La recente associazione delle Donne Giudici della Spagna ha presentato un manifesto dal titolo " 12 passi di Giustizia verso
l’Uguaglianza” nel quale identificano con chiarezza i loro obiettivi. Una
dichiarazione di principi per un mondo più giusto e più equo sottoscritto dalle
12 fondatrici giudici.
1. Non
una meno. La violenza di genere nasce
dalla disuguaglianza strutturale e beve dal modello di mascolinità egemonica. Vogliamo
mettere le nostre risorse al servizio della presa di coscienza e nel lavoro di
prevenzione del femminicidio da tutti i possibili fronti. Esigiamo dai governi
politici statali che garantiscano la protezione - senza soluzione di continuità
- di tutte le donne e la finiscano con i vuoti e chiusi discorsi che condannano
la metà dell'umanità: difendiamo da adesso la giustizia e libertà per tutte.
2. Statuto
della Vittima del Delitto. E’ un nuovo strumento legale in vigore dall'ottobre
2015, che beneficerà soprattutto le vittime di reati con un impatto di genere. Questo
statuto prevede per la prima volta, un catalogo dei diritti procedurali ed
extra-procedurali a favore delle vittime di reati, che parte dal riconoscimento
della dignità delle vittime, la difesa dei loro beni materiali e morali e, di
conseguenza, l'intero della società.
https://www.boe.es/diario_boe/txt.php?id=BOE-A-2015-4606.
Chiediamo l’assegnazione urgente di risorse umane e materiali necessari per la sua applicazione effettiva e reale. Non vogliamo leggi incompiute o,cosa è lo stesso, privi dei mezzi necessari affinché siano una realtà.
Chiediamo l’assegnazione urgente di risorse umane e materiali necessari per la sua applicazione effettiva e reale. Non vogliamo leggi incompiute o,cosa è lo stesso, privi dei mezzi necessari affinché siano una realtà.
3. Sextortion
(Estorsione sessuale), un nuovo concetto per un vecchio male. Proponiamo uno
specifico regolamento penale per questo fenomeno che è l’abuso di potere nel
concedere un beneficio in cambio di sesso. Una vecchia e disgustosa pratica
maschile che si alimenta con donne e bambine di tutto il mondo, preferibilmente
in situazione di necessità che li rende ancora più vulnerabili davanti a quest’abominevole
atto. Non possiamo avanzare verso l’uguaglianza, indebolendo la libertà
sessuale femminile.
4. Il
doppio impatto della guerra sulle donne e le bambine. Le Guerre e conflitti armati
sono particolarmente crudeli con le donne e le bambine. Si usa contro esse
violenza sessuale come arma di guerra e rappresentano la maggioranza degli
sfollati e dei rifugiati. Tale impatto non è tradotto, nonostante il suo valore
e la capacità nella loro partecipazione alla soluzione del conflitto e nel
successivo monitoraggio, il che rende difficile riparare i diritti violati,
accresce le disuguaglianze e l'accesso alle opportunità di ricostruzione.
Chiediamo la necessaria inclusione e partecipazione delle donne alla risoluzione dei conflitti dalla fase della trattativa fino all’attuazione degli accordi raggiunti in condizioni di parità. La partecipazione delle donne nella costruzione e consolidamento della pace è essenziale per il recupero della comunità dopo il conflitto e perché l’armonia perduri nel tempo.
Chiediamo la necessaria inclusione e partecipazione delle donne alla risoluzione dei conflitti dalla fase della trattativa fino all’attuazione degli accordi raggiunti in condizioni di parità. La partecipazione delle donne nella costruzione e consolidamento della pace è essenziale per il recupero della comunità dopo il conflitto e perché l’armonia perduri nel tempo.
5. Educazione
e Formazione. Il "Rapporto di Monitoraggio sull'educazione per tutti nel
mondo" dell'UNESCO ha mostrato il divario educativo tra uomini e donne,
come indicato nel precedente rapporto del 2013. Due terzi dei quasi ottocento
milioni di analfabeti nel mondo sono donne. Nei paesi sviluppati la formazione
riduce il divario salariale tra uomini e donne, contribuendo a migliorare la
situazione delle famiglie.
Proponiamo l'inserimento nei piani educativi (della
Spagna) di programmi sulla parità di genere e misure di stimolo per ridurre la
dispersione scolastica e la collaborazione del nostro Paese con le
organizzazioni internazionali che promuovono la preparazione delle donne.
6. Breccia
Salariale. La Commissione europea descrive il divario salariale come la
"differenza media tra il salario degli uomini e donne per ora
lavorata", ma è molto di più: è la constatazione come il mercato del
lavoro sottovaluta il lavoro delle donne.
Consideriamo imprescindibile l’obbligatorietà dei piani di uguaglianza e
regolari controlli in materia salariale per le imprese con più di 50 dipendenti,
così come qualsiasi azienda che negozi con l’Amministrazione o riceva
sovvenzioni pubbliche.
7. Maternità,
paternità e conciliazione – Vogliamo politiche attive per un'efficace conciliazione
tra lavoro e vita familiare. Conciliare non è una scelta. Conciliare non è
rinunciare. Conciliare è poter vivere una maternità e paternità responsabile in
armonia con le aspirazioni di donne e uomini. Proponiamo un’estensione del
concetto di maternità affinché le donne possano reintegrarsi nel lavoro dopo il
parto, senza la perdita dei diritti e aspettative professionali e in condizioni
vantaggiose per il neonato, nel pieno rispetto per l'allattamento al seno e la
maturità biologica dei/delle figl*.
Proponiamo un prolungamento dl congedo paternale, con conseguenti effetti positivi sulla parità di genere in casa e al lavoro, favorendo cambiamenti nelle relazioni e nella percezione dei ruoli genitoriali così come gli stereotipi prevalenti.
Proponiamo un prolungamento dl congedo paternale, con conseguenti effetti positivi sulla parità di genere in casa e al lavoro, favorendo cambiamenti nelle relazioni e nella percezione dei ruoli genitoriali così come gli stereotipi prevalenti.
8. Molestia
sessuale occupazionale. La molestia
sessuale sul posto di lavoro è considerata dal Comitato per l'eliminazione di
tutte le forme di discriminazione contro le donne, raccomandazione del 1992,
come una forma di discriminazione sulle donne, oltre ad essere un problema per
la loro salute e sicurezza sul posto di lavoro. Tuttavia, la causa di
discriminazione contro le donne continua a essere presente sul posto di lavoro,
e porta per le donne che la subiscono importanti conseguenze psichiche, che
comporta il silenzio sulla molestia sessuale per paura di non essere credute.
Tali situazioni devono essere totalmente sradicate per garantire il diritto costituzionale di uguaglianza, senza prevalenza di qualsiasi discriminazione per ragioni di sesso.
Tali situazioni devono essere totalmente sradicate per garantire il diritto costituzionale di uguaglianza, senza prevalenza di qualsiasi discriminazione per ragioni di sesso.
Chiediamo l'adozione di misure
di prevenzione, supporto e visibilità. E 'necessario rafforzare le norme che
disciplinano il divieto di molestie sessuali sul lavoro, per ottenere la
massima efficienza e attuare misure di sostegno psicoterapeutico, mediante
unità mediche specializzate che insieme all’assistenza legale gratuita
facilitino la denuncia della molestia sessuale sul lavoro.
9. La
femminilizzazione professionale e le condizioni del lavoro. La donna è
pienamente integrata nel mercato del lavoro (spagnolo) ma le sue condizioni
lavorative sono ancora inferiori rispetto al collettivo maschile e la
contrattazione collettiva è uno degli strumenti per avanzare in questa materia.
Esistono settori femminilizzati che hanno condizioni lavorative precarie e nei
settori che servono lo stesso numero di uomini e donne, ci sono categorie /
posti di lavoro femminilizzati che, comparativamente, hanno condizioni di
lavoro più precarie. Pertanto, è necessario realizzare uno sforzo formativo e d’informazione
per superare questa situazione e ottenere che, mediante la contrattazione
collettiva, si stabiliscano sistemi di valutazione del posto di lavoro, di
classificazione professionale e di promozione professionale che favoriscano
entrambi i sessi.
10. Contro
la doppia discriminazione delle donne migranti. Le drammatiche circostanze
nelle quali centinaia di migliaia di persone intraprendono un progetto migratorio
sono particolarmente umilianti nel caso delle donne e delle bambine. Alla fuga
dalla fame, dalla miseria e dalla guerra, si aggiunge una situazione di
assoluta vulnerabilità in cui le donne sono spesso trattate come una merce
soggetta a sfruttamento lavorativo o sessuale. Una volta che raggiungono la
loro destinazione questa situazione, si perpetua, in modo che in una terra di presunta
libertà sono destinate a riprodurre gli stessi modelli di dominio da quali hanno cercato di fuggire. Di fronte a ciò c’è bisogno di una reazione urgente
ed efficace.
E 'necessario che nelle politiche di asilo si tenga in conto il rischio di discriminazione di genere, come fattore determinante per la concessione, in un modo molto più ampio rispetto a ciò che prevede l’attuale legislazione. Devono concretarsi le possibilità di attuazione in materia di protezione delle donne vittime della Tratta di esseri umani, così come per gli organismi competenti a conferire questo status, oggi esclusivamente nelle mani della polizia.
E 'necessario che nelle politiche di asilo si tenga in conto il rischio di discriminazione di genere, come fattore determinante per la concessione, in un modo molto più ampio rispetto a ciò che prevede l’attuale legislazione. Devono concretarsi le possibilità di attuazione in materia di protezione delle donne vittime della Tratta di esseri umani, così come per gli organismi competenti a conferire questo status, oggi esclusivamente nelle mani della polizia.
Devono svilupparsi politiche
attive d’integrazione delle donne migranti, in modo da garantire che il cambiamento
ipotizzato non si limiti a un semplice movimento fisico, ma costituisca l'occasione
per una reale uguaglianza.
11. Le
donne nella magistratura e la loro sotto-rappresentazione nei posti di alta
responsabilità. Delle 5352 che attualmente fanno parte della magistratura, il
52 per cento sono donne e il 48 per cento uomini. L'età media mostra una
differenza minima tra uomini e donne (19,2 anni per gli uomini e 14,4 anni per
le donne). Solo il 13 per cento delle persone che compongono la Corte Suprema
sono donne.E nel novero dei giuristi di riconosciuta
competenza, le 13 persone che hanno accesso alla Corte Suprema, sono uomini e
non è stata nominata nessuna donna.
Chiediamo che negli spazi di designazione discrezionali nella magistratura, l'adozione di misure positive fino a che si equipari la rappresentanza di donne e uomini senza che l’anzianità sia un merito. A parità di meriti sarà nominata una donna a occupare detti spazi.
Chiediamo che negli spazi di designazione discrezionali nella magistratura, l'adozione di misure positive fino a che si equipari la rappresentanza di donne e uomini senza che l’anzianità sia un merito. A parità di meriti sarà nominata una donna a occupare detti spazi.
12. Visibilizzazione
femminile nel linguaggio. Il linguaggio è più delle parole. Esso è il riflesso del
pensiero ed è lo strumento attraverso il quale non solo si nomina la realtà, ma
s’interpreta. Il linguaggio androcentrico è il riflesso di una realtà nella
quale l’uomo è la misura di tutte le cose e noi donne siamo l’eccezione alla
regola di espressione universale, trasformando il femminile in qualcosa d’inferiore
o subordinato. L'uso del maschile riproduce e occulta la disuguaglianza tra
uomini e donne. Il linguaggio non sessista può diventare un potente strumento
per il cambiamento. Proponiamo che, nell’ambito di tutte le amministrazioni
pubbliche ma, soprattutto, nel campo della giustizia, si adottino politiche
che promuovano ed esigano l’uso non sessista del linguaggio in tutta la
documentazione.
Chiediamo che la normativa attuale e quella futura sradichi
tutte le forme di linguaggio androcentrico.
Le partecipanti dell'Associazione delle Donne Giudici
della Spagna (AMJE). Novembre 2015.
(traduzione a cura di Lia Di Peri)
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