sabato 23 agosto 2014

Il fantasma di Dred Scott vaga per le strade di Fergurson

di Amy Goodman con la collaborazione di Denis Moynihan






Migliaia di persone hanno partecipato questa settimana alle manifestazioni contro l’uccisione da parte della polizia di Michael Brown, un giovane afro - statunitense, che era disarmato, nel quartiere di Ferguson, St. Louis, Missouri. Pochi giorni prima di andare al College, Brown è morto dissanguato a causa degli spari della polizia. In pieno giorno. La polizia ha lasciato il cadavere del giovane, in mezzo alla strada per quattro ore, dietro il cordone della stessa, mentre i vicini si avvicinavano osservando la scena con orrore. I cittadini hanno protestato indignati, proteste che la polizia ha brutalmente represso. Vestiti in tenuta paramilitare e dentro veicoli blindati, la polizia ha lanciato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e bombe a mano e ha puntato armi automatiche contro i manifestanti. Moltissimi giornalisti e manifestanti che protestavano pacificamente sono stati arrestati.

 Le proteste si sono verificate in West Florissant Avenue a Ferguson. A quasi sette chilometri a sud dell’epicentro delle proteste, nella pace del cimitero di Calvary, riposano i resti di Dred Scott, un uomo nato schiavo, divenuto famoso per aver combattuto in Tribunale l’ottenimento della libertà. La decisione nel caso di Dred Scott, emessa nel 1857, è stata ampiamente considerata come la peggiore della storia della Corte Suprema degli Stati Uniti. La Corte decise che gli afrodiscendenti, schiavi o liberi, mai sarebbero potuti essere cittadini.





                                                     

                                                                

Dred Scott nacque in schiavitù in Virginia, intorno al 1799 (lo stesso anno in cui morì il presidente George Washington, un noto proprietario di schiavi in Virginia). Il padrone di Scott si trasferì dalla Virginia al Missouri, uno stato schiavista. Egli fu venduto a John Emerson, un chirurgo dell’esercito degli Stati Uniti. Nel 1847, Scott, presentò una domanda contro Emerson, davanti al tribunale di St. Louis, per rivendicare la sua libertà. Scott e la sua famiglia vinsero il giudizio e la libertà in prima istanza ma questa decisione fu poi revocata dalla Corte Suprema del Missouri. Il caso arrivò dopo alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Nella sentenza della Corte, il presidente Roger Taney, schiavista, scrisse: “ Un negro libero di razza africana, i cui antenati sono stati portati in questo paese e venduti come schiavi, non è un cittadino, in direzione di quanto stabilito dalla Costituzione degli Stati Uniti”. Fui così che la Corte dichiarò che tutte le persone afrodiscendenti, liberi o schiavi, non erano cittadini e mai lo sarebbero stati.

La sentenza dichiarò incostituzionale anche il Compromesso del Missouri, un accordo che lo trasformava in Stato schiavista, ma stabiliva che i territori del nord degli Stati Uniti, un paese che stava sperimentando una rapida espansione, sarebbero stati territori liberi e la schiavitù proibita. La decisione nel caso di Dred Scott, aprì questi territori alla schiavitù e fu considerata una vittoria per gli Stati schiavisti del sud. La sentenza sorprese tutto il paese. Abramo Lincoln invocò la decisione nel suo famoso discorso, noto come la "Casa Divisa". "Credo che questo governo non possa continuare in modo permanente, essendo metà schiavo e metà libero”, affermò Lincoln.
La sentenza Dred Scott avrebbe aiutato Lincoln a divenire il futuro presidente e contribuirà a spingere il paese alla guerra civile.



Il professore john a. Powell (che scrive il suo nome in minuscolo) tiene corsi su Dred Scott. Powell ed è un docente di diritto e studi afro-americani  presso l’University of California, Berkeley. Egli nota un legame tra quella terribile sentenza e i problemi che stanno attualmente attraversando gli Stati Uniti. Powell mi ha detto: “ Non abbiamo pienamente riconosciuto i negri e altre persone come cittadini a pieno titolo, come persone intere”.
Le manifestazioni a Ferguson sorgono in parte, egli dichiara, perché “ la comunità negra soffre l’eccessivo controllo della polizia e non è protetta”.

Ferguson simboleggia le profonde divisioni razziali, che persistono oggi negli Stati Uniti. Dal 1980, la città è passata da una popolazione a maggioranza bianca a una di maggioranza nera. Tuttavia, il sindaco è bianco. Il consiglio comunale è composto principalmente da persone bianche, così come il Consiglio d’Istituto. L’evento più indicativo per le proteste è forse, che cinquanta dei cinquantatré agenti di polizia siano bianchi. Il pastore Michael McBride, de Berkeley, California, si è recato a Ferguson, organizzando la comunità dopo l’assassinio di Michael Brown. Fermandosi in piedi, davanti a un blindato della polizia,  ha affermato che la violenza di quest’ultima è sistematica ed è conseguenza della “ paura irrazionale degli uomini negri. Se si ha così paura degli uomini neri, allora, non dovrebbero esserci poliziotti nelle comunità negre”.
Gli abitanti di Ferguson chiedono giustizia per Michael Brown e l’arresto di Darren Wilson, l’agente di polizia che l’ha ucciso. Diversi collettivi chiedono che un procuratore speciale s’incarichi del caso, che si ritiri da Ferguson, la Guardia Nazionale e che il Dipartimento di Giustizia dia inizio a un’inchiesta su tutti i casi in cui la polizia abbia sparato su persone non bianche, disarmate.
Dred Scott perse la causa davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1857, ma nel tempo, conquistò la sua libertà da un altro padrone. Scott, purtroppo, morì di tubercolosi, un anno più tardi, nel 1858. A pochi chilometri dal luogo dove giacciono i suoi resti, in mezzo alla nube di gas lacrimogeni, ancora riecheggia l’eco della sua vita e della sua lotta.


 democracy now

(traduzione di Lia Di Peri)

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