccisi, circa 150 Lakota,anche se altre stime parlano di 300 e più.
La nostra lotta per sopravvivere come popolo continua ancora oggi, per preservare non solo la nostra cultura e la nostra lingua, ma anche la nostra storia e la nostra terra. Anche se attualmente vivo ad ovest della Riserva Indiana del Río Cheyenne sono cresciuto a Pine Ridge,con la mia gente Oglala, a pochi chilometri da Wounded Knee. Un membro della mia famiglia è sopravvissuto al massacro, tutti gli altri sono morti.

La carneficina continua a suscitare grande  emozione tra il nostro popolo  - ricordi di corpi assiderati e in forme contorte, di coloro che furono inseguiti e uccisi mentre scappavano e di quelli che fuggirono nel freddo glaciale per le pianure battute dal vento.Queste storie, tramandate dagli antenati vivono in noi.

Una storia che mi ricordo chiaramente, me la raccontò quando avevo 8 anni, un'anziana, la cui madre da piccola sopravvisse al massacro. La madre le raccontò che quando cominciarono a volare proiettili, sua madre l'ha protetta con il proprio corpo. In quel momento un giovane guerriero a cavallo la sollevò tra le su braccia allontanandola dal pericolo. Quando la piccola si voltò indietro, vide la madre cadere con il petto lacerato dai proiettili. Mi disse che sempre  ricordato il sapore salato delle lacrime. L'anziana nativa mi raccontò questo, dopo che avevo preso una saliera. Il sale da sempre era associato alla madre.
Ci sono molte storie come questa. Il potere spirituale di Wounded Knee spiega perché i membri del Movimento dei Nativi Americani tornarono sul posto nel 1973 per richiamare l'attenzione sull'ingiustizia economica e culturale commessa contro i nostri fratelli e le nostre sorelle dei popoli nativi.
Adesso, la nostra eredità è in pericolo di ridursi ad una transazione immobiliare: un altro lotto della nostra terra va al miglior offerente.
Le urla degli assassinati tuttavia riecheggiano tra le colline, le grida che risuonano nei nostri cuori ogni giorno della nostra vita.Ma, forse, saranno soffocate con i bulldozer e con il tintinnio delle monete commerciali.
Wounded Knee è passato dal controllo del popolo Oglala a mani private, attraverso un processo conosciuto come parcellizzazione, che è iniziato alla fine del del XIX secolo, con la quale il governo federale ha diviso la terra tra gli indigeni e ha consegnato altre particelle a soggetti esterni alla comunità. Lo scopo era quello di  trasferire il controllo delle nostre terre collettive ad altre persone e insegnare ai Lakota e ad altri popoli nativi il concetto estraneo di proprietà privata.Per noi, questa misura era semplicemente un'altra forma di furto.Il proprietario del sito di Wounded Knee che detiene il titolo di proprietà del lotto di 40 acri dal 1968, vuole venderlo per 3.9 milioni di dollari. Se gli Oglalas di Pine Ridge non lo compreranno entro il 1° maggio verrà messo all'asta.
La Riserva di Pine Ridge è uno dei luoghi più poveri degli Stati Uniti e gli Oglala sono afflitti da debiti, quindi sarà molto difficile ottenere questa quantità di denaro. Gli anziani giustamente chiedono, perché dovrebbero pagare. Il governo federale dovrebbe comprare questa terra e il presidente Obama dovrebbe ordinare che lo si preservi come monumento nazionale, come ha fatto il mese scorso con cinque siti federali del paese, tra cui uno in Maryland in onore di Harriet Tubman e la Underground Railroad.

Il luogo della strage ha un significato di grande importanza non solo per il popolo Lakota, ma per tutti i popoli nativi e degli abitanti del paese. Wounded Knee deve rimanere un luogo sacro nel quale le voci dei danzatori degli spiriti che da oltre un secolo danzano per il ritorno delle antiche forme di vita, continuino a risuonare tra i pini; nel quale  gli spiriti dei grandi continuino a camminare per le colline.  E nel quale Takini conservi il suo significato: la sopravvivenza della memoria collettiva.

Jefe Joseph Brings Plenty* ex direttore della tribù Sioux, docente di cultura Lakota nella scuola Takini della Riserva Indigena di Rio
Cheyenne.
rebelion.org









(traduzione in italiano di Lia Di Peri)

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