domenica 16 ottobre 2011

Cinquant'anni fa, il massacro dei lavoratori algerini.

Il 17 ottobre del 1961, a Parigi, mentre proseguiva la guerra in Algeria,centinaia di lavoratori algerini furono massacrati dalla polizia francese su ordine del prefetto Maurice Papon, al quale il governo aveva dato carta bianca per agire contro la manifestazione algerina prevista per quel giorno.

Dodici giorni prima, il prefetto di polizia aveva vietato agli algerini di circolare per le strade di Parigi e nella provincia parigina dalle 20,30 alle 5,30 del mattino e ordinato che i locali che vendevano bibite dovevano chiudere alle 19,00. Aveva anche proibito di uscire in gruppo, anche piccolo,ma soltanto uno alla volta.
Per rispondere a questo coprifuoco l'FLN, indisse una manifestazione pacifica a Parigi per il 17 ottobre. Alle porte di Parigi, all'arrivo degli autobus dalla periferia,i poliziotti erano pronti a riceverli. Gli algerini furono picchiati selvaggiamente con i calci dei fucili e manganellati in testa, sui denti, sugli occhi, sul ventre. Ovunque i manifestanti si concentravano per sfilare, senza un'arma, né bastoni i poliziotti li attendevano per colpirli selvaggiamente, molestarli  e aprire il fuoco sui gruppi che si andavano via via formando. In una notte, più di diecimila algerini furono arrestati, ammassati nei furgoni della polizia e visto che non erano sufficienti, negli autobus requisiti alla Rete municipale come diciannove anni prima, per la retata del Velodromo  d'inverno di sinistra memoria.
Nel Palazzo dello Sport, nel  Parc des Expositions, nello stadio Coubertin,a Vicennes,i lavoratori algerini furono ricoverati per diversi giorni in spaventose condizioni igienico- sanitarie, rmanendo sempre bersaglio della  violenza della polizia.
Alcuni furono giustiziati, strangolati, impiccati nei boschi parigini, altri non sopravvissero alle ferite e nei giorni seguenti, decine di cadaveri furono trovati nella Senna alcuni con le mani e i piedi legati.
Il governo il giorno dopo dava un bilancio ufficiale di due morti tra i manifestanti e di due feriti  da arma da fuoco tra le forze dell'ordine!
Non si sa con esattezza quanto   siano stati i lavoratori algerini brutalmente assassinati, certamente più di duecento.
Nell'autunno del 1961, la guerra d'indipendenza durava già da sette anni, da quando il primo novembre 1954,i nazionalisti algerini scatenarono la lotta armata contro il colonialismo francese. La guerra aveva già causato centinaia di migliaia di vittime sul fronte algerino. Ma già nel mese di ottobre del '61 i due campi sapevano che l'indipendenza algerina era soltanto una questione di mesi. Le negoziazioni ufficiali erano state aperte tra il governo francese e  quello provvisorio della Repubblica algerina ( GPRA)

Il massacro occultato.


La guerra coloniale e le sue atrocità tuttavia continuavano. Il governo francese voleva restare in una posizione di forza per proteggere gli interessi  dei suoi capitalisti nella futura Algeria indipendente. L'FLN dal canto suo doveva dimostrare di essere capace di molbilitare gli algerini,anche in Francia e questo fu uno degli obiettivi della manifestazione del 17 ottobre. La guerra fece irruzione in  Francia con la brutale repressione della polizia di Papon.
Centocinquantamila lavoratori algerini vivevano a Parigi e dintorni, per lo più uomini le cui famiglie erano in Algeria. Vivevano in baracche, molti in una sola stanza, spesso isolati dalla popolazione e dai lavoratori francesi.
(...)
Dopo il 17 ottobre, l'FLN invitò la sinistra francese ad organizzare il 1° novembre, una manifestazione di protesta contro la repressione ed esigere la fine della guerra. Nessuno rispose. Si dovette aspettare l'8 febbraio 1962 per vedere convocata una manifestazione, in risposta all'attentato dell'OAS, dove la sinistra dovette affrontare lo scoppio della violenza della polizia, che causò otto morti nella metrò di Charonne.
Cinquant'anni dopo, i crimini della polizia francese di quel 17 ottobre  sono tuttora occultati dal silenzio dello Stato.
E' necessario che non siano dimenticati.

Un gruppo di associazioni e di partiti politici ha convocato una manifestazione per ricordare quel 17 ottobre  e chiedere " che le più alte autorità della Repubblica riconoscano il massacro commesso dalla polizia parigina il 17 ottobre del 1961  e nei giorni seguenti, come crimine di Stato.

Lutte ouvrière appoggia questa manifestazione.

Lutte ouvriere

(traduzione di Lia Anita Di Peri Silviano)


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