da Margot Badran
Continuo in questa descrizione dell'esperienza spagnola commentando un incidente che ha richiamato l'attenzione,tanto al livello locale che globale, relativo alla violenza di genere nel nome dell'Islam e dei suoi derivati: Chi ha l'autorità e l'autenticita? o in altre parole, quale Islam e in quale contesto politico e sociale?
Questi temi sono al centro della preoccupazione femminista islamica transnazionale.
Prima di continuare, vorrei accennare brevemente agli sforzi delle femministe laiche e islamiche per lottare contro la violenza di genere. Nel sud del Mediterraneo, la egiziana Nawal al-Saadawi, medico e femminista, scrisse nel 1972 un libro intitolato al-wa al-Jins mar'a ( la donna e il genere) che creò un grande scandalo e le costò la perdita del lavoro. l'autora affronta la questione della violenza di genere nell'ambito della famiglia,con particolare attenzione ai casi che aveva seguito come medico. Al Saadawi afferma categoricamente in questo libro che l'islam si oppone a questa violenza, ma che tuttavia non fornisce nessun argomento religioso specifico che condanni questa pratica 28.
Tre decenni più tardi, le teoriche del femminismo islamico, specialmente Riffat Hassan, Amina Wadud e Asma Barlas, insieme ad altre hanno fornito gli argomenti mediante il loro tafsir del Corano. Concentrandosi sulla violenza di genere di tutti i giorni,la violenza domestica, queste autore esaminano gli stessi versi che gli uomini hanno utilizzato per giustificare il maltrattamento della moglie.Come previsto arrivarono ad una conclusione completamente opposta.
L'organizzazione malese Sisters in Islam ha portato questo messaggio ad un pubblico più vasto attraverso un libro scritto in modo semplice e facile da capire intitolato E' permesso nell'Islam colpire la moglie? 29. L'episodio accaduto in Spagna ha portato alla luce una serie di questioni e la conseguente opposizione, quando Mohamed Kamal Mustafa pubblicò il libro La donna nell'Islam, dove nel capitolo " Questioni dubbiose" afferma che picchiare la moglie è consentito nel Corano 30. Questa affermazione nel suo lobro che ha venduto tremila copie, causò una risposta da diversi settori, incluse le organizzazioni mussulmane An-Nisá, l' Asociación Cultural Inshal-lâh e l' Asociación Baraka. La Federazione Spagnola dell'Entità Religiose Islamiche (FEERI) gli chiese una correzione, che egli rifiutò sostenendo che era una delle poche persone in Spagna qualificate per elaborare una fatwa o pronunciamenti religiosi ( Mustafa è docente in Studi Religiosi presso l'Università di al-Azhar ). Inoltre ha anche accusato di eresia chiunque lo criticasse.
Vaie organizzazioni mussulmane e di difesa dei diritti umani portarono il caso fino in tribunale, accusandolo di incitare alla violenza di genere. A sua difesa l'imam dichiarò che aveva agito in base alla sua religione e che il Corano permette di picchiare la moglie. Egli aveva semplicemente trascritto questo sacro permesso. Nella sua dichiarazione ha cercato di apparire affabile con la donna,assicurando che raccomandava che bisogna picchiarla dolcemente e come mezzo di disciplina, in modo che la donna sia obbedienete al marito.
Il tribunale ha chiesto di chiarire la posizione dell'Islam in questa materia. I testimoni, tra le quali Khadija Candela, presidente di An-Nisa, Mariam Cabezas, presidente di Inshal-lâh e Medhi Inshala Flores, segretario della FEERI, portarono solidi argomenti contro l'approvazione islamica della violenza domestica basandosi sulle loro letture del Corano e hadith (detti del Profeta Muhammad). Il manifesto redatto alla terza conferenza dei musulmani, svoltosi a Cordoba nel 2002, che garantiva che gli abusi fisici e psicologici erano stati proibiti dall'Islam, è stato uno dei documenti depositati presso il tribunale. Era chiaro che c'era un altro modo, ben documentato, per capire l'Islam e la sua posizione in materia. Il giudice concluse che Mustafa Kamal aveva fornito la sua opinione personale e che non si trattava di una posizione conclusiva dell'Islam, né della sua dottrina, come aveva assicurato l'accusato. Sulla base del codice penale e sull'articolo 15 della Costituzione, che vieta trattamenti inumani e degradanti, l'imam fu condannato.
Per i mussulmani progressisti, il giudizio è stato considerato una vittoria per la giustizia di genere e i diritti umani. L'incidente è anche servito perché molti spagnoli ribadiscono la loro convinzione che l'Islam sia una religione maschilista e ha tirato fuori antiche paure e stereotipi e considerevoli umiliazioni per l'islam e i mussulmani. La realtà del femminismo islamico è molto difficle da accettare per la maggior parte delle occidentali, tra queste le cosiddette liberali,così come per i mussulmani conservatori,quantunque ovviamente, differiscano nei motivi.
Questo caso ha evidenziato una serie di elementi critici. Oppone l'interpretazione della religione ( attraverso la lettura del Corano, l'hadith e il fiqh o giurisprudenza) ad una dottrina chiara e indiscutibile. Ha anche causato una ri-articolazione dell'interpretazione elaborata in forma lucida dell'esegesi del femminismo islamico come Barlas e Wadud, che dimostrano che il Corano non permette la violenza fisica,né psichica nei confronti di qualsiasi essere umano. La loro interpretazione rileva che i più alti principi dell'uguaglianza e dignità di ogni essere umano scritti nel Corano prevalgono su alcuni passaggi che potrebbero suggerire il contrario. Le tre religioni abramiche possono essere lette in maniera da giustificare il patriarcato o, al contrario, in modo egualitario, come hanno dimostrato le teologie della liberazione cristiana ed ebrea.
Se l'Islam deve rispondere a un tempo e luogo particolare,come le altre religioni,mentre deve restare coerente con i suoi obiettivi,deve essere letto in modo che abbia senso nel contesto sociale del momento. Molte pratiche, comuni nelle società patriarcali sono oggi intollerabili, molte delle quali vietate dalla legge.Il verdetto nel caso dell'imam di Fuengirola mostra come un'interpretazione illuminata dell'islam,insieme alla legge spagnola,possono fornire giustizia e prevenire la violenza di genere.
La questione dell'autoritità è diventata l'epicentro. Mustafa aveva citato le sue credenziali dell'Università di al- Azhar e il suo status di 'alim ( singolare di ulema) o di esperto religioso con autorità.Aveva affermato che era una delle poche persone nel paese autorizzato a parlare di Islam. Ma nell'Islam non esiste un clero istituzionalizzato e tutti i credenti sono invitati attraverso la ijtihad o sforzo intellettuale a leggere il Corano e arrivare a capirlo.E' stato grazie a questo disconoscimento dell'autorità dell'imam che altri mussulmani hanno testimoniato nel processo.
Come già accennato,negli ultimi decenni sono sorte nel mondo mussulmano persone che non sono specialiste in scienze religiose, ma che provengono da varie discipline ( scienze sociali,medicina, ingegneria, scienze naturali...) che sono riuscite ad interpretare con cura il Corano e più fonti religiose i cui risultati sono diventati autorità accettate. Alcune di queste persone, uomini e donne,hanno anche ricevuto un'istruzione di più alto livello nelle scienze religiose. Nel paese di Mustafa, l'Egitto, le donne sono professore di scienze religiose all'Università di al-Azhar, la stessa istituzione che dato il dottorato alimam di Fuengirola.
L'apologia al maltrattamento delle donne dovrebbe essere letto nel contesto della lettura patriarcale dell'Islam. Se un marito picchia la moglie è per sottometterla alla sua autorità. Come dice il Corano - entrambi i coniugi - chiamati zawj o partner sono amici e potettori reciproci. In Marocco, uno dei paesi d'origine della maggior parte dei migranti in Spagna, il Codice Penale (Mudawwana) basato sulla sharia fu riformato nel 2004 per assicurare che entrambi i coniugi fossero egualmente capifamiglia.. Ampliò anche le possibilità della donna di divorziare (così come è stato fatto nel 2002 in Egitto).
Se una moglie è "testarda" probabilmente riguarda un problema nella coppia. Nel Corano e nelle leggi fondate su di esso, applicabili nel Mediterraneo meridionale è possibile che la moglie possa chiedere di annullare il matrimonio. Che un marito forzi l'obbedienza della moglie mediante violenza o con la minaccia di abusarla, sfida i codici penali e quelli islamici e le letture della sharia che le supportano.
Le leggi marocchine basate sulle letture dell'islam, per esempio, si allontanano dal punto di vista di Mustafa. Tuttavia è vero che continuamente nascono pronunciamenti a favore del maltrattamento della moglie in nome dell'Islam, fatti normalmente da ulema conservatori dei paesi a maggioranza mussulmana e che circolano nei mezzi di comunicazione mondiali. Tra questi si trova Yusuf al-Qaradawi (anch'egli originario dell'Egitto ed istruito ad al-Azhar). Fondatore del Consiglio europeo per la Fatwa e l'Indagine, con sede a Dublino,attualmente residente nel Qatar. Le interpretazioni di al-Qaradawi sono promosse attraverso il suo sito web Islamonline e nel suo libro The lawful and the prohibited: The future civilization, pubblicato nel 1984 e tuttavia ancora frequentemente citato.
Questo tipo di opinioni sono state perpetuate da Mustafa nel suo libro pubblicato in Spagna, che a loro volta, sono le opinioni della maggioranza conservatrice delle società mussulmane, sia nei loro luoghi di origine,sia nei paesi dove sono emigrati. Il femminismo islamico, distrugge questa struttura, senza denigrare l'islam.
Pertanto considero i suoi principi e la loro attuazione il percorso che devono seguire le mussulmane.
Abdennur Prado rileva che il caso dell'imam di Fuengirola ha segnato una svolta nel femminismo islamico in Spagna. I mussulmani sono stati capaci di fare un passo avanti ed affermare la loro posizione aperta ed inequivocabile su ciò che pensavano circa la violenza contro la donna in nome dell'Islam. Le donne mussulmane non hanno nulla da perdere se rendono pubblica la loro posizione. Ma gli uomini mussulmani, che continuano ancorati alla cultura patriarcale, se la rifiutano, devono adottare una ferma posizione.
Conclusioni
Nella considerazione di come il femminismo islamico contribuirà alla creazione di una cultura nel nuovo Mediterraneo, mi sono concentrata sulla Spagna, dato che ha ospitato il Congresso Internazionale del Femminismo Islamico ed è un posto dove il femminismo cresce tra le nuove mussulmane, che in passato fu il centro di una civilizzazione islamica brillante dove fiorìil pluralismo culturale.
Esistono due forme di islam he concorrono in Spagna: la patriarcale conservatrice, rappresentata per esempiodall'imam di Fuengirola; un islam progressista introdotto da alcuni dei "nuovi" mussulmani.
A sua volta,ciascuna di queste correnti si è rafforzata all'esterno. Abbiamo visto come la promozione di un pensiero inaccettabile, che legittima la violenza contro la donnanel nome dell'islam viene sempre più contrastato con successo da un islam illuminato, promosso soprattutto dalle donne, insieme all'apparato legale dello Stato. L'Islam e la libertà religiosa devono essere rispettati, ma non gli atteggiamenti inaccettabili in nome di questa.
Inoltre il processo all'imam ha messo in discussione gli stereotipi sui mussulmani, quando è stato dimostrato che i principi dell'Islam difendono l'uguaglianza di genere - e non permette il maltrattamento delle donne, un fatto che viene spesso identificato con l'islam nella sua percezione negativa. Attraverso l'esposizione degli ideali islamici e la lotta contro la sua distorsione,l'islam nei paesi del nord del Mediterraneo potrà svolgere un ruolo nella c reazione di una nuova cultura molto più pluralista.
Utilizzando l'esempio di unico paese, mi chiedo come il femminismo islamico contribuirà a creare una cultura pan-mediterranea. Nel nord l'esperienza spagnola ci dà una via. Considero che questa versione dell'islam sia la via perseguibile verso la civile convivenza dei mussulmani come cittadini nei nuovi paesi, che permette di godere della loro libertà religiosa nel contesto del loro nuovo ambiente ( senza nascondere i problemi specifici di ciascun luogo). I mussulmani convertiti del nord Mediterraneo sono in una posizione particolare per aiutare a costruire questi ponti,come stanno già succedendo tra alcuni mussulmani ed altri,mentre che progettano e vivono un islam coerente per entrambi.
Nel sud, il femminismo islamico (insieme a quello secolare) vive in un contesto di regimi autoritari e repressivi e in società dove l'islamismo patriarcale guadagna terreno politico. Tuttavia, poco a poco contibuisce a geneare una società più democratica ed egualitaria.Cio si riflette in particolar modo sulle riforme del diritto di famiglia basato sulla sharia, così come sull'ingresso delle donne nelle professioni religiose di alto livello, dove si possono creare nuovi modi di comprensione dell'Islam.
L'islam del Mediterraneo consiste in maggioranza di comunità tradizionali nel sud e di nuove minoranze nel nord che influenzano il modo di essere mussulmano, il modo e il percorso del cambiamento.
Mediante lo scambio del pensiero femminista islamico e delle lezioni apprese dall'attivismo, si sta creando un nuovo islam su entrambe le sponde, a sua volta parti del nuovo Mediterraneo.
Note:
Questi temi sono al centro della preoccupazione femminista islamica transnazionale.
Prima di continuare, vorrei accennare brevemente agli sforzi delle femministe laiche e islamiche per lottare contro la violenza di genere. Nel sud del Mediterraneo, la egiziana Nawal al-Saadawi, medico e femminista, scrisse nel 1972 un libro intitolato al-wa al-Jins mar'a ( la donna e il genere) che creò un grande scandalo e le costò la perdita del lavoro. l'autora affronta la questione della violenza di genere nell'ambito della famiglia,con particolare attenzione ai casi che aveva seguito come medico. Al Saadawi afferma categoricamente in questo libro che l'islam si oppone a questa violenza, ma che tuttavia non fornisce nessun argomento religioso specifico che condanni questa pratica 28.
Tre decenni più tardi, le teoriche del femminismo islamico, specialmente Riffat Hassan, Amina Wadud e Asma Barlas, insieme ad altre hanno fornito gli argomenti mediante il loro tafsir del Corano. Concentrandosi sulla violenza di genere di tutti i giorni,la violenza domestica, queste autore esaminano gli stessi versi che gli uomini hanno utilizzato per giustificare il maltrattamento della moglie.Come previsto arrivarono ad una conclusione completamente opposta.
L'organizzazione malese Sisters in Islam ha portato questo messaggio ad un pubblico più vasto attraverso un libro scritto in modo semplice e facile da capire intitolato E' permesso nell'Islam colpire la moglie? 29. L'episodio accaduto in Spagna ha portato alla luce una serie di questioni e la conseguente opposizione, quando Mohamed Kamal Mustafa pubblicò il libro La donna nell'Islam, dove nel capitolo " Questioni dubbiose" afferma che picchiare la moglie è consentito nel Corano 30. Questa affermazione nel suo lobro che ha venduto tremila copie, causò una risposta da diversi settori, incluse le organizzazioni mussulmane An-Nisá, l' Asociación Cultural Inshal-lâh e l' Asociación Baraka. La Federazione Spagnola dell'Entità Religiose Islamiche (FEERI) gli chiese una correzione, che egli rifiutò sostenendo che era una delle poche persone in Spagna qualificate per elaborare una fatwa o pronunciamenti religiosi ( Mustafa è docente in Studi Religiosi presso l'Università di al-Azhar ). Inoltre ha anche accusato di eresia chiunque lo criticasse.
Vaie organizzazioni mussulmane e di difesa dei diritti umani portarono il caso fino in tribunale, accusandolo di incitare alla violenza di genere. A sua difesa l'imam dichiarò che aveva agito in base alla sua religione e che il Corano permette di picchiare la moglie. Egli aveva semplicemente trascritto questo sacro permesso. Nella sua dichiarazione ha cercato di apparire affabile con la donna,assicurando che raccomandava che bisogna picchiarla dolcemente e come mezzo di disciplina, in modo che la donna sia obbedienete al marito.
Il tribunale ha chiesto di chiarire la posizione dell'Islam in questa materia. I testimoni, tra le quali Khadija Candela, presidente di An-Nisa, Mariam Cabezas, presidente di Inshal-lâh e Medhi Inshala Flores, segretario della FEERI, portarono solidi argomenti contro l'approvazione islamica della violenza domestica basandosi sulle loro letture del Corano e hadith (detti del Profeta Muhammad). Il manifesto redatto alla terza conferenza dei musulmani, svoltosi a Cordoba nel 2002, che garantiva che gli abusi fisici e psicologici erano stati proibiti dall'Islam, è stato uno dei documenti depositati presso il tribunale. Era chiaro che c'era un altro modo, ben documentato, per capire l'Islam e la sua posizione in materia. Il giudice concluse che Mustafa Kamal aveva fornito la sua opinione personale e che non si trattava di una posizione conclusiva dell'Islam, né della sua dottrina, come aveva assicurato l'accusato. Sulla base del codice penale e sull'articolo 15 della Costituzione, che vieta trattamenti inumani e degradanti, l'imam fu condannato.
Per i mussulmani progressisti, il giudizio è stato considerato una vittoria per la giustizia di genere e i diritti umani. L'incidente è anche servito perché molti spagnoli ribadiscono la loro convinzione che l'Islam sia una religione maschilista e ha tirato fuori antiche paure e stereotipi e considerevoli umiliazioni per l'islam e i mussulmani. La realtà del femminismo islamico è molto difficle da accettare per la maggior parte delle occidentali, tra queste le cosiddette liberali,così come per i mussulmani conservatori,quantunque ovviamente, differiscano nei motivi.
Questo caso ha evidenziato una serie di elementi critici. Oppone l'interpretazione della religione ( attraverso la lettura del Corano, l'hadith e il fiqh o giurisprudenza) ad una dottrina chiara e indiscutibile. Ha anche causato una ri-articolazione dell'interpretazione elaborata in forma lucida dell'esegesi del femminismo islamico come Barlas e Wadud, che dimostrano che il Corano non permette la violenza fisica,né psichica nei confronti di qualsiasi essere umano. La loro interpretazione rileva che i più alti principi dell'uguaglianza e dignità di ogni essere umano scritti nel Corano prevalgono su alcuni passaggi che potrebbero suggerire il contrario. Le tre religioni abramiche possono essere lette in maniera da giustificare il patriarcato o, al contrario, in modo egualitario, come hanno dimostrato le teologie della liberazione cristiana ed ebrea.
Se l'Islam deve rispondere a un tempo e luogo particolare,come le altre religioni,mentre deve restare coerente con i suoi obiettivi,deve essere letto in modo che abbia senso nel contesto sociale del momento. Molte pratiche, comuni nelle società patriarcali sono oggi intollerabili, molte delle quali vietate dalla legge.Il verdetto nel caso dell'imam di Fuengirola mostra come un'interpretazione illuminata dell'islam,insieme alla legge spagnola,possono fornire giustizia e prevenire la violenza di genere.
La questione dell'autoritità è diventata l'epicentro. Mustafa aveva citato le sue credenziali dell'Università di al- Azhar e il suo status di 'alim ( singolare di ulema) o di esperto religioso con autorità.Aveva affermato che era una delle poche persone nel paese autorizzato a parlare di Islam. Ma nell'Islam non esiste un clero istituzionalizzato e tutti i credenti sono invitati attraverso la ijtihad o sforzo intellettuale a leggere il Corano e arrivare a capirlo.E' stato grazie a questo disconoscimento dell'autorità dell'imam che altri mussulmani hanno testimoniato nel processo.
Come già accennato,negli ultimi decenni sono sorte nel mondo mussulmano persone che non sono specialiste in scienze religiose, ma che provengono da varie discipline ( scienze sociali,medicina, ingegneria, scienze naturali...) che sono riuscite ad interpretare con cura il Corano e più fonti religiose i cui risultati sono diventati autorità accettate. Alcune di queste persone, uomini e donne,hanno anche ricevuto un'istruzione di più alto livello nelle scienze religiose. Nel paese di Mustafa, l'Egitto, le donne sono professore di scienze religiose all'Università di al-Azhar, la stessa istituzione che dato il dottorato alimam di Fuengirola.
L'apologia al maltrattamento delle donne dovrebbe essere letto nel contesto della lettura patriarcale dell'Islam. Se un marito picchia la moglie è per sottometterla alla sua autorità. Come dice il Corano - entrambi i coniugi - chiamati zawj o partner sono amici e potettori reciproci. In Marocco, uno dei paesi d'origine della maggior parte dei migranti in Spagna, il Codice Penale (Mudawwana) basato sulla sharia fu riformato nel 2004 per assicurare che entrambi i coniugi fossero egualmente capifamiglia.. Ampliò anche le possibilità della donna di divorziare (così come è stato fatto nel 2002 in Egitto).
Se una moglie è "testarda" probabilmente riguarda un problema nella coppia. Nel Corano e nelle leggi fondate su di esso, applicabili nel Mediterraneo meridionale è possibile che la moglie possa chiedere di annullare il matrimonio. Che un marito forzi l'obbedienza della moglie mediante violenza o con la minaccia di abusarla, sfida i codici penali e quelli islamici e le letture della sharia che le supportano.
Le leggi marocchine basate sulle letture dell'islam, per esempio, si allontanano dal punto di vista di Mustafa. Tuttavia è vero che continuamente nascono pronunciamenti a favore del maltrattamento della moglie in nome dell'Islam, fatti normalmente da ulema conservatori dei paesi a maggioranza mussulmana e che circolano nei mezzi di comunicazione mondiali. Tra questi si trova Yusuf al-Qaradawi (anch'egli originario dell'Egitto ed istruito ad al-Azhar). Fondatore del Consiglio europeo per la Fatwa e l'Indagine, con sede a Dublino,attualmente residente nel Qatar. Le interpretazioni di al-Qaradawi sono promosse attraverso il suo sito web Islamonline e nel suo libro The lawful and the prohibited: The future civilization, pubblicato nel 1984 e tuttavia ancora frequentemente citato.
Questo tipo di opinioni sono state perpetuate da Mustafa nel suo libro pubblicato in Spagna, che a loro volta, sono le opinioni della maggioranza conservatrice delle società mussulmane, sia nei loro luoghi di origine,sia nei paesi dove sono emigrati. Il femminismo islamico, distrugge questa struttura, senza denigrare l'islam.
Pertanto considero i suoi principi e la loro attuazione il percorso che devono seguire le mussulmane.
Abdennur Prado rileva che il caso dell'imam di Fuengirola ha segnato una svolta nel femminismo islamico in Spagna. I mussulmani sono stati capaci di fare un passo avanti ed affermare la loro posizione aperta ed inequivocabile su ciò che pensavano circa la violenza contro la donna in nome dell'Islam. Le donne mussulmane non hanno nulla da perdere se rendono pubblica la loro posizione. Ma gli uomini mussulmani, che continuano ancorati alla cultura patriarcale, se la rifiutano, devono adottare una ferma posizione.
Conclusioni
Nella considerazione di come il femminismo islamico contribuirà alla creazione di una cultura nel nuovo Mediterraneo, mi sono concentrata sulla Spagna, dato che ha ospitato il Congresso Internazionale del Femminismo Islamico ed è un posto dove il femminismo cresce tra le nuove mussulmane, che in passato fu il centro di una civilizzazione islamica brillante dove fiorìil pluralismo culturale.
Esistono due forme di islam he concorrono in Spagna: la patriarcale conservatrice, rappresentata per esempiodall'imam di Fuengirola; un islam progressista introdotto da alcuni dei "nuovi" mussulmani.
A sua volta,ciascuna di queste correnti si è rafforzata all'esterno. Abbiamo visto come la promozione di un pensiero inaccettabile, che legittima la violenza contro la donnanel nome dell'islam viene sempre più contrastato con successo da un islam illuminato, promosso soprattutto dalle donne, insieme all'apparato legale dello Stato. L'Islam e la libertà religiosa devono essere rispettati, ma non gli atteggiamenti inaccettabili in nome di questa.
Inoltre il processo all'imam ha messo in discussione gli stereotipi sui mussulmani, quando è stato dimostrato che i principi dell'Islam difendono l'uguaglianza di genere - e non permette il maltrattamento delle donne, un fatto che viene spesso identificato con l'islam nella sua percezione negativa. Attraverso l'esposizione degli ideali islamici e la lotta contro la sua distorsione,l'islam nei paesi del nord del Mediterraneo potrà svolgere un ruolo nella c reazione di una nuova cultura molto più pluralista.
Utilizzando l'esempio di unico paese, mi chiedo come il femminismo islamico contribuirà a creare una cultura pan-mediterranea. Nel nord l'esperienza spagnola ci dà una via. Considero che questa versione dell'islam sia la via perseguibile verso la civile convivenza dei mussulmani come cittadini nei nuovi paesi, che permette di godere della loro libertà religiosa nel contesto del loro nuovo ambiente ( senza nascondere i problemi specifici di ciascun luogo). I mussulmani convertiti del nord Mediterraneo sono in una posizione particolare per aiutare a costruire questi ponti,come stanno già succedendo tra alcuni mussulmani ed altri,mentre che progettano e vivono un islam coerente per entrambi.
Nel sud, il femminismo islamico (insieme a quello secolare) vive in un contesto di regimi autoritari e repressivi e in società dove l'islamismo patriarcale guadagna terreno politico. Tuttavia, poco a poco contibuisce a geneare una società più democratica ed egualitaria.Cio si riflette in particolar modo sulle riforme del diritto di famiglia basato sulla sharia, così come sull'ingresso delle donne nelle professioni religiose di alto livello, dove si possono creare nuovi modi di comprensione dell'Islam.
L'islam del Mediterraneo consiste in maggioranza di comunità tradizionali nel sud e di nuove minoranze nel nord che influenzano il modo di essere mussulmano, il modo e il percorso del cambiamento.
Mediante lo scambio del pensiero femminista islamico e delle lezioni apprese dall'attivismo, si sta creando un nuovo islam su entrambe le sponde, a sua volta parti del nuovo Mediterraneo.
Note:
(traduzione di Lia Anita Di Peri Silviano)
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