lunedì 22 agosto 2011

Erotismo in pastiglie: pillola azzurra o rosa?

di ANA G. MAÑAS e J. LEJÁRRAGA (Sessuologi)

La medicalizzazione è il processo attraverso il quale si definiscono e si approcciano problemi medici, generalmente in termini di malattia e disturbo, mediante il linguaggio, il quadro teorico e l'intervento.
Negli ultimi tempi, i processi di base della sessuazione, come la calvizia, la sindrome pre-mestruale e la menopausa sono state viste come malattie che necessitano di cure.

Secondo quanto rigorosamente documentato da Ray Moynihan in Sex, Lies and Pharmaceuticals  (Sesso Bugie e Farmaceutica) del 2010, le case farmaceutiche hanno ampliato i limiti di ciò che si deve intendendere per malattia, ingannando sui meccanismi di legittimazione scientifica fino al punto di incoraggiare la creazione di (nuove) malattie, per promuovere l'esistenza di farmaci atti a curare i presunti sintomi.
Creato come farmaco per l'angina pectoris per la sua funzione vasodilatatoria, nel 1998 si commercializza il Viagra come facilitatore dell'erezione, limitato agli uomini di più di 60 anni con diabete o problemi di prostata. Ben presto le case farmaceutiche ampliano la loro clientela  quasi ad ogni uomo che abbia una qualche difficoltà di erezione, trasformandolo implicitamente in una droga ricreativa.

Si presuppone l'esistenza di un prototipo di ciò che è l'erezione "normale" e si patologizza le deviazioni a quel prototipo inesistente, generando incertezza negli uomini sulla loro performance erettile e, quindi, come amanti e persone capaci di mantenere relazioni di coppia soddisfacenti.

Si costruisce così un'idea di incontro erotico limitata all'erezione e alla penetrazione vaginale,rafforzando il modello di copula con guide chiare da seguire dettate dalla naturalizzazione del desiderio e la perpetuazione della specie. Tutto questo con operazioni di marketing supportato dai mass media e dall'elite sportiva che suggeriscono l'idea che l'uomo, per essere più uomo, deve competere sia con gli altri che con se stesso.


La metà non ripete

Mentre nella pubblicità si estendono senza fondamento gli effetti del Viagra,che da semplice vasodilatatore è passato ad infallibile potenziatore dell'armonia ed intimità della coppia, vengono fuori alcune delle sue conseguenze: donne insoddisfatte, che sembrano necessitare di qualcosa di più di un'erezione per godere e uomini che non ripetono ( la metà di coloro che lo provano,secondo i dati della società che lo commercializza).
Tuttavia,l'avidità  riscuotitrice dell'industria farmaceutica prova ad inculcare che gli uomni senza erezione possono fare sesso  solo con donne senza desiderio, per cui è fondamentale per tutt* prendere la propria pillola. Così la ricerca di un 'Viagra rosa'(Intrinsa - farmaco che contiene testosterone, per la bassa libido delle donne)) fa la sua comparsa nelle ricerche. Si impianta la mentalità della pillola azzurra all'erotismo femminile,partendo dal presupposto che laddove ci sia vasodilatazione, ci sarà eccitazione e, quindi, desiderio sessuale.

Dopo il fallimento della pezza di testosterone, chiamato Intrinsa (il placebo risultò essere egualmente efficace), le industrie farmaceutiche hanno concluso che il desiderio femminile è più complesso, costruendo il desiderio maschile  come più "facile" e negando ancora una volta le differenze qualitative tra le modalità maschili e femminili dell'erotismo: mentre il desiderio maschile (spesso nell'erotico di molti uomini e alcune donne) può nutrirsi dei propri segni di eccitamento, come l'erezione,il desiderio femminile (di molte donne e pochi uomini) necessita di fattori esterni contestuali e segni di eccitazione come la lubrificazione non sono sufficienti per innescarla, secondo studi recenti.

Senza ' Viagra femminile'.

Più tardi, si è cercato di cambiare direzione alterando il funzionamento dei neurotrasmettitori ( Flibanserin - molecola capace di risvegliare il desiderio femminile). Dopo una potente campagna pubblicitaria che celebrava la nascita di un rimedio per il desiderio femminile, concepito ora come patologico(inibito, ipoattivo), nell'ottobre del 2010 hanno tagliato le ali alla gallina dalle uova d'oro.
La FDA (Food and Drug Administration), l'agenzia di regolamentazione dei farmaci negli Stati Uniti, ha respinto la sua approvazione.
La casa famaceutica che lo stava commercializzando ha annunciato che non continuerà a svilupparlo. Tanto erano sicuri della sua efficacia e sicurezza...

In breve: non solo assistiamo ad una medicalizzazione della sessualità,ma ad un riduzionismo biologico nella comprensione dell'erotismo che nasconde o minimizza i fattori contestuali ed interattivi, così come le differenza tra i sessi,non solo tra uomini e donne, ma quelli esistenti tra i corpi  e i desideri di tutti gli individui sessuati.
Accettare la diversità come fonte di ricchezza e attrazione, accettare i processi di invecchiamento come qualcosa di inevitabile, non presupporre l'esistenza di una funzione "normale" o "adeguata" a cui tutti gli individui dovrebbero omologarsi ci aiuta a vivere il processo di sessuazione e l'incontro in modo più soddisfacente.


Fonte Diagonal

(traduzione di Lia Di Peri)





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