Il 17 ottobre del 1961, a Parigi, mentre proseguiva la guerra in
Algeria,centinaia di lavoratori algerini furono massacrati dalla polizia
francese su ordine del prefetto Maurice Papon, al quale il governo
aveva dato carta bianca per agire contro la manifestazione algerina
prevista per quel giorno.
Dodici giorni prima, il prefetto
di polizia aveva vietato agli algerini di circolare per le strade di
Parigi e nella provincia parigina dalle 20,30 alle 5,30 del mattino e
ordinato che i locali che vendevano bibite dovevano chiudere alle 19,00.
Aveva anche proibito di uscire in gruppo, anche piccolo,ma soltanto uno
alla volta.
Per rispondere a questo coprifuoco l'FLN, indisse una
manifestazione pacifica a Parigi per il 17 ottobre. Alle porte di
Parigi, all'arrivo degli autobus dalla periferia,i poliziotti erano
pronti a riceverli. Gli algerini furono picchiati selvaggiamente con i
calci dei fucili e manganellati in testa, sui denti, sugli occhi, sul
ventre. Ovunque i manifestanti si concentravano per sfilare, senza
un'arma, né bastoni i poliziotti li attendevano per colpirli
selvaggiamente, molestarli e aprire il fuoco sui gruppi che si andavano
via via formando. In una notte, più di diecimila algerini furono
arrestati, ammassati nei furgoni della polizia e visto che non erano
sufficienti, negli autobus requisiti alla Rete municipale come
diciannove anni prima, per la retata del Velodromo d'inverno di
sinistra memoria.
Nel Palazzo dello Sport, nel Parc des
Expositions, nello stadio Coubertin,a Vicennes,i lavoratori algerini
furono ricoverati per diversi giorni in spaventose condizioni igienico-
sanitarie, rmanendo sempre bersaglio della violenza della polizia.
Alcuni
furono giustiziati, strangolati, impiccati nei boschi parigini, altri
non sopravvissero alle ferite e nei giorni seguenti, decine di cadaveri
furono trovati nella Senna alcuni con le mani e i piedi legati.
Il
governo il giorno dopo dava un bilancio ufficiale di due morti tra i
manifestanti e di due feriti da arma da fuoco tra le forze dell'ordine!
Non si sa con esattezza quanto siano stati i lavoratori algerini brutalmente assassinati, certamente più di duecento.
Nell'autunno
del 1961, la guerra d'indipendenza durava già da sette anni, da quando
il primo novembre 1954,i nazionalisti algerini scatenarono la lotta
armata contro il colonialismo francese. La guerra aveva già causato
centinaia di migliaia di vittime sul fronte algerino. Ma già nel mese di
ottobre del '61 i due campi sapevano che l'indipendenza algerina era
soltanto una questione di mesi. Le negoziazioni ufficiali erano state
aperte tra il governo francese e quello provvisorio della Repubblica
algerina ( GPRA)
Il massacro occultato.
La
guerra coloniale e le sue atrocità tuttavia continuavano. Il governo
francese voleva restare in una posizione di forza per proteggere gli
interessi dei suoi capitalisti nella futura Algeria indipendente. L'FLN
dal canto suo doveva dimostrare di essere capace di molbilitare gli
algerini,anche in Francia e questo fu uno degli obiettivi della
manifestazione del 17 ottobre. La guerra fece irruzione in Francia con
la brutale repressione della polizia di Papon.
Centocinquantamila
lavoratori algerini vivevano a Parigi e dintorni, per lo più uomini le
cui famiglie erano in Algeria. Vivevano in baracche, molti in una sola
stanza, spesso isolati dalla popolazione e dai lavoratori francesi.
(...)
Dopo
il 17 ottobre, l'FLN invitò la sinistra francese ad organizzare il 1°
novembre, una manifestazione di protesta contro la repressione ed
esigere la fine della guerra. Nessuno rispose. Si dovette aspettare l'8
febbraio 1962 per vedere convocata una manifestazione, in risposta
all'attentato dell'OAS, dove la sinistra dovette affrontare lo scoppio
della violenza della polizia, che causò otto morti nella metrò di
Charonne.
Cinquant'anni dopo, i crimini della polizia francese di quel 17 ottobre sono tuttora occultati dal silenzio dello Stato.
E' necessario che non siano dimenticati.
Un
gruppo di associazioni e di partiti politici ha convocato una
manifestazione per ricordare quel 17 ottobre e chiedere " che le più
alte autorità della Repubblica riconoscano il massacro commesso dalla
polizia parigina il 17 ottobre del 1961 e nei giorni seguenti, come
crimine di Stato.
Lutte ouvrière appoggia questa manifestazione.
Lutte ouvriere
(traduzione di Lia Anita Di Peri Silviano)
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