In meno di due anni sono state sequestrate più di 105 giovani donne, denunciano le madri delle vittime.
Obbligate a prostituirsi o a vendere droga.
La
scomparsa di donne in Apocada, Nuovo Leon (Messico), stava diventando
lentamente un evento di routine da quando Los Zetas si sono impadroniti
di uno dei Comuni con maggiore popolazione e marginalizzazione.
Alcune
sono state sequestrate per strada, scelte a caso,per il loro aspetto;
altre sono state rapite dallo loro case con armi e minacce; il resto
non ha fatto più ritorno all'uscita del lavoro, da una festa, dalla
discoteca.
Tutte hanno in comune il fatto di essere
povere,giovani e belle. Per le strade le sparatorie sono qualcosa di
quotidiano. Decine di donne sono scomparse dall'inizio della guerra
contro i narco.
I cartelli della droga hanno diversificato le loro attività.
L'ufficio
della Procura di Nuevo Leon non ha statisitche del reato della tratta
contro il genere femminile, però l'entità è stata considerata centro di
distribuzione per lo sfruttamento sessuale: un affare che coinvolge
criminali, politici, funzionari, polizia e imprenditori.
"Solo in
Apocada, in meno di due anni abbiamo avuto oltre 105 ragazze rapite",
afferma Martha Alicia Quintanilla Ibarra, madre di Lizette Alicia
Mireles, di 22 anni, desaparecida il 2 dicembre dell'anno scorso dopo
l'uscita dal lavoro in un casinò.
Senza traccia
Azalea
è magra,occhi scuri e obliqui. La foto dei suoi quindici anni è
nella stanza. Teodora accoglie gli altri. Ha perso la vista e la sua
malattia si è aggravata da quando la figlia è scomparsa il 15 febbraio
dell'anno scorso. " Alcuni uomini sono venuti a trovarla. Prima le
hanno parlato per telefono, poi uno scese dalla macchina e ha
picchiato forte alla porta, urlando. Mi ha solo detto, 'Mamma, torno
tra un pò'.
Per nessuna delle giovani rapite è stato
chiesto un riscatto. Alcune hanno parlato con i loro genitori dopo il
sequestro per chiedere di non cercarle o di sporgere denuncia. Dieci di
esse erano amiche o conoscenti e sono state rapite in una settimana.
Il giorno dopo il rapimento di Azalea, scomparve Cecilia Abigaíl Chávez Torres, di 18 anni, incinta di sette mesi.
"
Un'amica - dice Cecilia Morales Torres, di 45 anni - che io credo
fosse nelle loro mani è stata il tramite. La chiamò diverse volte e la
invitò ad una festa. Non ritorno più. Mia figlia mi telefonò quattro
giorni dopo il sequestro e mi ha detto, " mamma, non ti preoccupare, sto
bene" e riattaccò. Non mi ha mai più richiamata".
Racconta che
la figlia lavorava nella Transformadores Delta e aveva una relazione
con Juan Francisco Zapata, soprannominato Billy Sierra o El Pelon, capo
zona della piazza de Monterrey arrestato nel mese di agosto dello
scorso anno. " E' il papà del bambino. Non l'ho mai incontrato. Mia
figlia mi raccontò che El Pelon non le disse che era un sicario. Glielo
confessò quando era incinta di quattro mesi. Non volli che venisse a
casa mia. Lo vidi sul giornale quando l'hanno arrestato. Lui sa dov'è
mia figlia. E voglio che me lo dica lui o la SIEDO (Super-procura
antimafia).
Per Cecilia è chiaro che la figlia è vittima della tratta.
L'ufficio
statistica del Dipartimento di Stato americano afferma che annualmente
in Messico più di 20mila persone sono sequestrate in relazione a
questo crimine.
"Le possono fare prostituire o vendere la droga.
Queste ragazze sono un grosso business per loro. E' chiaro che hanno
una rete di ragazze. E' la tratta delle bianche.
...
La
storia di Veronica Martinez Casas è segnata da povertà ed esclusione.
Si tratta di una dei sette milioni di Ninis (indigenti)esistenti nel
Paese, una madre single di quattro figli.
" Non c'è bisogno che
cerchi Veronica, non ritornerà è morta" dissero al telefono a María del
Rosario Martínez Medina, madre di Verónica, desaparecida nello stesso
giorno di Cecilia Abigaíl.
Veronica non lavorava. Voglio
essere sincera, non mi piace dire bugie: era in contatto con brutte
persone, questa è la verità". Insieme al marito cura i quattro nipoti. "
"Sento che è viva, che sta bene", aggiunge.
La prescelta
Secondo
il ricercatore dell'Università Autonoma di Nuovo Leon,Arun Kumar,
autore della studio Una nuova forma di schiavitù umana: La tratta delle
donne in Messico, l'organizzazione occupa il sesto posto in termini di
incidenza di questo crimine.
Il rapporto rileva che mensilmente entrano ed escono 300-400 donne dallo Stato per sfruttamnto sessuale.
Alcune
madri delle scomparse hanno ricevuto messaggi da persone che le hanno
visto lavorarare nei bordelli o nei bar a Monterrey, Camargo, Reynosa e
Guadalajara.
"Le possono impiegare come accompagnatrici -
afferma Isabel Rivera, madre de Guadalupe Jazmín Torres Rivera, mentre
guarda la foto della figlia quindicenne scomparsa nel febbraio
dell'anno scorso, un giorno prima del sequestro di Veronica e Cecilia
Abigaíl.
Madre single di una figlia di tre anni, Guadalupe era una insegnante di ballo.
La
madre racconta che dopo aver lasciato il lavoro " camminava per strada
e Evelyn Johana, la ragazza di Juan Carlos Martínez Hernández, alias
El Camaleón ,capo Zeta de Guadalupe, le fece dei seganli da un
camioncino. Scese giù un tizio calvo, meticcio, con una pistola. Se la
presero, lasciando solamente la valigia con dentro i vestiti di ballo".
La
polizia di Apocada non ha accettato la denuncia di Isabel Rivera,
quando andò al campo miliatre della Settima zona, per aggiungere il nome
della figlia tra le disperse.
Poi alla caserma della Marina, e finalmente la polizia ministeriale ha accettato la denuncia e il DNA è stato testato.
"
Mia figlia è stata presa il Martedì, altre tre il Lunedì, altre due il
Mercoledì, in una settimana ne hanno rapite 10 nel quartiere. Hanno
continuato sequestrando ragazzine. Sono 46 le rapite quest'anno. E
nessuno fa niente. Non è giusto che le rapiscano per soldi. Sono morta.
Dio mi ha dato tre figli e li amo tutti e tre. Io non mi rassegno"
dichiara mentre mostra una carpetta con otto immagini di altre ragazze
scomparse, le cui madri hanno inizato a riunirsi per chiedere
giustizia.
La maggior parte di esse si sono
conosciute nella Settima Zona Militare dove si erano recate per
denunciare le sparizioni " Qui non nascondiamo nulla, Io credo che
l'abbiano rapite Los Zetas. Tutti conoscono Billy Sierra, che ha
sequestrato altre ragazze a Monterrey, Estanzuela, Guadalupe e Escobedo
", ha detto Cecilia Torres.
Le cose sono state diverse
nel caso di Blondie Ivonne Williams García, de 23 anni,madre single,
scomparsa il 17 febbraio del 2010, il giorno dopo il rapimento di
Verónica e Cecilia Abigaíl. Racconta la madre della giovane: "Venne
un'amica e uscì. In quel momento si accostò una macchina e dall'interno
le chiesero: " Chi è è Ivonne Blondie? " Lei non rispose. Qualcuno
aveva mandato a chiedere di mia figlia. Uno degli uomini uscì dalla
macchina e le sollevò la giacca mostrando un tatuaggio di un sole: "
E' lei? disse. Allora, l'altro ordinò : caricala su".
Quando
ho sentito questo sono uscita e la stavano mettendo in macchina. Sono
riuscita ad afferrare uno dei delinquenti, ma l'altro mi puntò la
pistola e mi fermò.
La stessa auto sequestrò 23 ore dopo, Ana Lariza García Rayas. Lavorava come dimostratrice in un'azienda di telemarketing.
"Una
ragazza gridò il suo nome e mia figlia uscì salutandola con un bacio.
Una decina di minuti dopo la rapirono. Era amica di Blondie e Lupita,
anch'esse rapite, ma le altre non le conosceva" - afferma la madre, Ana
Francisca Rayas Guevara.
L'ufficio della Procura Generale sta indagando sulla sorte di 525 donne e bambine scomparse in questi ultimi anni in Messico.
Laura
Benavides, una residente ad Apocada decise di mettere un annuncio su
Internet sul rapimento della figlia avvenuto quattro anni fa in una
discoteca,Yarezi Anahi Benavides Luevano, di anni 21.
Piange
ogni giorno per sua figlia e per le altre: " Sono tante le giovani
donne che vengono rapite. Sto ancora aspettando. Io la amo. Non mi
interessa ciò che ha fatto o l'hanno costretta a fare. Io l'aspetto.
La vedo che entra dalla porta e l'abbraccio."
(traduzione di Lia Di Peri)
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